"Quando un amministratore fatica a comprendere che la cosa pubblica è di tutti e quindi va tutelata come e forse di più di quella privata, quando ti fa venire il dubbio che se fosse lui a pagare di tasca propria, farebbe scelte diverse, qualcosa inevitabilmente non torna.”
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millecentonovantratre percento di aumento spese trasferta su anno precedente
| Trenitalia? No grazie.
Assai curiosa la passione del Presidente per la guida, dato che preferisce costantemente l'auto al treno quando a pagare sono i cittadini. Carburante, pedaggi, parcheggi: tutto a carico del contribuente.
Patrizio Losi è una fucina di spunti per atti ispettivi, dal momento che, come si direbbe di un bambino discolo, “una ne pensa, cento ne fa“.
Così, dopo la tentata riduzione degli orari di sportello, il mancato taglio alla sua indennità (in barba alla delibera dei Sindaci), le spese per i nuovi arredi e il quasi raddoppio dello stipendio all’addetto stampa, ecco che nemmeno la morosità da affitti non riscossi salita con lui a 4.200.000 € è servita a frenare la sua allegra gestione delle trasferte, per le quali sceglie quasi sempre l’auto al posto del più economico treno, tanto da aver decuplicato la spesa rispetto al precedente presidente, Massimo Savi.
Sia chiaro: il cda ha approvato tutte queste uscite.
Ma io pongo il tema dell’opportunità, della “diligenza del buon padre di famiglia“. Siccome non la ravviso, dal momento che la metà dei costi potevano essere risparmiati e considerato un +1.193% di spese, ci è sembrato necessario e irrimandabile presentare la mozione.
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"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”
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Le preferenze di Gianluca Bariola alle elezioni amministrative 2017
| Giovani vecchi
Coerenza vuole che a una tessera di partito meditata e presa dopo una campagna elettorale, corrisponda la disponibilità a entrare in Consiglio comunale nel gruppo di quel partito. Specie se il momento è di crisi.
Coerenza. É il filo rosso che vorrei si cogliesse in modo netto.
Già all’epoca della surroga del Consigliere Colosimo con Sandra Ponzini, nonostante gli strali di Tommaso Foti e Marco Tassi, il gruppo PD optò per l’astensione, dal momento che sul subentro prendeva un ricorso e che i tempi della giustizia sono diversi da quelli della politica.
Esiste un unico principio indifferibile: in un consesso di eletti devono sedere quelli che i cittadini hanno preferito, fosse pure di un voto.
Pure oggi siamo in presenza di una surroga su cui pende un ricorso e, dato che Piacenza é piccola, Tommaso Foti sa – come ama ripetere – ma non è il solo a sapere, pare oltretutto che stavolta ogni parte in causa sia ben cosciente di cosa dicono i numeri veri.
Siamo dunque in attesa, ma se così fosse, per stile chi sa di avere un voto in meno cede il passo senza bisogno di sentenze.
Ad ogni modo, alla coerenza generale, va poi aggiunta quella “particolare”, che in un momento tanto delicato e critico per il Partito Democratico, é merce rara da recuperare in fretta, per quel minimo di credibilità necessaria per provare a ripartire.
Gli amministratori locali, i militanti della base, coerenza e credibilità, l’aspettano, puntualmente frustrati, dai dirigenti nazionali, che non perdono invece occasione per dimostrarsi inadatti al loro ruolo, ancorché indisponibili a farsi da parte, tutti presi dai loro bizantinismi.
Tocca quindi alle piccole periferie tornare a convincere gli elettori di essere qualcosa di serio e non un taxi su cui si consumano ambizioni e faide di corrente, quando non personali.
Oggi il PD ha bisogno come l’aria di gente che crede ai suoi valori fondanti, che si impegna e ci mette la faccia, che non abbandona la nave perché sente l’orchestrina che suona intanto che lo scafo affonda.
Il consigliere Bariola lo abbiamo conosciuto candidato civico in una lista collegata a Paolo Rizzi, poi ne abbiamo apprezzato la scelta, successiva alla sconfitta (quindi, pensiamo, meditata) di entrare nel partito e seguito con un po’ di stupore l’immediata nomina nei quadri dirigenti.
Ora ci aspettavamo, per coerenza, una freccia in più all’arco del gruppo consigliare.
Apprendiamo invece che per lui questa non é oggi la giusta fermata del taxi e che, a precisa domanda, ha preferito rimettere distanza tra sè e i colori della tessera che ha in tasca.
Ne prendiamo atto e gli auguriamo ogni successo e soddisfazione ma, va da sé, si pone il tema di una credibilità politica, lealtà alla causa e reale desiderio di fare squadra tutti da riconquistare.
Nulla di personale e da oggi in poi nessun pregiudizio ma, se ancora non lo è, vorrei che da oggi fosse chiaro – a chi ha orecchie per intendere – che qui dentro ci sono quattro persone impegnate a rafforzare l’immagine di unPD BUONO, riconoscibile nella sua condotta, distante da logiche autoreferenziali o prudenze interessate.
Un PD, per dirla alla piacentina, magari brutto ma sincero, che si muove seguendo il metro per cui un cattivo compromesso non vale mai una giusta battaglia.
Chi ci ama, ci segua, mi vien da dire. Aggiungo il nostro apprezzamento per i segretari provinciale e cittadino, che non si sono opposti alla linea che sto tracciando.
Per questo motivo, per COERENZA e perché sia chiara una discontinuità netta con le vecchie abitudini delle decisioni prese col bilancino e i caminetti, per tener fintamente su impalcature cadenti a uso e consumo di elettori che stupidi non sono e meritano rispetto e trasparenza, l’astensione del gruppo per le ragioni tecniche indicate in premessa, diventa un voto contrario, per quelle etico-politiche delineate in seguito.