A picco senza uscire dal porto!

Fari spenti nella notte

"Il bello della democrazia è il principio di alternanza. Speriamo solo che chiunque venga dopo questi governanti trovi ancora qualcosa da cui ripartire”

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Mesi di governo della destra a Piacenza (e continuano a dar colpa agli altri)

| Ci fa o ci è, questo il dilemma...

Dire cose non vere per ignoranza del dato di realtà equivale a inettitudine amministrativa. Affermare falsità sapendo che la realtà è altra cosa, somma all'inettitudine la disonestà intellettuale. In entrambi i casi è male.

“Ancora una volta siamo costretti a confrontarci con malfunzionamenti e inefficienze imputabili alle scelte della Giunta Dosi, che si ripercuotono sul lavoro degli uffici e sulle attività dei cittadini”

Battisti (Lucio, non Cesare), cantava “a fari spenti nella notte“, immagine che sta sempre più identificando gli attuali governanti di Piacenza.

Smettere di prendersela con Paolo Dosi, dopo 19 mesi – DI/CIAN/NO/VE – al comando della macchina comunale, sarebbe il minimo per non dimostrare totale mancanza di stile verso chi proprio per stile e signorilità si è distinto.

Ciò detto, l’ennesimo scaricabarile non farebbe neppure notizia, non fosse che stavolta persino il calendario si ribella all’accusa mossa a chi c’era prima.

Contrariamente a quanto si vuol far credere ai piacentini, il “soggetto imbarazzante”, selezionato con “condizioni contrattuali vergognose” (così si è espressa su Facebook l’assessore) NON è stato individuato dalla giunta Dosi ma da una commissione a settembre 2017, in piena reggenza della giunta Barbieri.

Oltre i poco prudenti toni calunniosi, strano se si considera la professione di Erika Opizzi, per quel che risulta a noi l’assessore si è fatta la spia da sola.

Abbiamo depositato interrogazione in proposito: ci smentisca se non le torna la ricostruzione.

La squadra di Dosi ha si avviato le procedure di bando, dovendo vuotare l’archivio edilizia per il recupero del collegio San Vincenzo, grazie al finanziamento di 4.250.000€ stanziato dal MIUR, nell’ambito del programma triennale per le residenze universitarie, da NOI a suo tempo intercettato.

Per inciso, non risulta che al momento la nuova amministrazione possa vantare medesimi traguardi.

Ciò che preoccupa davvero è la sempre più evidente inadeguatezza a gestire la cosa pubblica, con un’infilata di gaffe senza soluzione di continuità, annunci e smentite in serie, progettualità concrete ridotte al lumicino e la costante idea di sviare l’attenzione criticando il lavoro altrui, di chi ha peraltro lasciato conti in ordine e progetti pronti per essere realizzati.

L’orchestrina suona ormai solo la musica stonata per cui i contrattempi e gli insuccessi non sono mai figli di incapacità proprie.

Emblematico pure il tentativo di giustificare il lungo elenco di fondi perduti nascondendosi dietro al presunto clientelismo della Regione, che darebbe soldi solo ai comuni “amici”, salvo essere sonoramente smentiti con l’elenco dei progetti finanziati ad amministrazioni di centro-destra, tra cui Piacenza, quando si è dimostrata in grado di presentare idee degne di essere sostenute.

Ultima in ordine di tempo, la querelle Auchan dove, pur prendendo le distanze da provocazioni fini a se stesse, concordiamo con Tommaso Foti, quando dichiara:

“la necessità che gli organi politici del Comune di Piacenza prendano contatti con Auchan per verificare se la stessa sia interessata a contribuire a una risagomazione di Piazzale Milano, oltre che a riattivare la navetta da tempo dismessa”

Una tirata di giacca bella e buona. Uno sprone nemmeno troppo velato a recuperare tempo perduto e immobilismo, che Foti indirizza al suo Sindaco – in buona compagnia con altre influenti voci non certo ascrivibili a “zecche rosse” o “pidioti”.

Errare è umano, perseverare diabolico. Pare clamoroso ai più che il Comune di Piacenza non abbia risposto agli inviti alle tre conferenze dei servizi arrivati da San Rocco (20 ottobre 2017, 13 gennaio 2018, 24 febbraio 2018).

Per questa ragione, quando l’onorevole Foti, sempre lui, sostiene che

“se la parte tecnica del Comune di Piacenza ha inteso di non partecipare alla conferenza dei servizi, la parte politica può chiedere ad Auchan di intervenire”

viene spontaneo domandare:

chi guida la parte tecnica?

chi dà la linea?

chi prende le decisioni finali?

Non bastasse, durante la seduta del Consiglio comunale del 19 marzo 2018, la consigliera Piroli sollevò il tema, casomai fosse sfuggito fino ad allora, il che non solo dimostra che proposte e suggerimenti dalla minoranza non mancano, ma toglie gli ultimi alibi a chi era talmente tanto in altro affaccendato da non accorgersi che i suoi tecnici disertavano importanti appuntamenti.

Il tutto, si badi bene, nel silenzio assordante e perdurante della Lega, a Piacenza subalterna a Fratelli d’Italia, che grida “prima i piacentini” ma subisce il “prima i lodigiani“.

Dove era dunque la parte politica? In udienza in tribunale? In studio? Su qualche cantiere?

Se la parte politica lavorasse a tempo pieno in Comune, non v’è dubbio che sarebbe più sintonizzata con i tecnici e più sul pezzo nel dare indicazioni, specie su quei temi che, se trascurati, fanno perdere posti di lavoro ai piacentini.

D’altronde non è dall’opposizione che è arrivata la sentenza del

“qua è il circo, ci sono dei fancazzisti e quindi va bene così”

Terre Padane, nuovo ospedale, bando periferie, piazza Cittadella, piscina: tutte eredità della giunta Dosi, grandi questioni che, con molta ordinaria quotidianità, condividono in questa amministrazione il filo rosso di un’agire pasticciato, con l’aggravante che invece di soluzioni si cercano colpevoli altrove.

Propaganda, arroganza e permalosità a parte, LA NAVE, come la stessa maggioranza ha definito la propria guida della città, nonostante il rimpasto non è ancora uscita dal porto: l’impressione è che il Titanic nostrano possa riuscire nell’impresa di affondare addirittura prima di mollare gli ormeggi.

Il Sindaco proprio oggi dice che a Piacenza servono idee, progettualità, risorse: per ora le prime sono poche e spesso causa di liti intestine; le seconde dimostrano di non essere abbastanza buone per avere finanziamenti. Le terze sono sempre più scarse.

Il bello della democrazia è il principio di alternanza. Avanti così, speriamo solo che chiunque venga dopo questi signori trovi ancora qualcosa da cui ripartire.

Altro che malfunzionamenti e inefficienze imputabili alle scelte della Giunta Dosi!

clicca qui sotto per leggere la nostra INTERROGAZIONE all'assessore Opizzi