BILANCIO SERVIZI SOCIALI. Lo sai che chi parla di tagli, mente sapendo di mentire?
Ormai siamo assuefatti alla banalità. Parliamo e pensiamo per slogan.
E allora io mi metto a dare i numeri, così vediamo di sfatare qualche mito: a Piacenza l’8,9% del bilancio 2015, relativamente ai servizi sociali, è dedicato all’immigrazione, in gran parte sui minori non accompagnati (era il 9,3% nel 2014). Il 36% lo destiniamo a tutti gli anziani (34,8% nel 2014). Il 23,3% va ad adulti e disabili (22,4% nel 2014). Il 25,7% ai minori (27,8 nel 2014).
È sguardo ampio o buonismo male indirizzato?
Diciamo di avere a cuore il bene comune ma finiamo col guardare solo a come perpetuare il nostro essere rappresentanti a prescindere, il nostro ululare alla luna. Tutti abbiamo colpa: ci accontentiamo di essere cittadini banali che eleggono politici banali che coltivano cittadini banali. Una spirale di comodità, di torpore stagnante.
Concepiamo e presentiamo un mondo in linea retta, fondato sul paradigma “stimolo-risposta”. Ormai ciechi alle complessità delle cose, alle reti, al bisogno di sintesi al rialzo.
Cerchiamo colpevoli invece di risposte, capri espiatori al posto di soluzioni. Demandiamo invece di impegnarci. Moralizzatori incalliti ma disposti sempre a nascondere la nostra polvere sotto al tappeto. Sentenziamo su tutto e sappiamo su così poco!
Orbene, la quota di risorse che un’amministrazione dedica al sociale ne qualifica l’azione in senso virtuoso. L’attenzione a cosa succede in una comunità è indice dell’agire responsabile.
Tra poveri, bisognosi, vulnerabili, individui ai margini non si imbastiscono guerre, ma cordoni di solidarietà, sostegno, accompagnamento alla ricerca di rinnovati gradi di autonomia.
La strategia di alcune forze politiche è chiara e pure redditizia. Pazienza. Io continuo a credere che ci resti in capo il dovere civile di spiegare, di far capire, di essere responsabili anche per chi sceglie di non esserlo. Il coraggio di fare scelte. Io faccio politica per questo.
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