Caro 2017 ti scrivo…
Il 2017 non mi ha regalato niente. Mi ha tenuto sulla corda ogni giorno che il Signore ha mandato in Terra, dandomi la costante sensazione di non potermi mai rilassare.
E’ stato l’anno del tempo che non basta mai e che “me lo dedico la prossima volta“, del viaggio a New York che resta ancora un sogno nel cassetto, di qualche buon libro letto e dei tanti di cui ho solo annusato le pagine e sognato di far miei.
L’anno dell’amministrazione che si mischia alla politichetta per via delle elezioni e diventa più difficile ancora, fatta di sgambetti, assalti alla diligenza, macchina del fango, pressioni.
Anno di campagna elettorale: perdente, svilente, machiavellica e distante dalla gente, che se non ti capisce, non ti crede e se si sente delusa, ti abbandona, pure a costo di far soffiare forte i venti più lontani ed estremi.
L’anno dell’incubo di Trump presidente che succede a Obama. Figurarsi che c’è chi mi vuol far credere che è vero e non un brutto sogno!
Altro anno di coerenza radicale il 2017, pagata perdendo un affetto importante, lesto a tagliare i ponti piuttosto che accettare la mia gestione del ruolo di assessore e del potere lontana dai favori personalizzati, principio che ho applicato in modo tanto più rigoroso quanto più vicina era la persona che ci provava. Mi duole non essere stato il solo a soffrirne.
Anno che ha sconvolto amici a me cari, in una tempesta improvvisa che ha spazzato via valori e convinzioni, reputazioni, impegno e professionalità, mettendo a durissima prova rapporti umani a cui tenevo e tuttora tengo molto.
Il 2017 mi ha portato in dote grandi dosi di pazienza e silenzio, di ascolto attivo e comprensione del fatto che non sempre il tempo è una variabile che puoi eliminare per risolvere questioni e lenire ferite. L’impegno non è tutto; buona fede e volontà non sempre bastano.
‘Sto strambo 2017 però è pure anno di risultati: personali e di squadra. 12 mesi di cambiamenti voluti e ottenuti, piccoli semi piantati in attesa che germoglino e diano “frutti civili e sociali“.
Non ho perso la voglia di lottare e oppormi a ciò che non sento giusto. La politica non mi ha cambiato ma sono ancora io a coltivare l’utopia di cambiarla un po’, anche solo con messaggi e testimonianza. Ho ancora la speranza di essere un microscopico esempio di brava persona.
Sono stato il consigliere comunale più votato in assoluto. Vero che se poi perdi le elezioni, ti lascia la sensazione di chi ha fatto gol in rovesciata in finale del mondiale ma ha visto l’altra squadra festeggiare e alzare la coppa, ma resta il fatto che tanti miei cittadini hanno capito e apprezzato la mia dedizione, dicendomi
“noi ti vogliamo ancora lì a rappresentarci”
Per chi fa politica, niente può soddisfare di più.
Il 2017 è anche l’anno di #insiemesipuò, con la gioia e l’orgoglio di far incontrare persone diversissime tra loro, che non si conoscevano e avevano me come unico elemento comune, con l’idea che si potesse stare insieme, parlare di resistenza civica, aiutarsi e aiutare. Ora quel gruppo è vivo e produttivo, ha sviluppato amicizie nuove al suo interno, si allarga, progetta, cazzeggia, anima cittadinanza attiva, elabora pensieri e fa in modo che nessuno dei suoi componenti si senta solo o inascoltato.
Anno di nuovo lavoro, il 2017, perché se ti licenzi per amministrare la tua città con la giusta libertà, quando poi smetti devi reinventari e ricominciare. C’è chi ha creduto in me e mi regala ogni giorno amicizia, entusiasmo, orizzonti e quel briciolo di follia che non credevo avrei recuperato così presto dopo i tre anni da assessore.
Anche nel 2017 chi ha il castigo divino di dovermi sopportare e supportare, grazie al cielo ha continuato a farlo, con più vigore e disponibilità di prima. Nonostante me 😉
I legami veri sono ancora tutti li, chi amo è al mio fianco e gli affetti irrinunciabili per fortuna mi circondano. Insieme a loro metto i tanti piccoli “grazie”, gli attestati di stima, le pacche sulla spalla di chi a fatica ricordo il nome ma per un solo istante mi ha fatto sentire importante e utile.
Bon, il sacco è pieno e pronto per essere caricato sul carro della mia vita. Anche quest’anno, tutto considerato, me lo tengo stretto nel bagaglio di esperienze e lo saluto con gratitudine e senza rancori.
Tutti gli altri, i pensieri negativi che non portano a nulla, i personaggi viscidi, i meschini, i mezz’uomini, gli ominicchi, e i quaquaraquà, con il debito permesso… vadano a farsi fottere!
Tocca a noi, 2018…