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Ospedale giusto. Area sbagliata.

Ieri il Consiglio comunale ha approvato la variante per costruire il NUOVO OSPEDALE alla FARNESIANA. Il Partito Democratico non ha partecipato al voto, in dissenso, ora come a luglio 2019, nel merito e nel metodo.

Noi ci siamo presi per primi, nel 2015, la responsabilità di aver voluto il nuovo ospedale. A questa giunta, l’assunzione dell’onere di farlo realizzare in una zona sbagliata.

La scelta del suolo agricolo della Farnesina arriva a valle del frettoloso accantonamento delle nostre opzioni pubbliche (stralciate subito dagli approfondimenti).

Un’insistenza in spregio alla questione ambientale, al rispetto – fino allo scherno – di chi produce lavoro e posti di lavoro (sfruttando già quell’area con progetti di agricoltura biologica) e con molte perplessità sui piani urbanistico, viabilistico e in merito alla pertinenza del percorso amministrativo (variante anziché accordo di programma, anche in considerazione della conclamata necessità di ripensare il progetto alla luce delle criticità emerse con la pandemia). 

Per non dire che saremmo tra i pochi – se non gli unici – a costruire un ospedale vicino a un carcere.

Con il voto di ieri, hanno creato le condizioni per colare quasi 200.000 mq di cemento su un’area verde fuori dalla tangenziale e, al tempo stesso, rendere appetibile (leggasi: altre colate di cemento) l’area già edificabile dirimpetto, entro la tangenziale (area 5 – lotto AL9 Cascine).

Ieri il capogruppo di Fratelli d’Italia ha ricordato il percorso partecipativo deliberato dalla Giunta Dosi a gennaio 2017, lamentando che da allora nulla si è mosso.

Si è però scordato di dire che a giugno 2017 ci sono state le elezioni che hanno consegnato Piacenza alla sua coalizione, trascurando di imputare la mancata partecipazione a chi è al governo da quasi tre anni!

A proposito di ritardi, finalmente è emerso, senza più possibilità di equivoci, dopo un tira-molla che dura da anni:

a) che le lungaggini sono figlie del percorso amministrativo messo in piedi da questa giunta, dal momento in cui ha inteso escludere l”utilizzo di aree pubbliche dismissibili e da noi individuate nel PSC come ambiti di trasformazione, quindi naturalmente vocate a servizi strategici come un ospedale (vedi ex PERTITE). La variante, con tutti i passaggi burocratici che l’hanno preceduta e che ne seguiranno, nasce dalla scelta di andare su aree private.

b) che AUSL non avrebbe potuto presentare un progetto definitivo (dal costo di svariati milioni di euro) senza l’individuazione di un’area precisa da parte del Comune;

Per quanto ci riguarda, a suo tempo abbiamo avviato un percorso partecipato per aiutare la città a comprendere le ragioni di questa straordinaria opportunità.

Abbiamo proposto, sostenuto e motivato la scelta di un area, l’ex Pertite, ideale da un punto di vista urbanistico (recupero di un bene pubblico in via di dismissione collocato in zona strategica) ambientale (un ospedale nel cuore di un grande parco, senza consumo di nuovo suolo) ed economico (bonifica e parco senza oneri x il Comune), difendendo la proposta addirittura con la richiesta di un nuovo referendum popolare (rigettata).

Chi chiede a gran voce il DIBATTITO PUBBLICO ORA, avrebbe potuto sostenere la partecipazione anche ALLORA;

Ci siamo opposti a chi, in campagna elettorale, ha assunto posizioni variabili tra scetticismo e contrarietà, a partire dal Sindaco Barbieri per arrivare a tutta la coalizione che l’ha sostenuta. Immaginate che sciagura sarebbe stata, alla luce di quanto accaduto, avessimo perso questo treno!

Abbiamo subito la “palla avvelenata” sul chi fa cosa tra Comune, Regione e Ausl. Un “è nato prima l’uovo o la gallina” tra area e progetto che ci è costato almeno due anni di ritardo – che noi imputiamo a questa amministrazione.

Ciò non di meno, guardiamo all’INTERESSE PREVALENTE. Il PD ha voluto e vuole per Piacenza un nuovo, moderno ed efficiente ospedale, in un sistema sanitario a governance pubblica, inserito in un circuito ospedaliero provinciale complementare nei suoi presidi con la rete della medicina territoriale. 

Pensiamo per la nostra provincia a un modello di organizzazione sanitaria all’avanguardia. Non solo un ospedale. un modello di organizzazione in cui struttura e territorio non sono alternativi, ma complementari.

È giunta dunque l’ora dei CRONO-PROGRAMMA seri e vincolanti: sosteniamo da tempi non sospetti che il termine degli 8-10 anni, alla luce di quello che abbiamo sofferto e stiamo soffrendo non è più attuale. 

Come ci muoviamo da adesso per il PROGETTO? Aspettiamo la fine dell’ITER DELLA VARIANTE (più o meno passa un altro anno)? Predisponiamo un BANDO? Individuiamo un COMMISSARIO, sulla scorta dell’esperienza di GENOVA?

NON CI ACCONTENTEREMO di sentirci ancora dire che i prossimi passi spettano a qualcun altro. SIA IL COMUNE DI PIACENZA a fare delle proposte e a DETTARE L’AGENDA in nome del pubblico interesse della città e della provincia.

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Ci meritiamo la PET e tanto altro

PET (Tomografia a Emissione di Positroni): si tratta di uno strumento essenziale per la gestione dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali di tutta l’area oncologica. Piacenza a oggi ne è sprovvista.

La nostra sanità per ora può ricorrere a questo fondamentale macchinario grazie a una convenzione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma.

Il principio per cui chiediamo alla Regione Emilia Romagna, attraverso una RISOLUZIONE che ci auguriamo ottenga il voto favorevole di tutto il Consiglio comunale (non appena riusciremo a convocarne di nuovo uno!) è molto semplice.

Dotare il nostro ospedale di una PET colmerebbe in primis una carenza della provincia tutta. In più, sarebbe un’azione concreta di contrasto alla mobilità passiva e di compatibilità con i tempi di cura previsti dalle linee guida regionali.

Insomma, se pensiamo al pesante tributo che anche noi stiamo pagando a causa del contagio da Coronavirus.

Se consideriamo la risposta eccezionale, in termini di professionalità, tempestività, competenza e dedizione al lavoro che il mondo sanitario generalmente inteso sta offrendo a Piacenza e provincia;

Se riteniamo che vorrà pur dire qualcosa l’importante riconoscimento ottenuto dalla sanità piacentina, con l’ospedale Guglielmo da Saliceto inserito nella classifica delle migliori strutture italiane del “Newsweek World’s best hospitals 2020”…

Beh, dai… alla luce di tutto questo, ci saremo anche meritati sul campo di essere degni di grande attenzione e di una positiva risposta alle sacrosante richieste della nostra sanità. O no?

Proprio ieri, il Commissario regionale all’emergenza Sergio Venturi, persona seria (che conosco da anni), ha detto che la Regione ripartirà da Piacenza. Ecco una prima, significativa, occasione.

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Professione caregiver

Caregiver è un termine entrato ormai stabilmente nell’uso comune; indica “chi si prende cura” e si riferisce naturalmente a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato, anziano e/o disabile.

A pensarci bene è un termine abbinato all’idea di SOLITUDINE. La vita di chi si dedica a questa missione, poco alla volta, si riduce solo a quella, 18/20 ore al giorno.

Niente stipendio, contributi, ferie. Sovente, nemmeno il giorno libero.

Solo l’ansia, senza soluzione di continuità, di dover prevedere l’imponderabile, far coesistere la propria vita familiare con la routine di aiutare a vestirsi, lavarsi, mangiare, orientarsi, intrattenere, accompagnare gli sbalzi emotivi, spesso i capricci, di un anziano o di un disabile che, in quanto tale, non ti lascia nemmeno la speranza di un futuro migliore, ma la certezza di condizioni sempre più difficili. Sino alla fine.

Il portato psico-fisico di un caregiver è enorme. Non sempre tenuto in debita considerazione. Un bombardamento continuo di incombenze, mixato ad aspettative, lagnanze, accuse.

Solo chi vive o ha vissuto questa situazione può comprendere fino in fondo a cosa mi sto riferendo.

Questo stesso post è figlio della dolorosa mail di un caregiver allo stremo.

Passata l’emergenza CORONAVIRUS, credo che – da un punto di vista amministrativo (dunque, di servizi socio sanitari) – dovremo aggiornare le nostre competenze e ripensare le azioni da mettere in campo per dare più aiuto a questa categoria di cittadini, veri campioni di sussidiarietà nei confronti del sistema pubblico di offerta sociale e sanitaria.

Già ora, però, sulla scorta del supporto psicologico telefonico che Ausl sta fornendo ai cittadini nel contesto dell’emergenza sanitaria COVID-19, sarebbe da attivare un NUMERO VERDE DI SOLLIEVO destinato proprio ai caregiver, la cui situazione, a causa della pandemia, è oltremodo critica.

Non mi risulta esista. Attivarlo adesso potrebbe essere lo stess test per qualcosa di definitivo, per un nuovo servizio a disposizione e sostegno, nel prossimo futuro, di moltissime famiglie piacentine.

Proporlo è un dovere. Ragionarci su, una grande opportunità.

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“Vecchia” eccellenza

Bisogna spremere ogni goccia di positività da questo momento infame. Per esempio, si potrebbe pensare che l’emergenza CORONAVIRUS ci offre nuovi spunti su come riconvertire il vecchio ospedale di Piacenza, una volta pronta la nuova struttura.

La pensata originale non è mia, ma del Prof. Francesco Timpano. Tutto nasce da una chiacchierata tra amici in chat.

Secondo l’ex vicesindaco, immaginare il vecchio ospedale, in ottica futura e facendo esperienza di quel che succede oggi, come a un’area di backup in casi di emergenza sanitaria, potrebbe essere una soluzione importante.

Se consideriamo la posizione strategica di Piacenza, sarebbe facile diventare un polo di riferimento per tutto il Nord Italia, con le possibilità, anche di indotto, che ne potrebbero derivare.

Estendendo il ragionamento, perché non ipotizzare un grande centro di ricerca e formazione nazionale, magari europeo: laboratori all’avanguardia, dove task force pubbliche e private studiano e lavorano insieme per i medici, i farmaci, i vaccini e le cure del futuro.

Ci sarebbe per esempio il campo delle terapie cellulari (CAR-T) – farmaci di riferimento del futuro in ambito onco-ematologico, dove pure l’Azienda USL di Piacenza merita di essere autorizzata quale centro accreditato JACIE all’utilizzo delle nuove terapie salvavita.

Nel campo dei trapianti, Piacenza è oggi punto di riferimento della rete per i CTMO (Centri Trapianto di Midollo Osseo) dell’Emilia Nord. Il nostro laboratorio di diagnostica mutazionale collabora con l’U.O. Ematologia di Parma.

Consolidare in un futuro prossimo il lavoro del team di Immunogenetica e Manipolazione CSE di Piacenza – a supporto dell’attività trapiantologica del midollo osseo (staminali emopoietiche), sarebbe un vantaggio (e un vanto) per tutti.

Un’altra strada che si potrebbe battere, cosa più semplice con gli spazi adeguati a disposizione, sarebbe quella di pianificare un maggiore coinvolgimento della nostra sanità nella formazione di base e specialistica in campo medico e delle professioni sanitarie, stringendo i rapporti con l’Università di Parma.

Sono solo alcune suggestioni, ma il dato certo è che seguendo questa direzione potremmo fare del vecchio ospedale un vasto incubatore di cervelli ed esperienze al servizio della sanità.

Questa si che sarebbe eccellenza.

Pensieri positivi in epoca di CORONAVIRUS.

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Tagliare le rette. Liberare risorse.

Una comunità politica non può esimersi, anche in questa situazione di forzato e doveroso isolamento, dalla lettura dei bisogni del proprio territorio e dall’interpretazione di possibili soluzioni.

In questo momento difficile e unico, la priorità è che ognuno di noi non si faccia prendere dal panico. Concentriamoci sul senso di responsabilità e sul rispetto rigoroso di tutte le precauzioni, tese non solo al contenimento del CORONAVIRUS, ma a evitare il collasso delle strutture sanitarie, dando loro il tempo per curarci e trovare soluzioni definitive.

Ciò premesso, siamo stati eletti per occuparci della cosa pubblica e abbiamo il dovere di continuare – anche a distanza – l’attività politica, dimostrando in concreto vicinanza a chi è in difficoltà, non solo sanitaria ma anche organizzativa ed economica.

In tal senso il gruppo consigliare del Partito Democratico di Piacenza lancia un appello alla giunta, con il pensiero rivolto al sostegno delle famiglie piacentine con bambini a casa per la chiusura degli asili e delle scuole di ogni ordine e grado.

Non è infatti pensabile, in queste settimane, che i genitori debbano continuare a pagare servizi di cui non godono i benefici.

Si studi dunque, senza altri indugi, un provvedimento ad hoc per sollevare mamme e papà dal costo integrale delle rette, scontando i giorni di chiusura dei servizi educativi, almeno per quanto riguarda la quota di compartecipazione.

La stessa attenzione va però rivolta ai gestori dei servizi ora sospesi, realtà in gran parte della cooperazione sociale, al fianco dell’Ente pubblico nel sostegno alle fasce più fragili ed esposte della popolazione. I costi restano anche se al momento è stata tolta la possibilità di lavorare. Gli stipendi vanno onorati.

Dato che il Comune i soldi in cassa già li ha, stanziati per tempo, proprio per pagare i fornitori dei servizi socio assistenziali ed educativi e dato che a oggi non ha le corrispondenti uscite (niente servizio, niente pagamento), non è pensabile che queste somme non siano rimesse in circolo per aiutare questo settore tanto in difficoltà.

Creare un nuovo capitolo di bilancio, prevedendolo con una variazione ad hoc, è una possibilità a portata di mano. Si costituisca perciò un fondo di solidarietà e sostegno per ridistribuire sul territorio risorse economiche che servono come manna dal cielo. 

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Non tassare le pedane

Il Canone COSAP, cioè il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, è stato previsto ed introdotto nell’ordinamento dall’art. 63 del D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446. Tutta la disciplina della COSAP è demandata dal D.Lgs. n. 446/1997 al Regolamento comunale.

Il tema delle BARRIERE ARCHITETTONICHE è particolarmente sentito, per ovvi motivi di civiltà e diritti della cittadinanza, oltreché in virtù di quanto disposto dalla legge.

Piacenza, proprio per come è disegnata, continua purtroppo a essere una sorta di barriera architettonica naturale. Va da sè che una politica degna di questo nome, senza distinzioni di colore, ha l’obbligo di puntare a una città in cui la fruibilità degli spazi, in termini di mobilità e accesso, sia sempre meno vincolata dalle diverse condizioni fisiche degli abitanti;

Il regolamento COSAP del Comune di Piacenza già stabilisce, all’articolo 23.Q, l’esonero per “le occupazioni effettuate da privati con opere volte all’abbattimento delle barriere architettoniche”, mentre nessuna agevolazione è prevista per gli esercizi commerciali virtuosi rispetto all’adempimento delle previsioni di legge e, soprattutto, al dovere civico di garantire un diritto fondamentale alle persone disabili.

La nostra proposta è quella di esentare dalla tassa di occupazione del suolo pubblico le pedane per i disabili

Il motivo è semplice e si basa sul presupposto che tra i compiti fondamentali di un Ente pubblico rientra incentivare i comportamenti virtuosi dei propri cittadini, diffondendo quanto più possibile le dovute sensibilità su temi di tale importanza.

Peraltro, oltre al principio di civiltà, esentare dal canone gli abbattimenti delle barriere architettoniche serve a levare alibi verso il mancato rispetto della normativa in materia, da verificare – e sanzionare – con ancor più capillarità e costanza da parte degli uffici preposti.


Bon. Ho letto che alcuni capigruppo di maggioranza non hanno escluso di abbassare le tasse. Noi con questa interrogazione gli serviamo l’assist su un piatto d’argento. Vediamo come andrà il voto.


Tutto ciò premesso e considerato, dunque… il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta:

a predisporre una modifica del Regolamento per l’occupazione di suolo pubblico, da sottoporre successivamente al vaglio del Consiglio comunale, in funzione dell’ESONERO DAL CANONE per scivoli, rampe o pedane – a carattere temporaneo o fisso – finalizzati al superamento di ostacoli edilizi per l’accesso ai locali pubblici delle persone disabili.

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Sosta a 1€

A Piacenza è cambiato il gestore del servizio di sosta sulle strisce blu: Apcoa ha ceduto il posto a Piacenza Parcheggi.


Cambia il servizio, inizia il disservizio: la beffa dei 5 centesimi.


Già la tariffa da 1,05€ sa di presa in giro ai cittadini. Un modo furbo per farti spendere di più pure per soste entro l’ora, contando sul fatto che in tasca i 5 centesimi hanno più o meno la stessa probabilità di esserci (quando servono) di una banconota da 500€. Oltre il conto, col cambio di gestione, in città tutti attendono l’app che tarda ad arrivare, impedendo alle persone, peraltro, di pagare la tariffa puntuale (se mi fermo 10 minuti, per quale motivo dovrei spendere per un’ora?).


Ciò detto, in attesa che la questione si risolva, ho proposto all’assessore Mancioppi di attivarsi subito con Piacenza Parcheggi, almeno per consentire di portare a 1€ la tariffa oraria fino alla messa a disposizione dell’app.


Quei 5 centesimi che mancano sempre, oggi come oggi fanno imbufalire ancora di più!

Spero di essere preso in considerazione…

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Stop ai rigurgiti

No ai totalitarismi

"Abbiamo presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno per impedire, d'ora in avanti, di concedere spazi pubblici ai nostalgici di ideologie totalitarie. Il dibattito e la trattativa ci dà la soddisfazione di un bel passo avanti compiuto grazie a tenacia e argomenti”.

Viviamo tempi curiosi, in cui il Comune se ne lava le mani se il fondatore di Avanguardia Nazionale prova a venire a far bella mostra di sé in uno spazio pubblico

Ancora più strani, ‘sti tempi, se lo stesso Comune, invece di mettere sotto tutela il buon nome della città, si scaglia contro le presunte strumentalizzazioni di cittadini, associazioni, partiti che denunciano un affronto intollerabile.  

Tempi balordi, se sui social ti vomitano addosso improperi, accusandoti di essere anti-democratico, di opporti alla libertà di pensiero e opinione, nel nome dello strano principio per cui, in barba all’apologia di fascismo ormai esibita senza remore e dimentichi delle tragedie piovute sull’Europa, si invoca la libertà di propagandare idee ignobili ai cultori di una fede che della soppressione della libertà ha fatto la sua cifra distintiva.

Banalità del male

Nel mentre, tocca opporsi a questo subdolo processo di normalizzazione e banalizzazione del male, un analfabetismo storico-revisionistico che anche a Piacenza porta a spuntare come funghi manifesti di chiara matrice fascista, con citazioni del duce (la minuscola è voluta) e profilo dell’Italia sormontato dal fascio littorio.

Perseveranza e risultato

Abbiamo presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno (puoi leggerlo cliccando sotto) per impedire, d’ora in avanti, di concedere spazi pubblici ai nostalgici di ideologie totalitarie.

Ideologie totalitarie – al posto di “ideologia fascista“: questo il testo corretto per rimediare a un refuso iniziale, perché sia chiaro che ogni degenerazione va contrastata, in nome di un futuro che impara dagli errori del passato e non li usa per cristallizzare fazioni contrapposte.

In aula (e nelle conferenze capigruppo) il dibattito è stato serrato e le trattative sono filate via tutt’altro che lisce. Il confronto però ha toccato punti alti, che per fortuna hanno fatto da contraltare a un paio di  interventi beceri dei giovani della Lega, interpreti di un’imbarazzante e preoccupante superficialità, che ha marcato il segno generazionale tra gli intervenuti.

L’idea alla fine condivisa è che non si mette il bavaglio alla Storia, ma all’ignoranza di chi quella Storia la distorce, la disconosce, la sottovaluta.

Per questo, alla fine, con un gran bel lavoro di squadra, abbiamo ottenuto l’impegno preciso del Sindaco, entro il prossimo 25 aprile, a farsi garante dell’approvazione di un nuovo Regolamento in cui, partendo dalla irrinunciabile condizione di Piacenza Medaglia d’oro per la lotta di Liberazione dalla dittatura nazi-fascista, si definiscano in dettaglio i criteri per concedere i locali pubblici a individui o associazioni che, d’ora in avanti, dovranno dichiarare in anticipo le finalità e gli ospiti, garantendo sul rispetto dello Statuto Comunale e della nostra Costituzione.

Abbiamo bloccato i rigurgiti: mai più da noi un nuovo “caso Delle Chiaie”.

Non era per nulla scontato e le premesse non sembravano delle migliori, ma non abbiamo mollato il punto e la perseveranza pare abbia pagato.

clicca qui sotto per leggere l'ORDINE DEL GIORNO

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Ci avete rotto i polmoni!

Restituiamo il futuro

"Il messaggio di Greta, già adesso, non appartiene più a Greta, ma a milioni di persone, ognuna in grado, con passione e perseveranza, di attuarlo e diffonderlo a sua volta.”

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i giovani presenti al corteo

| la generazione persa siamo noi

Invece di scusarci con questa generazione, cui stiamo lasciando macerie e minando il domani, facciamo i bulli, provando a spegnere sul nascere slanci di partecipazione vera, cui dovremmo dare invece tutto il respiro possibile.

Piacenza ha risposto presente alla grande mobilitazione promossa da Greta Thunberg a sostegno dell’ambiente.

Ci avete rotto i polmoni

trovo sia uno slogan splendido: provocatorio il giusto e dritto al punto della questione.

Vedere tanta gioventù sfilare per un obiettivo comune è stata aria fresca, in tutti i sensi.

Resto perciò basito dai molti commenti sarcastici che sono seguiti a ruota, da chi si è preso la briga di sminuire e sbeffeggiare, bollando il momento come occasione per bigiare la scuola, ennesimo intralcio alla tranquilla routine delle persone perbene o effimero lavaggio di coscienza prima di tornare a sfrecciare su auto e scooter per la movida della sera.

Bell’esempio, dagli “adulti”. Gran messaggio di speranza!

Se a qualcuno sfugge, il futuro è di questi giovani, che ci ostiniamo a volere inetti e menefreghisti e che invece dimostrano di tenerci d’occhio più di quanto noi stessi crediamo. E di avere idee meno mediate delle nostre, che, chiacchiere a parte, mai abbiamo realmente dimostrato, su scala mondiale, di renderci conto che un pianeta di riserva non è nelle disponibilità prossime.

Invece di scusarci con questa generazione, a cui stiamo lasciando macerie e minando il domani, facciamo imperterriti i bulli, provando a spegnere sul nascere slanci di partecipazione, cui dovremmo dare invece tutto il respiro possibile.

Pure quei dotti filosofi che hanno cominciato a dipingere a tinte fosche le intenzioni di Greta, mossa da chissà quale utilitaristica ambizione personale, farebbero meglio a impegnare altrimenti il loro tempo: la Thunberg è il simbolo (al pari di decine di migliaia di altri attivisti che nel mondo si spendono per buone cause) di chi è riuscita a dar voce alla propria battaglia, a renderla virale, come si dice oggi.

Ciò è bene. Chi sia, cosa le riservi il futuro, se sarà un esempio da seguire o meno anche nei prossimi anni è davvero relativo.

Quel che conta è che il messaggio sia passato, abbia attecchito.

Già adesso, non appartiene più a una sedicenne con le trecce, ma a milioni di persone, ognuna in grado, con passione e perseveranza, di attuarlo e diffonderlo a sua volta.

A me tanto basta e a questa rivoluzione giovane, gentile e rumorosa mando un abbraccio colmo di gratitudine.

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Pertite: non c’è 2 senza 3

Chi la dura la vince (?)

"Vai a capire il perché ti bocciano due volte proposte portate in Consiglio proprio per trasformare a parco la Pertite e poi rilanciano di volerla fare” .

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il "nuovo" anno della svolta annunciata dal Sindaco

| Parole, parole, parole...

A sentir loro, Sindaco, assessori, consiglieri di maggioranza, si vogliono bene come una famiglia e garantiranno a Piacenza un futuro brillante. A vederli, si prendono a calci nelle caviglie da mattina a sera e in quanto a idee concrete poco o nulla. Si prospetta un 2019 per nulla banale.

Tradizionale conferenza di fine anno per l’amministrazione, con la prima (immagino quanto sofferta) ammissione del Sindaco che rivela come

“non si sono visti tanti risultati tangibili”

Fatta questa premessa, che tradisce la preoccupazione per il tempo che passa e per un bilancio bloccato in entrata dal blocco irpef non previsto e subito obtorto collo, via poi alle dichiarazioni più scontate, con il 2019 destinato a diventare (ma non si era detto del 2018?) anno della svolta.

Non manca la stoccata gratuita alla minoranza quando arriva la domanda sulla litigiosità della squadra di governo, con la scelta di seguire la linea/bufala dei contrasti e del nervosismo nel campo della sinistra.

Se uno è contento di raccontarsi bugie è libero di farlo: rilevo solo come, con un rimpasto già in saccoccia, un consigliere di Forza Italia – perlatro il più attivo – già scappato nel gruppo misto, accuse reciproche di “fancazzismo” dentro la maggioranza e minacce di querele tra partiti di governo agli atti della cronaca, il resto del mondo sia altrettanto libero di mettersi a ridere di fronte a simili baggianate.

Nella fiera di buoni propositi, la giunta del “faremo” è poi tornata a parlare di Pertite e della volontà di farne finalmente un parco.

Dato che a fine febbraio il bilancio triennale deve essere pronto e la destinazione delle risorse stanziata, ho colto con gioia questa nuova apertura – pur non comprendendo, a questo punto, perché allora ci siano già state bocciate due proposte.

Eccoci dunque pronti a rilanciare. Dicono che alle parole preferiscono i fatti? Bene, noi abbiamo presentato proprio oggi, per la terza volta, un atto che impegna Sindaco e giunta a dimostrare nei fatti la volontà di farlo, questo benedetto parco.

Sarà quella buona?

 

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