casta e dintorni, open consiglio
Il balletto dell’Irpef

Tutta colpa del PD

"Occasione persa dal centrosinistra la mancata applicazione dell'imposta al massimo dell'aliquota in passato (!)”

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€ di mancato gettito IRPEF 2019

| Esempi concreti non ne faccio

Questa l'illuminante risposta dell'assessore al bilancio alla domanda su dove hanno deciso di recuperare le risorse che verranno meno dalla mancata introduzione delle nuove aliquote IRPEF

Troppe facce si sarebbero perse in caso di ritocco delle aliquote: meglio rimandare.

Si riassume in questo principio assoluto l’aumento delle tasse che la destra piacentina ha a malincuore ritardato al 2020 e 2021.

D’altronde mica puoi fare una campagna elettorale su questo argomento e poi imbastire l’ennesimo dietro-front sperando di passarla liscia! Se poi aggiungi le dichiarazioni a dir poco avventate di molti consiglieri, pronti nelle scorse settimane a tuonare contro gli aumenti e in odore di dover sconfessare se stessi, la frittata è bell’e pronta.

A dimostrazione del fatto che si tratta solo di uno spostamento temporale, il mal di pancia di Fratelli d’Italia, culminato con la polemica assenza alla conferenza stampa dell’assessore Opizzi.

Il ragionamento di Foti & Co. non fa una piega: se davvero non vuoi aumentare le tasse, non mantieni la porta aperta  per il 2020 e 2021: semplicemente metti una pietra tombale sulla possibilità di toccare l’Irpef (cosa non fatta).

Definire contorta la ricostruzione dell’assessore Passoni è riduttivo, quando dice, a proposito della “clausola di salvaguardia“, inserita dalla Giunta Dosi in caso di mancato reperimento delle risorse senza ricorrere alla leva fiscale

noi la togliamo

salvo poi smentirsi nell’affermare che

per il 2020 e 2021 abbiamo mantenuto l’aumento dell’addizionale Irpef come clausola di salvaguardia degli equilibri di bilancio

In altre parole, se la clausola la mette il centrosinistra è un parto del Diavolo su cui vincere le elezioni; se la pensa la destra, è un atto di buon senso e oculata gestione.

Spassosa, ai limiti del cabaret, la confessione finale, in cui ammette candidamente che il mancato aumento delle tasse di chi c’era prima (“al massimo dell’aliquota“, addirittura!), che gli avrebbe tolto chissà quante castagne dal fuoco, è stata una vera

occasione persa

Ma pensa tu che cattivoni ‘sti sinistri che non gli han fatto trovare la pappa pronta!

Il fatto è che noi le tasse le abbiamo ridotte,  abbiamo ampliato i servizi, diminuito di brutto l’indebitamento del Comune…

Sotto a chi tocca adesso.

bullshit, open consiglio
Occasione persa

Dilettanti allo sbaraglio

"Ammettere gli errori è una dote. Provare a rivedere la realtà piegandola al proprio comodo per nascondere una stupidaggine è infantile, inadatto a chi ha il dovere di guidare una comunità”

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il valore in € del mancato introito nel patrimonio del Comune di Piacenza

| Oltre i carciofi c'è di più

Invece di prendere in giro la minoranza in Consiglio, l'assessore bene farebbe a seguire più da vicino le pratiche che lo riguardano, dedicandosi a tempo pieno al ruolo per cui è pagato con indennità intera da 2.500€/mese

Con una nota dell’8 dicembre, ci è sembrato opportuno far notare che l’assessore Zandonella, tanto tronfio nel suo ruolo di sceriffo della città, oltre a mettere il cappello su risultati non suoi e nemmeno del suo osannato Salvini, poi non sigla gli accordi sulla sicurezza urbana con la Regione, inducendo il Comune di Piacenza a

rifiutare un bene confiscato dalla Mafia

A proposito dell’appartamento in questione, che – confermo – il Comune di Piacenza si è lasciato scappare, l’assessore, celebre per i sorrisi di scherno che è solito stamparsi in faccia in Consiglio quando sta parlando qualche collega di minoranza, ha ribattuto che «in data 31 maggio 2018 gli uffici hanno inviato all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) una manifestazione d’interesse per riutilizzare l’immobile al servizio dell’emergenza abitativa».

«Delle due, come sempre, l’una: o Zandonella parla senza conoscere, o conosce ma ritiene di poter aggiustare la realtà al suo comodo»

Val la pena raccontare ai piacentini che il 13 dicembre 2017, in una riunione presso la Prefettura di Bologna, presenti il Prefetto Piantedosi, ora capo di Gabinetto dell’Interno e l’assessore regionale Mezzetti, l’ANBSC ha messo ha disposizione 13 nuovi immobili, tra cui quello nella nostra città.

In quella riunione a rappresentare Piacenza è andato un dirigente (dov’era la politica non è dato sapersi), che ha declinato la possibilità di acquisire il bene, si suppone su preciso mandato del Sindaco o del suo assessore, dato che sarebbe grave se così non fosse.

Il successivo ripensamento, probabilmente dopo aver preso coscienza della sciocchezza di rinunciare a incrementare a costo zero il patrimonio immobiliare del Comune di Piacenza, è stato tardivo.

Quanto inviato il 31 maggio non rileva, dal momento che il 25 maggio era il termine ultimo per intercettare, come da delibera 598 del 23/04, i contributi finalizzati all’attuazione della L.R. 18/2016 “Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” – tra i quali rientravano anche quelli sulla riqualificazione per finalità sociali dei beni immobili confiscati.

Ricapitolando:

  • potevamo dare il segnale di forte attenzione rispetto al contrasto dei fenomeni mafiosi e non lo abbiamo fatto.
  • potevamo aggiungere un locale dal valore di 200.000€ al patrimonio immobiliare del Comune e non lo abbiamo fatto (ma non si profila il danno erariale?).
  • potevamo riqualificare l’appartamento con fondi regionali e statali e non lo abbiamo fatto.
  • potevamo ripensarci e porre rimedio ma lo abbiamo fatto fuori tempo massimo.

Davvero cercano ancora giustificazioni e scarichi di responsabilità?

altri tempi, open consiglio, partecipazione
Metro leggera? No, bicipolitana!

Commissione ambiente

"A parole son tutti ecologisti. Noi proponiamo una commissione speciale sull'ambiente e la mobilità sostenibile. Gratis e aperta al pubblico. Con qualche obiettivo concreto. Vediamo chi ci sta.”

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sforamenti dei valori di ozono e polveri sottili nel 2017 a Piacenza

| Stato confusionale

"La nave è ormai in mano al cuoco di bordo. E ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani" [Soren Kierkegaard]

Parco mezzi a basso impatto ambientale, trasporto pubblico gratuito, ZTL più larga, isola pedonale in centro, bicipolitana.

Questa è la nostra contro-proposta alla boutade della metropolitana leggera, ultima, in ordine di tempo, per sviare l’attenzione da una navigazione a vista che per ora non solo non ha fatto uscire la nave dal porto, ma si ostina a cambiare rotta a ogni soffio di vento.

Il Sindaco l’ha buttata lì nell’ultimo consiglio, per uscire da uno dei tanti angoli in cui ogni volta si trova “incantonata”, tralasciando di dire – se è vero ciò che mi ha sussurato un esperto – che opere di questo genere costano circa 20 milioni di € a km!

Tanto è campata in aria la cosa che non val la pena commentare oltre, per ora: i pregressi della “giunta del faremo” consigliano di non impegnarsi in un dibattito senza capo né coda fin dal principio.

Resta però di importanza capitale il dibattito su dove vogliamo andare e quale futuro, in termini di qualità della vita, intendiamo lasciare ai posteri.

Ho già detto che è ora di fare uno sforzo e uscire dai confini degli interessi di parte, per accettare il fallimento di una visione non più attuale e dire basta a cemento e inquinamento. Rripianificare, mettendo ambiente e salute al centro, senza compromessi, é un obbligo morale, ancor prima che politico.

Per essere ancora più netto,

la svolta ecologista di qualsiasi politica agita da chi tiene davvero al futuro del proprio territorio é imperativa, irrimandabile, radicale.

Progetti come quello della bicipolitana di Pesaro sono esempi virtuosi da seguire, strade da imboccare con convinzione.

Per dare un contributo costruttivo a quanto l’amministrazione intende fare in termini di mobilità sostenibile, per dimostrare che alle parole seguono azioni concrete, abbiamo depositato giusto ieri una proposta di delibera su cui stavamo ragionando da qualche mese, per l’istituzione di una commissione specialeAmbiente Piacenza 2020 – (gratuita e aperta a tutti) che lavori con l’obiettivo di pianificare un pezzo della rivoluzione di cui sopra, attraverso:

  • la tracciatura di una mappa dei punti più adatti per i parcheggi scambiatori intorno alla città, con capienza, distanza dal centro, possibilità di collegamento, costi e tempi indicativi di realizzazione;
  • la quotazione delle risorse necessarie per rendere gratuito o simbolico il costo per il cittadino del trasporto pubblico locale;
  • la quotazione dei costi (e la stima dei tempi) per rinnovare il parco mezzi pubblici verso l’utilizzo di autobus e minibus elettrici, o comunque a minimo impatto inquinante;
  • la stesura di una prima ipotesi di allargamento della ZTL e di progressiva pedonalizzazione del centro storico, da sottoporre poi a pubblico confronto;
  • lo studio di fattibilità su una più rigida regolamentazione degli accessi al centro storico dei corrieri e dei mezzi deputati al rifornimento di negozi e attività in genere.

Il timore che la proposta, fra mille scuse, faccia la stessa fine del nostro ordine del giorno sul Parco alla Pertite è fondato, ma non per questo abbiamo intenzione di desistere.

Speriamo solo che, al solito, non scatti la tiritera bulla e arrogante del “hai perso le elezioni, dunque taci“, che sta purtroppo diventando la triste abitudine di chi si crede forte senza accorgersi che così dimostra solo grande debolezza e puntuale assenza di argomenti.

clicca qui sotto per leggere la PROPOSTA DI DELIBERA

altri tempi, open consiglio
Basta logistica!

C'è chi dice NO

"Arrivano momenti in cui le priorità non possono essere quelle di soddisfare pezzi di carta pensati in altri tempi, lasciati dormire a lungo e poi rispolverati per interesse di pochi. Arrivano i giorni della protesta: per un bene più importante dei soldi o delle opere di compensazione.”

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I metri quadri del nuovo mega capannone previsto

| Prima la salute

Serve volontà, per trovare strade possibili nell'interesse di chi non vede in nuova logistica una via percorribile nell'interesse della comunità piacentina. Si torni in Consiglio, per un dibattito costruttivo e risolutore.

L’alluvione che ha colpito (anche) Roncaglia nel 2015 è una ferita che non si rimarginerà mai, che brucia forte nei cuori dei piacentini.

Le frazioni sono da anni il tallone d’Achille di ogni amministrazione, con varie azioni che non sono finora riuscite, al netto della buona volontà, a far cambiare idea agli abitanti, che si sentono da troppo tempo cittadini di serie B.

Lo sviluppo logistico che ha interessato il territorio ha portato fin qui uno sbilancio costi-benefici sensibile, dal punto di vista sociale, ambientale, ma pure lavorativo (in termini di qualità degli impieghi).

Vero che i 200.000 metri quadri interessati dalla variante urbanistica che la Giunta Barbieri ha appena approvato erano da tempo classificati edificabili, ma è altrettanto vero che, stante la situazione della zona, la volontà politica oggi ha il dovere di provare altre vie, che non concedere l’ennesimo affare privato in cambio di qualche briciola in oneri di compensazione.

Approvare poi la trasformazione dei lotti separati previsti in origine in un mega capannone di quasi 80.000 metri dà l’impressione di chi ha voluto lavarsene le mani senza troppa fatica, accontentando l’immobiliarista di turno e i suoi interlocutori.

Immagino che i cittadini siano pronti a dare battaglia e sono convinto che sia giusto stare al loro fianco.

Per iniziare, sarebbe bello dimostrare attenzione e portare comunque in Consiglio il dibattito, al netto di una decisione di esclusiva competenza della Giunta.

Roncaglia ha già dato. Piacenza ha già dato. Mettiamo fine a gomma, cemento e gas di scarico.

casta e dintorni, open consiglio
Lordo Faxhall

Brutta politica

"Se l'avversario diventa un nemico, se scansi i problemi e non approfondisci con chi può darti una mano, se non fai ricorso alle tue competenze e demandi alla magistratura i tuoi compiti, significa che sei alla frutta.”

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10 giugno: approvazione del progetto Borgo Faxhall

| Degna d'attenzione

E' la doppia morale del Sindaco, che su Borgo Faxhall vede elementi degni di attenzione, tali da ricorrere alla Procura della Repubblica, mentre su tanto altro (vedi Boat) nulla scorge. Mah.

Due principi base che tengono insieme tutto il ragionamento a seguire:

  1. Essere garantisti significa credere all’innocenza delle persone, fino a prova contraria.
  2. Se l’avviso di garanzia diventa rinvio a giudizio, chi ha sbagliato è giusto che risponda, secondo quanto prevede la legge.

Fatte queste premesse, nel caso di specie che riguarda Borgo Faxhall, provvidenzialmente saltato fuori nel pieno di una crisi della giunta che ha appena portato a un sofferto rimpasto, sono tre i livelli sui quali è opportuno soffermarsi.

Prima di tutto, il piano umano: sotto questo aspetto un pensiero va agli indagati e alle loro famiglie, che di certo non stanno passando un momento sereno. Varrebbe forse la pena, invece di affrettarsi in comunicati stampa in cui ci si appunta la medaglia sul petto, di raccomandare prudenza, ricordando che l’avviso si chiama “di garanzia” proprio a tutela di chi lo riceve.

Abbiamo purtroppo imparato che in Italia, per il sentire comune, ormai equivale a una condanna, con buona pace di chi poi, a distanza di mesi, dopo aver perso spesso faccia e reputazione, viene avvisato della conclusione delle indagine senza dar luogo a procedere.

Questione di stile: se manca, non lo si può di certo inventare.

Passiamo al livello amministrativo: per quanto ci riguarda, non si fa un plissé. Se la Procura ritiene ci siano elementi da approfondire, benissimo fa a indagare.

Che il Sindaco senta il bisogno di specificare la massima collaborazione, è tanto superfluo quanto squallido.

Paolo Dosi ha rilasciato un’intervista in tal senso in tempi non sospetti e noi consiglieri abbiamo più volte riportato in aula lo stesso principio. Per noi la massima collaborazione è uno stile di vita. Non sentiamo il bisogno di dichiararla.

Il sonno, dunque, è tranquillissimo.

Tengo per ultimo il piano politico, verso il quale mi salta in mente il detto che basta non fare per non sbagliare.

Sembra questo il motto di un’amministrazione inadeguata quale quella presente, che vive di comunicati e false certezze, mentre arranca tra la fatica antropologica di dar seguito a pratiche pensate da altri e l’incapacità di decidere sui temi strategici.

Il pantano assoluto su Piazza Cittadella, Terrepadane, Ospedale, Borgo Faxhall, Bando periferie: spocchiose stroncature dell’altrui lavoro, scuse a ripetizione per giustificare fermi, ritardi, dilazioni, illazioni continue, nulla di fatto in termini di proposte alternative.

Colpisce che una giunta di avvocati, con il supporto costante dell’avvocatura comunale e tutti i pareri che gli stessi uffici hanno già rilasciato negli anni, con la possibilità di chiedere agli ex amministratori succedutisi nel tempo, oltre che ai vari dirigenti competenti, abbia deciso di lavarsene le mani e demandare al magistrato i compiti per assolvere i quali c’è stato il voto dei cittadini.

Mai visto un Sindaco rivolgersi in Procura, non per un reato, ma per un fatto “degno di attenzione“.

Illuminante in proposito la dichiarazione dell’amministratore di Borgo Faxhall, Cesare Bertola, che sui tempi per la riqualificazione che ora sembrano allungarsi a dismisura, tuona:

«Si era intravisto uno spiraglio alla fine del mandato della precedente Giunta Dosi, poi invece abbiamo visto che la nuova Amministrazione ha preferito portare gli atti in Procura, piuttosto che affrontare la situazione. Si sono parati le spalle, si sono guardati bene dal rimboccarsi le maniche. E noi commercianti rimaniamo là, in attesa che “Dio che ce la mandi buona”

Fa specie che su una vicenda intricata come Boat, che tra le altre cose è costata il posto all’ex assessore Putzu, il Sindaco quasi migliore del mondo e la sua squadra non abbiano invece intravisto elementi degni di attenzione, nonostante l’allarme lanciato da mesi.

Idem per molte pratiche di Acer, per le Farmacie e per tanto altro ancora.

Su queste partite han deciso che la Procura evidentemente non andava disturbata.

Peccato per questa deriva forcaiola, che trasforma l’avversario politico in un nemico da abbattere solo per nascondere la propria insipienza.

Se così è, ed è evidente che sia proprio così, ahimè non resta che metter da parte per un po’ la politica del dialogo costruttivo e adeguarsi a regole di ingaggio cui mai avremmo pensato di dover sottostare.

Ce ne faremo una ragione e, dato che per noi, tanto per fare un esempio, la fretta con cui sono state tolte le aree pubbliche gratuite dalle scelte per il nuovo ospedale, è – eccome – un elemento degno di attenzione, dato pure che abbiamo carte a riguardo che sono ancora più elemento di attenzione, facciamo così: stiamo a vedere se e quando arriveranno a un risultato, individuando il terreno e garantendo che la struttura nuova si faccia proprio a Piacenza e non altrove in Regione.

Poi partirà l’inevitabile (a questo punto) richiesta di accesso agli atti, i quali, senza indugio, saranno portati in Procura della Repubblica.

Come elementi degni di attenzione.

Perché se in città qualcuno ha deciso che la politica va demandata in via del Consiglio, allora che sia tutta la politica, non solo quella indigesta al Sindaco.

open consiglio, titanic
Sabbie mobili

Titanic ancora in porto

"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”

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avvocati in giunta (su 10 membri totali)

| Toppa peggio del buco

Se il rimpasto doveva togliere dubbi su un Sindaco sotto tutela dei partiti e del "suggeritore nella buca" o su assessori finalmente a tempo pieno, beh, al contrario, ha trasformato i dubbi in certezze.

Primo dato incontrovertibile: di dedicarsi a tempo pieno a Piacenza, il Sindaco Barbieri e la sua squadra proprio non ci pensano.

Nonostante questa dichiarazione perentoria del 4 luglio 2017 (“il tempo pieno è una delle richieste su cui il Sindaco non transige“), nessuno degli attuali amministratori, Sindaco compreso, ha un impegno totale verso la città.

Se poi transigeva, chissà cosa avremmo dovuto aspettarci!

L’unico che risultava con un mezzo servizio dichiarato – con relativa indennità ridotta, a fronte dei colleghi lautamente pagati dai cittadini per i loro part-time, era Massimo Polledri, ormai ex.

Nemmeno dai tre nuovi ingressi (tra cui l’ennesimo avvocato, che porta a 6 su 10 la quota leguleia al governo), pare ci si possa aspettare il rispetto della già meno rispettata tra le volontà dichiarate dal primo cittadino.

Marco Tassi in fondo mi mancava. Gli riconosco da sempre passione politica e per la città, per quanto a distanze siderali dalle mie idee. Non ho problemi a dire che un governo di destra a Piacenza senza di lui mi faceva strano.

Cinque anni a sentirmi nelle orecchie, con la pacatezza di un Apache che sta per fare lo scalpo, come avrebbero dovuto girare il mondo e la nostra città sotto ogni prospettiva che lo scibile umano possa contemplare non si scordano in un amen.

Ora finalmente gli toccapassare dalle parole ai fatti e dimostrare la concretezza e la lungimiranza di cui si è sempre vantato.

Peraltro, figlio di un rimpasto, non potrà nemmeno giocare la scusa del “non sapevo, qualora trovasse ostacoli al suo sicuro incedere. Avrà valutato pro e contro della sfida e, dato che l’ha accettatta, avrà i suoi buoni motivi per esser certo di vincerla.

Tempo al tempo: conosciamo a menadito i suoi cavalli di battaglia e arriverà il momento di misurare la sua azione in proposito e chiedergli conto.

Non avesse esordito mettendo le mani avanti sul non accantonare la professione privata per il bene pubblico, mi avrebbe convinto di più.

Poi, sempre per via del tempo pieno, ecco la scelta cadere su uno che fa già il Sindaco in provincia e che, a meno di smentite, continuerà a farlo fino alla scadenza naturale del mandato, più o meno tra sette mesi!

Per tacere del fatto che è pure commissario di Forza Italia e che, con elezioni europee e regionali ormai in vista, si presume qualche grattacapo o impegnucolo qua e là lo abbia pure su questo versante.

In compenso, si dà per certo che con la sua nomina finalmente anche i liberali abbiano il loro ometto di fiducia in giunta. Contenti loro, tutto a posto: d’altronde ai piacentini, se trovi la quadra degli incastri di potere, basta e avanza, mica hanno altro di cui preoccuparsi.

Ci sarebbe poi quell’interessante documento che guarda caso mi è arrivato proprio in questi giorni, che dimostra la poca convinzione di qualche organismo di controllo circa l’interpretazione inappuntabile del ruolo di amministratore da parte del neo assessore.

A me resta l’aspetto umano e le considerazioni personali che traggo da un individuo con cui non ho mai parlato di persona ma che ho avuto la disgrazia di leggere più volte.

Su Acer ha sparato un paio di panzane senza senso. Balle sesquipedali, per le quali ho pensato a una poco accorta inclinazione a dire cose senza sapere di cosa parla.

Poi però è arrivata l’ignobile accusa via social – sia sul suo profilo personale che su quello di Forza Italia – secondo cui sia io che il Sindaco Dosi avremmo saputo e taciuto i presunti maltrattamenti all’asilo di via Farnesiana.

Lì ho capito che il tipo non solo parla senza sapere. Gode proprio a infangare il prossimo per tornaconto personale, il che rende superfluo dire dove lo posizionerei se fossi Don Mariano de “Il giorno della civetta“, rispetto alla famosa classifica dell’umanità.

Sono molto pratici i motivi per cui allora non ho sporto querela e non conviene all’assessore che li esterni adesso.

Gli basti sapere che con il benvenuto dato ieri, per il principio che un avversario risoluto ti fa crescere più in fretta, gli garantirò da qui in avanti tutta l’attenzione che merita.

Da oggi sia trasparente come acqua di fonte e puro come un neonato, perché ogni suo atto, ogni sua parola saranno oggetto di un interesse tale che al confronto la puntigliosità che abbiamo messo sul caso Boat sembrerà niente.

Stefano Cavalli è colui che fin qui ha giocato con freno, frizione e acceleratore per tenere insieme il suo gruppo e garantire equilibrio in maggioranza: NON è riuscito a nascondere anime diverse e spesso conflittuali, ma gli va dato atto di averle comunque governate, impedendo che deflagrassero.

Ora il Sindaco ha deciso di farlo entrare in Giunta, a nostro avviso indebolendo il gruppo consigliare. Bene così.

L’uscita del commissario Pozzi, in cui ricorda alla giunta che la Lega può staccare la spina in ogni momento, dimostra quanto lontano dall’essere risolte sono le fibrillazioni interne.

Al suo posto arriva il senatore Pietro Pisani, ex segretario, figura tanto divisiva all’interno del suo stesso partito da indurlo, come prima dichiarazione, a dichiarare che non ci sono mal di pancia sul suo ingresso. La classica smentita che conferma.

Con Pisani salgono a due i parlamentari qui in aula.

Da rappresentante dei “soloni“, come spesso – col garbo che lo caratterizza – definisce noi consiglieri del PD, sono davvero contento del suo ingresso, a differenza di quei leghisti che non ne hanno votato l’insediamento.

fonte: IlPiacenza.it

Vedremo se si dimostrerà preparato e sempre sul pezzo come il suo collega Foti.

Qui gli slogan li sgamiamo. Non conviene farci troppo conto. Qui dire tutto e il suo contrario non paga molto, perché poi ve la facciamo pesare. Le sparate da piazza, con toni da perenne comizio, come sul bando periferie dove è stato capace di passare da

i soldi non ci sono, ne c’erano prima

a

i soldi ci sono sempre stati

qui vanno dette guardando negli occhi l’opposizione, sapendo che si avrà risposta.

Noi ci impegneremo a dimostrargli che i soloni a Piacenza studiano, si preparano, agiscono il loro ruolo ispettivo con grande impegno e superano in combattività molti di quelli che siedono sugli scranni di quella Roma “ladrona” che rimpingua (anche) i  padani conti in banca.

A me è una sfida che incuriosisce e piace assai.

Come avrebbe detto il compianto Gianluigi Boiardi...la vegna bela!

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Foglie cadenti

Patatrac

"La giunta Barbieri, eterodiretta dalla "Piacenza che conta", perde i pezzi. Ungaretti direbbe: si sta come d'autunno, sugli alberi le foglie”

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giorni per "far fuori" tre assessori

| Situazione tragica ma non seria

Una farsa che non ci fa onore. Quando mai un Sindaco chiama a fare l’assessore consiglieri eletti per poi farli dimettere? è una vergogna! [Tommaso Foti - Fratelli d'Italia - 2014]

Tanto tuonò che piovve. Patatrac ampiamente annunciato, per quanto tacciato come “chiacchiera da comari” fino a poche ore prima. La giunta Barbieri perde i pezzi e, per dirla alla Ungaretti:

si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie

Dato il goffo tentativo di far passare la cosa come l’illuminata decisione di una persona di polso, per chi avesse memoria corta, ecco alcune dichiarazioni del 2014, allorquando fu Paolo Dosi a cambiare gli assetti della squadra:

Una farsa che non ci fa onore. Quando mai un Sindaco chiama a fare l’assessore consiglieri eletti per poi farli dimettere? è una vergogna!

[Tommaso Foti]

Questa totale mancanza di responsabilità nei confronti della città mi urta come cittadino

[Paolo Garetti]

Se non sono in grado di governare, vadano a casa, almeno per dignità politica. Quella che stiamo vivendo è una delle pagine più buie della storia politica recente

[Conferenza stampa congiunta della minoranza]

E fu così che 3 tra i consiglieri più votati dalla gente, passati in giunta meno di un anno e mezzo fa, furono bellamente segati!

Da capogruppo , condivido con i miei la bocciatura senza appello di questi primi 16 mesi di governo del Sindaco: 465 giorni (1/4 di mandato) al passo del gambero, per essere generosi.

Questi signori han vinto predicando netta discontinuità dall’amministrazione Dosi. Peccato che, da subito scostanti e a ranghi sparsi, non si siano contate le volte in cui, messi all’angolo su qualche pratica o sbugiardati sulle tante incoerenze, abbiano provato a bofonchiare, spesso a sproposito, che anche chi c’era prima faceva così.

Il loro lavoro principale fin qui è stato quello di puntellare un’impalcatura che ha nel potere il collante di forze in cui prevalgono distanze politiche e incompatibilità personali, sottolineate in Consiglio da prove muscolari, come quelle che si vedono nei documentari, tra i leoni che rivendicano il territorio.

Non un tema sul quale si siano distinti in positivo! Nel mentre, loro litigano, ma a rimetterci sono il presente e il futuro di Piacenza e dei piacentini tutti.

465 giorni di bulimia di dichiarazioni, quasi sempre smentite dai fatti.

Col sorriso compiaciuto di bambini col giocattolo nuovo, hanno iniziato spargendo sale sui simboli (o presunti tali) di chi c’era prima, per lasciarsi poi il piccolissimo cabotaggio sulla quotidianità e tanta, tantissima confusione sulle questioni strategiche, che ha svelato un mortifero mix tra reale mancanza di visioni e capacità di impantanarsi litigando.

Tirata la riga, oggi troviamo cittadini disorientati, uffici comunali allo sbando, amministratori in perenne conflitto, consiglieri di maggioranza sempre più a disagio.

La situazione è tragica ma non seria.

Quando da questi banchi abbiamo cominciato a parlare di DIS-GIUNTA da DOPO LAVORO, mesi or sono, ricevendo in cambio permalosa irritazione, non era per le nostre doti divinatorie. Siamo solo osservatori attenti.

Un RIMPASTO, per quanto legittima prerogativa, è l’ammissione del fallimento del Sindaco, prima ancora che l’atto con cui si sancisce l’inadeguatezza di uno o più assessori.

Non confondiamo le responsabilità, basta con la favoletta di un primo cittadino in odor di santità, circondato da inaffidabili passacarte.

Se un Sindaco sceglie una squadra e sbaglia componenti, il responsabile è lui e solo lui. Se un Sindaco si fa scegliere in testa la squadra dai partiti o dal suggeritore nella buca, il responsabile resta lui e solo lui.

Principio generale a cui Patrizia Barbieri non può sfuggire.

Il grande bluff dell’indipendenza dai partiti è svelato una volta per tutte.

L’idea che oggi trasuda, proprio dal “palazzo”, ormai incapace di tener riservati spifferi di malcontento che sono diventati folate è di un’amministrazione sempre più spostata a destra, sotto tutela politica, cui non sempre spetta l’ultima parola sulle scelte.

Nominare Massimo Polledri, figura assai nota, per natura abituato ad alternare persona e personaggio, per condividere il governo della città e poi silurarlo stupiti del suo eccessivo personalismo è come voler far sedere l’incredibile Hulk su uno sgabello da campeggio e poi lamentarsi perché lo ha sfondato.

La scusa del personalismo non serve, se non a dimostrare che il nome era stato imposto nei giochi di bilancino iniziali.

All’estremo opposto Paolo Garetti, certo non un personaggio, né un picconatore malato di protagonismo. Le malelingue dicono che sia finito nella buca e abbia pestato un callo di troppo al suggeritore.

Sono tali e tante le voci uscite dalla galleria del vento della sfilacciata maggioranza in questi mesi che, a domanda di un amico

  • Perché Garetti?
  • i suoi dicono che il Sindaco non lo vuole più da mesi e ha fatto continue pressioni su Patrizia Barbieri perché lo silurasse

ho risposto allargando le braccia:

E pensare che la battuta nasce in seno alla stessa maggioranza, prima sussurrata a fil di voce e via via detta con sempre meno pudore.

Per finire con la farsa delle dimissioni finte di Filiberto Putzu, che prima si impunta tanto da far uscire la velina di presunti “dossier”, che posta persino su Facebook col titolo “colori”, salvo poi, fulminato sulla via di Damasco, fare il suo bel passo indietro.

Prendiamo atto che i signori governanti non sentono nemmeno più il bisogno di salvaguardare il comportamento di maniera dell’aver respinto una mozione di sfiducia poche settimane fa solo per non dover ammettere che avevamo ragione noi.

Far fuori un assessore su cui hai appena respinto una mozione di sfiducia è un’offesa all’intelligenza dei cittadini e un inno all’incoerenza.

Piacenza ha bisogno di amministratori che invece di impegni part-time a indennità piena, si dedichino giorno e notte alla città, condividendo una linea comune.

Con queste premesse tremiamo al pensiero che il Sindaco sarà presto anche Presidente della Provincia.

Va bene voler saltare sul carro del buon lavoro di Francesco Rolleri, ma l’impegno di tempo e risorse mentali di un doppio incarico di questa portata richiederebbe un presupposto totalmente assente, cioè un governo del Comune capoluogo in grado di procedere con una sorta di “pilota automatico”, grazie a una squadra ormai coesa e rodata, non in piena fibrillazione.

La sterile invettiva al nemico politico per sviare l’attenzione è un’equazione che non torna più: da mercoledì, tra decisioni prese, interviste rilasciate, comunicati emessi, anche i sassi hanno capito che in questi 465 giorni il nemico dell’amministrazione in carica è l’amministrazione stessa: giunta e consiglieri.

Si tirassero ora  su le maniche e togliessero dalla paralisi la vita della collettività che hanno l’onore di amministrare per interesse diffuso e non particolare.

casta e dintorni, open consiglio, politica, welfare e sanità
Sono solo scatolette

Spocchia e furbizia

"Insultare i propri dipendenti e assegnarsi premi di risultato fissando obiettivi più bassi degli anni precedenti non è il miglior biglietto da visita per chi dovrebbe rappresentare l'aria nuova”

| Altro pasticcio verdenero

Pare proprio che la (dis)giunta non riesca a metter testa su qualcosa senza combinare danno. Sono gli altri a montar polemiche o Barbieri & Co. a non farne una giusta dal principio alla fine?

Se i cittadini riuscissero, per voglia e tempo a disposizione, a mettere insieme con logica e senza pregiudizio i puntini dell’azione amministrativa, alla fine avrebbero un quadro chiaro di quelli a cui hanno dato il voto. Come il gioco della Settimana Enigmistica, dove alla fine, punto dopo punto, vien fuori la figura.

Per fortuna di certa politica, al cittadino, di solito, manca tutto per tirare le righe: tempo, voglia, competenze. Su questo fanno conto in tanti, a cui basta qualche slogan per raccattare voti e consenso e poter poi far danni grazie a un mix ben dosato di arroganza e scarsa competenza.

Capita così, che pure a fronte di anni di sacrosanto mazzo fatto sui banchi dell’università per diventare seri professionisti, tocchi in sorte sentirsi dare del “venditore di scatolette” da un amministratore delegato neo-eletto, deciso a  mettere da subito in chiaro il rispetto per i propri dipendenti.

E dire che, di motivi per essere più cauti, i nuovi capi di Farmacie Comunali Piacenza ne avrebbero, dal momento che non è ancora chiaro se siano compatibili o meno per l’incarico ricevuto.

In attesa che altri rispondano al quesito, dato che a precisa richiesta, il Dott. Gallini ha preferito delegare la risposta all’assessore Passoni, infischiandosene del fatto che lo stesso non fosse presente (alla faccia della trasparenza e della buona fede!), non si è perso tempo a studiare lauti premi di risultato, stando ben attenti, fosse mai che poi servisse troppo sforzo, a fissare obiettivi meno performanti – cioè più bassi – degli anni precedenti!

Come quella pubblicità, con la canzonetta TA-TADA-TADA-TA-DA e il claim “Ti piace vincere facile“!

Peccato che il catalogo degli svarioni, come prima uscita pubblica, non finisca qui.

Dimostrando che dell’importante funzione di presidio sociale che può avere una farmacia in zone particolari della città, come le frazioni, abitate specialmente da persone anziane, i nuovi vertici se ne infischiano, eccoli ammettere candidamente che stanno pensando di chiudere la farmacia a Roncaglia.

D’altronde, se si tratta solo di scatolette, che problema c’è a fare un po’ più di strada per andarle a prendere?

Qui però hanno sbagliato i conti. Perché sarà battaglia. Promesso.

nota: le immagini degli articoli sono tratte da Libertà – quotidiano di Piacenza

Aggiornamento 14/10

Scusa per privatizzare?

A pensar male si fa peccato, diceva il tale. Ma spesso ci si piglia. Ecco, a me questa tiriteraè colpa tua, è colpa mia” sta facendo frullare in testa il dubbio che la giunta liberal-destrorsa possa sfruttare l’occasione per far quello che più piace da quelle parti: cedere i gioielli di famiglia.

Temo facciano bene i farmacisti (purtroppo) a preoccuparsi. Dico subito che sono CONTRARIO senza se e senza ma all’eventuale dismissione della parte pubblica.

Vedremo…

casta e dintorni, open consiglio, società
T’amo, pio smog!

Ma quale ambiente!

"É il momento di avere il coraggio amministrativo per scelte radicali in tema di salute. Urge un cambio di rotta netto e discontinuo, che rimedi a tutti gli anni persi finora”

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Orario di apertura anticipata della ZTL

| Contromano sulla salute

Manca coraggio nelle scelte, si sta sul piccolo cabotaggio che scontenta un po' tutti ma non troppo da strappare la corda. E a rimetterci sono i nostri polmoni.

Parcheggi scambiatori, trasporto pubblico gratuito, incentivo all’uso delle due ruote, centro a traffico limitato e pedonalizzazione diffusa.

Piano per una rete di parcheggi scambiatori nella prima cintura della città, obiettivo trasporto pubblico gratuito, mezzi elettrici e a metano, incentivo spinto all’uso delle due ruote, centro interamente a traffico limitato e pedonalizzazione diffusa.

Altro che apertura anticipata della ZTL.

Io la penso in modo diametralmente opposto all’amministrazione e a Lega e Forza Italia, che si compiacciono della novità, mi sento di opporre un fermo biasimo politico per una scelta contraria alla salute dei piacentini.

Chiederò a questo punto di convocare un’apposita commissione (magari speciale, senza gettone di presenza) per valutare la fattibilità della mia proposta.

Cominciamo a parlarne e facciamo che ne parli la città.

casta e dintorni, open consiglio
Prima i piacentini. Dopo.

Poche medaglie, molte patacche

"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”

| Così, tanto per dire.

Ormai da tempo assistiamo allo strano caso di chi governa facendo l'opposto di quanto promesso sotto elezioni. Chissà se e quando i piacentini se ne renderanno conto...

Ennesimo contrordine della giunta del “vorrei ma non posso“.

Fedele al tempo futuro ipotetico improbabile, ormai assunto quale segno distintivo di un’inazione cronica, che goffi slanci decisionisti (a parole) riescono sempre meno a mascherare, ecco che gli sbandierati concorsi per assumere nuovo personale in Comune diventano niente più che un ricorso ad altrui graduatorie.

Risultato? Si mettano il cuore in pace i piacentini: per ora i posti che potevano essere loro li prenderà qualche fiero leghista della val Brembana, che vedrà in seguito come pianificare il trasferimento da Piacenza in quel di Bergamo.

Se penso alle polemiche sul nostro concorso per educatrici, difeso con la dichiarata volontà di dare speranze di lavoro a chi si diploma nei nostri licei o si laurea alla nostra università.

Per il consenso, evidentemente, paga più dirlo, “prima i piacentini“, che metterlo in pratica per davvero.

Avanti il prossimo.