DISABILI: perseverare è diabolico.
La politica sa essere paradossale, capace di colpi di coda grandiosi.
Venerdì io perdo la brocca per una votazione figlia di superficialità e abbandoni prematuri dell’aula, che mette a rischio il tirocinio lavorativo di circa 100 persone, tra disabili e soggetti socialmente fragili e lunedì sono oggetto di attacchi capziosi e velenosi perché sarei io quello che, in perenne campagna elettorale, dopo i minori stranieri non accompagnati, ora specula sulla fragilità. Leggere l’articolo per credere.
Signori miei, lo ammetto: sono in campagna elettorale dal 14 gennaio 2014, giorno della mia nomina ad assessore. Penso che un amministratore debba essere giudicato per il suo lavoro di tutti i giorni, fedele al principio che «se si dice, va fatto; se si fa, va detto».
É così grave? É così difficile capire? Mi sono sempre appellato alla solidarietà di tutta la politica per risolvere le questioni più delicate (vedi 118, Asp, profughi, minori, disabili, carcere, invisibili, abitazioni,…).
Spesso questa non é arrivata e invece di rimettermi al mio posto buono buono ho cominciato a sgomitare in ogni direzione e a ogni livello possibile, con la faccia che ho e i miei cittadini come unico riferimento vero a cui rendere conto.
Così é, se vi pare.
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