DISABILI: quando la politica deve vergognarsi tra superficialità e dispetti di parte.
È inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.- Italo Calvino

manca il quorum

Poche storie: se si rischia di mandare in fumo quasi mezzo milione di € che deve sostenere attività lavorative per persone disabili e fragili, la vergogna é di tutti, maggioranza e minoranza.

Se qualcuno fa distinguo sulle colpe, puntando il dito su altri, ancora non ha capito fino in fondo la differenza tra fare gli interessi di parte e il bene comune.

Ci sono momenti e argomenti che si prestano, ma non possono essere quelli che riguardano la disabilità. Vergogna, di cui mi faccio carico per primo, dato che appartengo a questa classe politica e che evidentemente, nel mio intervento, non ho fatto capire a sufficienza l’importanza di quello che si stava votando. Mai dare nulla per scontato.

Io vorrei che, per una volta, per crescita collettiva in termini di educazione civica e livello morale, si capisse quando non ha senso parlare di singoli partiti o schieramenti politici, di maggioranza e opposizione.

100 persone fragili e/o disabili. 100 facce, 100 nomi e cognomi. 460.000€ destinati a loro e la politica senza batter ciglio disponibile a berseli tra superficialità e dispetto di parte.

È stato un pessimo momento, dalla cui responsabilità nessuno di quelli che siedono in Consiglio, io per primo, può ritenersi esente. Speriamo di recuperare questa stupidaggine. Amministrare è esercizio diverso dal fare contrapposizione politica.

O al primo posto mettiamo l’interesse vero di chi ha bisogno, o è meglio andare a casa. Per me un politico oggi, se non è utile, è dannoso.

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