Il fastidio della Medaglia d’oro
Di chiaro stampo antifascista

"Il fascismo è un tarlo, che si nutre di esasperazione e paura, che cerca sfogo in un nemico e in soluzioni radicali. Ripudiarlo oggi è una risposta al presidio necessario contro la normalizzazione di certi disvalori e la banalizzazione di pensieri e comportamenti che ci allontanano dal livello base di umanità.”

| Poco meno di un pannicello caldo
Nonostante le garanzie del Sindaco in Consiglio comunale, la giunta ha approvato un testo che si rifiuta di richiamare il rispetto alla Medaglia d’oro. Poche righe di modifica. Prendere o lasciare. E parlano pure di condivisione!
“Spiace, registrare la presa di posizione di qualche consigliere che, in spregio a questo momento di comune condivisione, insista, per pura propaganda politica, nel voler introdurre elementi polemicamente divisivi, che certo non aiutano un sereno confronto e la maturazione di una coscienza comune”
Così la nota stampa della Giunta, dopo l’approvazione delle modifiche (all’acqua di rose) ai criteri di concessione delle sale comunali.
Ci vuol davvero coraggio ad attribuire ad altri lo spregio a un momento di condivisione, dopo aver risposto “picche” a tutte le proposte della minoranza nelle varie riunioni dei capigruppo.
Ci vuole mestiere a ergersi garanti del “patto tra gentiluomini” in pubblico e poi buttare sul tavolo quattro righe banali, dicendo: “prendere o lasciare”.
Perché così è successo, per puro fastidio a ribadire l’essenza antifascista della nostra città, che ha portato questa illuminata giunta a opporsi persino alla richiesta di rispettare la parola data in Consiglio comunale, laddove – in aula – avevamo posto come unico punto non negoziabile proprio l’esplicito riferimento al rispetto alla Medaglia d’oro e alle motivazioni che ne giustificarono il conferimento, che chiedevamo venissero riportate integralmente – si tratta di poche righe – nella modulistica da compilare.

Altro che: “recepiti i criteri emersi nel dibattito consigliare“! Niente da fare: della Medaglia d’oro al valor militare nei nuovi moduli nessuna traccia. Sta già nello Statuto. Guai a ripetersi e diventare ridondanti!
Non paghi, scelgono di esagerare e di rinunciare anche al minimo di stile che ci si potrebbe aspettare.
Potevano tenere un basso profilo e avrei evitato di mettere questi puntini sulle i. Invece se ne escono con un comunicato autocelebrativo, in cui girano la frittata e partono all’attacco di chi – a dir loro – vorrebbe introdurre elementi politicamente divisivi.
Si sappia che gli “elementi politicamente divisivi”, per questi governanti, sono proprio la Medaglia d’oro di cui si fregia Piacenza per la lotta alla dittatura e all’oppressore straniero e le parti della Costituzione in cui è più chiaro il riferimento all’antifascismo.
Ci hanno fatto capire in modo chiaro che per loro il “sereno confronto” equivale a:
“fai quel che dico io”
e la “maturazione di una coscienza comune” passa per la rimozione di verità storiche.
Fumo negli occhi gettato senza ritegno, compiacendosi pure di accusare gli altri di propaganda.
Il fascismo è un tarlo, che si nutre di esasperazione e paura, che cerca sfogo in un nemico e in soluzioni radicali. È un meccanismo semplice, da cui nessuno è al riparo.
Ripudiarlo oggi non è una risposta all’inesistente pericolo di ricostituzione del disciolto partito, ma al presidio necessario contro la normalizzazione di certi disvalori e la banalizzazione di pensieri e comportamenti che ci allontanano dal livello base di umanità.
Chi amministra ha il dovere di interpretare quel presidio, nelle grandi e piccole azioni quotidiane
Rimangiarsi la parola e far pesare i numeri di un potere arrogante, che mal sopporta il vero confronto, non sono di certo il miglior viatico in tal senso.
A prescindere da quanta opinione pubblica si riesce a confondere con verità posticce e comunicati che, in quanto a propaganda, meritano davvero una menzione speciale.
W Piacenza, città Medaglia d’oro. W l’Italia che resiste. Libera, democratica, solidale.
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