Lo (s)regolamento delle case popolari

Ideologia e noncuranza

"Non mi toccano le frecciatine. Tornerei in Consiglio altre 17 ore se servisse a cambiare ancora questo testo. Io sono orgoglioso del lavoro fatto e sereno per aver dato il massimo nell'interesse esclusivo dei cittadini, specie di quelli più fragili.”

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ore di dibattito in Consiglio necessarie a far passare il nuovo regolamento

| Dopo i piacentini

"Prima i piacentini e le fragilità" è la frase a effetto usata nel comunicato stampa dell'assessore. Peccato sia una fake news, un titolo messo lì per farsi dire bravi da chi di leggere e capire non ha proprio voglia.

Il regolamento delle case popolari è passato dopo 17 ore e mezzo di Consiglio, in cui, dopo tira e molla che sembravano senza fine, abbiamo convinto il  Sindaco a far fare marcia indietro a Dirigente e Presidente, ammettendo al dibattito tutti e 63 gli emendamenti, di cui 37 nostri.

Roba di contenuto, tecnico e politico, di cui è stato fin da subito chiaro che la quasi totalità dei consiglieri di maggioranza nulla capisse.

Chi si chiede perché qualcuno volesse evitare il dibattito in aula è sulla strada giusta per comprendere la preoccupazione di vedere smascherate scelte ideologiche e pasticciate.

Il nostro non è stato bieco ostruzionismo, ma ferrea convinzione che il testo andasse profondamente migliorato. In parte ci siamo riusciti e questo ci rende fieri della politica che stiamo agendo.

 Leggo in una nota dell’assessore, troppo lunga e in burocratese per invogliare la lettura dei non addetti ai lavori (in cui, tra l’altro, continua a riferirsi a me, pur senza citarmi per nome), che il parto amministrativo sarebbe improntato alla difesa della piacentinità e delle fasce più deboli: niente di meglio per raccogliere qualche hip hip hurrà da ultras poco interessati al merito e al dettaglio.

Dato però che l’argomento è troppo importante, per quanto non di grido, farò presente alcune realtà di fatto, che la maggioranza ha preferito non trascrivere nella propria velina di propaganda.

Buona lettura

La fregatura del bonus genitori

Prima i piacentini” è uno slogan destinato a rimanere tale. Tutti tronfi, i nostri governanti hanno deciso di assegnare 10 punti aggiuntivi a chi ha i “vecchi” residenti in città da almeno 20 anni. Lo hanno chiamato “bonus genitori“.

A parte che non specificano quali e quanti genitori valgono (basta uno? Tutti e due di un richiedente? Tutti i genitori di entrambi i componenti del nucleo richiedente? Vai a saperlo…), basterebbe ricordare che circa 20 anni fa è stato proprio il periodo in cui molti hanno lasciato la città per la villetta fuori.  Ne deriva che oggi sarà molto più probabile che siano quelli che la Lega taccia come “stranieri” a  vantare ascendenti da 20 anni in città, a discapito dei giovani piacentini i cui genitori si sono un tempo trasferiti in campagna. Persino i Sinti di Torre della Razza avranno più possibilità di beneficiare della residenza lunga rispetto a molti presunti appartenenti a quell’arianesimo padano tanto caro dalle parti di Palazzo Mercanti.

Ci sarà da ridere a vedere gli effetti collaterali di una scelta tanto frettolosa quanto improvvida.

Non bastasse, vedremo spesso il paradosso di 5 punti assegnati a quel richiedente residente in città da 9 anni, ma con i genitori in provincia, a fronte dei 10 punti a chi è arrivato ieri ma ha mamma e papà a Piacenza da un ventennio.

…contenti loro…

Come ti dimezzo il punteggio!

Che forza questa giunta! Insiste a dire che premia la piacentinità, eppure mica ce lo siamo inventati noi di dimezzare il punteggio della fascia di anzianità di residenza da 5 a 10 anni, che dai 9 punti di prima è passato a 5 punti adesso…

Piacenza non è una città per giovani

Se sei giovane e hai la sfortuna di aver presentato una domanda a pari punti con quella di qualcuno più anziano di te, sappi che la casa andrà a quel qualcuno.

Bamboccioni!

Per questa Giunta, se sei ancora in casa con i genitori, o hai meno di 26 e sei studente, o sarà meglio che cominci a considerarti un peso a tutti gli effetti, dato che la tua presenza non sarà conteggiata nella domanda per le case popolari.

Disabili di serie A e serie B

Hai un figlio autistico? Sei ipovedente? Spiacente ma per il Comune in tema di case popolari si considerano solo gli handicap motori.

O mamma e papà, o niente!

Senza il nostro emendamento teso a far notare che la potestà genitoriale può essere esercitata non solo da mamma e papà, sarebbe stato penalizzato chi non ha la fortuna di poter contare sui genitori naturali.

E mio figlio a chi lo do?

La Giunta del cambiamento aveva trascurato la possibile esistenza e i bisogni di coloro che, pur essendo rimasti soli, hanno figli a carico. Svista da poco?

Valla a fare in un prato!

Speri di andare a vivere in una casa popolare perché dove sei ora non hai i servizi igienici? Scordatelo. La destra al governo ha eliminato i punteggi alla voce “antigenicità”.

O mangi ‘sta minestra, o salti…

Anche se nessuno di noi acquisterebbe o affitterebbe un appartamento a scatola chiusa, per questa amministrazione, se hai bisogno di una casa popolare, ti becchi quel che ti fanno vedere su planimetria. Sopralluogo dal vivo? Non se ne parla!

Potrei continuare, perché questi sono solo alcuni cenni rispetto ai tanti emendamenti presentati.

Al netto del fumo negli occhi e delle frasi fatte, spero di aver chiarito a chi non legge pregiudizialmente questa pagina che, alla fine, la c.d. piacentinitá tanto sbandierata sarà penalizzata, nella classica eterogenesi dei fini che si abbatte su chi fa prevalere l’ideologia alla competenza.

Ma, peggio ancora, alcune fasce deboli, tipo quel mondo di disabilità che sta oltre i problemi di deambulazione (es. autismo), si accorgeranno di essere lasciate indietro, al pari delle giovani generazioni.

È un brutto regolamento, con alcuni punti che si prestano a ricorsi certi, eppure ci tocca accontentarci del fatto che senza di noi sarebbe stato molto ma molto peggio.

Non mi sfiorano le frecciatine dell’assessore. Io sono orgoglioso del lavoro fatto e sereno per aver dato il massimo nell’interesse esclusivo dei cittadini, specie di quelli più fragili.

Oggi come oggi, in politica, non è poco e non è scontato”