MSNA. Il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è al collasso
Un politico può promettere. Un amministratore deve dimostrare.- Stefano Cugini

msna verdeNon è possibile continuare. Quando la legge è sbagliata, chi non vuol comunque violarla deve trovare strade alternative. Per quanto dirompenti. Si tratta di dovere civico, oltre che di principio etico.

A ottobre 2014 dicevo che l’accoglienza dei msna minori stranieri non accompagnati ci vede al collasso e impossibilitati a ulteriori prese in carico. I miei gridi di aiuto, gli appelli per una situazione che è una vera e propria “bomba a orologeria” si sono sprecati, ma non è servito.

Oggi il collasso è compiuto (vedi situazione e numeri in città). Ciò nonostante, ci è imposta l’accoglienza sotto la minaccia di denunce penali. Se i miei collaboratori, professionisti esemplari e con decenni di esperienza sono al panico da arrivo, significa che così non può continuare.

Una legge assurda prevede che la Questura consegni tassativamente al Comune ogni minore non accompagnato che le si presenta. Indipendentemente dalla nostra capacità ricettiva.

“Non hai più posti? Non è un mio problema”.

E il paradosso è che le Questure, così dicendo, stanno eseguendo solo quanto disposto dalla legge.

Basta! I Comuni non possono restare sempre, per tutto, con il cerino in mano. Subiamo un flusso anomalo di ragazzi, soprattutto albanesi ed egiziani, quasi sempre prossimi alla maggiore età, spesso problematici e violenti.

Ora è arrivato il momento di sollevare il sacrosanto clamore su una situazione che fa acqua da tutte le parti. Siamo in un contesto normativo ipocrita dietro il quale tutti i livelli istituzionali si fanno scudo fino all’ultimo anello, il Comune, che non ha altri a cui lasciare la palla avvelenata.

Che in ambito istituzionale mi si “suggerisca” di far sentire meno a proprio agio i ragazzi, così se ne vanno per conto loro e passano la voce, è offensivo per il lavoro dei miei operatori, oltre che del senso stesso di servizio allo Stato e alla comunità.

Quello degli albanesi deve essere un capitolo a parte nel grande libro dei MSNA: parliamo di giovani provenienti da un Paese che non è in guerra e spesso da territori che non sono in condizioni di povertà.

Sono gli stessi familiari ad accompagnarli in Italia e poi a ripartire. Succede allora che, per la legge, se i servizi sociali non li prendono in carico, il Sindaco va incontro a una denuncia per abbandono di minore, mentre i genitori, quando i figli hanno superato il 14mo anno di età, pare non siano perseguibili per lo stesso reato.

Dalla politica tante, tantissime parole, ma finora scarsi risultati.

  • Voglio poter consegnare questi ragazzi alla loro ambasciata, perché, come “ruota degli esposti”, è meglio quella che la sede dei servizi sociali di un qualunque comune italiano.
  • Ambisco ad accordi internazionali, in cui uno Stato sovrano abbia l’obbligo di svolgere velocemente le indagini per fare un quadro della situazione di un ragazzo suo connazionale e predisporre il rimpatrio, nel preminente interesse del minore.
  • Chiedo procedure di rimpatrio assistito efficienti ed efficaci, soprattutto rapide. Oggi lo strumento ha la stessa utilità di un dagherrotipo nell’era della fotografia digitale! La mia legge deve mettermi in condizioni di organizzare il rientro dei ragazzi albanesi che si presentano alla porta del mio assessorato (tranne ovviamente i casi in cui il bisogno di cura è palese).
  • Mi aspetto dagli accordi di cui sopra che, in attesa del rimpatrio assistito, sia lo Stato di provenienza del minore a stipulare convenzioni con gli Enti locali e con le Prefetture per l’allestimento di strutture di accoglienza, contribuendo ai costi di sostegno e mantenimento dei servizi.
  • Invoco genitori rintracciabili e imputabili per aver abbandonato i loro figli.
  • Imploro più controlli alle frontiere aeree e marittime.
  • Reclamo una legge che permetta una distribuzione territoriale, poiché oggi sono troppo penalizzati i Comuni capoluogo come Piacenza, sede di Questura (dove si presentano) e snodo ferroviario (dove arrivano).
  • Supplico più collaborazione tra istituzioni per smascherare la rete che sta dietro a questi arrivi programmati.

Se un amministratore di provincia è lasciato solo dai livelli superiori di governo, sarà un’impresa per lui non far sentire i propri cittadini abbandonati dalla politica. Io non mi rassegno a questa idea e siccome voglio sentirmi orgoglioso del mio Stato, mi metto a urlare più forte.

Ho provato tutte le strade ma senza risultato. Ora scrivo io al Console e vediamo se e cosa risponde.

minori stranieri non accompagnati

Oggi intanto dobbiamo andare a ritirare in Questura l’ennesimo ragazzo.

Finché non arriverà qualche risposta, fino a quando qualcuno non sarà veramente disposto ad ascoltare l’appello di un amministratore di trincea ritengo indispensabile un’azione forte di protesta.

Lo ribadisco. Ho deciso di non fermarmi. Lo faccio per i ragazzi, quelli davvero fragili, che hanno bisogno di un sistema accogliente, dotato di risorse e strutture per tutelare la loro minore età. Lo faccio per il personale dei servizi sociali, che da me si aspetta decisioni e risposte, non solo disposizioni. Lo faccio per tutti i colleghi amministratori stanchi di troppe parole, soluzioni solo prospettate e strategie politiche con il passo “della mula vecchia.

Se non basta questa, ne studierò altre.

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