MSNA. Io non abbandono i minori albanesi non accompagnati. Li porto al loro Consolato
Regionale per Milano delle 7:55. Un carro merci, lento e caldo. Come promesso ho organizzato una “gita” al Consolato albanese, con tanto di minore al seguito. Non sono atteso, nessuno ha risposto alla mia lettera di venerdì scorso. Ovviamente la cosa non è bastata a farmi desistere.
Il quadro che mi ero prefigurato prevedeva una mia richiesta di colloquio con il Console, a cui sarebbe seguita in tutta risposta l’impossibilità di ricevermi; nuovo appello per parlare con il secondo funzionario più alto in grado e probabile muro di incomprensibilità/incomunicabilità burocratica/dipolomatica. Da li in poi avrei recitato a soggetto.
Niente di tutto questo: benché non attesi, siamo ricevuti in un tempo sufficientemente breve per non svenire dalla calura di un appartamento stipato di gente come neanche qualche gestore con i profughi, con una temperatura da fusione dei lobi delle orecchie.
La Console è cordiale e ascolta molto attenta. Interrompe, chiede di capire meglio i passaggi che le sfuggono, prende nota. Io intanto mi sforzo di parlare italiano il più lentamente possibile perché non sfugga niente dei concetti che intendo esprimere.
Dopo un’introduzione sui numeri dell’accoglienza a Piacenza, sui continui arrivi, sulle percentuali assolutamente sparametrate di MSNA (minori stranieri non accompagnati) albanesi rispetto al totale, arrivo al sodo, riassumento questi pochi principi:
- per noi l’accoglienza di un minore è un dovere, oltre che legale, morale. Per questo, da amministratore, sono orgoglioso della professionalità dei miei collaboratori e non intendo fare come altre città (ho portato prove documentali) che affidano i minori a se stessi, nè suggerire al mio servizio di attuare condotte meno opportune per disincentivare gli arrivi.
- perché i principi di equità sociale e solidarietà umana stiano insieme, devo essere messo nelle condizioni di tutelare davvero la minore età dei ragazzi, altrimenti diventa un’istigazione a delinquere istituzionale, oltre che nei confronti dei minori stessi che, se abbandonati, qualche espediente per tirare avanti devono pur trovarlo.
- considerata la frequenza degli arrivi i presupposti di cui sopra non ci sono, motivo per cui, dato che per senso dello Stato ed etica personale tendo a rispettare le leggi ma appurato che di fatto sono costretto a violarle, tra abbandonare un minore albanese per strada o abbandonarlo sul suo suolo patrio (come è a tutti gli effetti il Consolato), sceglierò sempre e comunque la seconda opzione.
- ho bisogno di un canale diretto con la sede diplomatica per avvisare di ogni arrivo e un impegno affinché sia trasmessa al Ministero competente in Albania, ogni volta, veloce richiesta di autorizzazione al rimpatrio.
La Console ha parlato con il ragazzo, che le ha spiegato il viaggio in Italia alla ricerca di una vita migliore (!). Per quanto mi riguarda, le ho detto che ora, per come sono messi i servizi, io posso solo peggiorare la sua situazione.
Alla fine mi ha chiesto una settimana, impegnandosi a trasmettere entro oggi richiesta al Ministero per il rimpatrio del giovane. Per il resto si è detta disponibile a creare il canale di cui al punto 4.
Me ne sono andato ammonendola del fatto che, nulla ricevendo ne prossimi giorni, entro i primi di settembre tornerò al Consolato per consegnare il passaporto e il ragazzo.
Mi ha detto, testuali parole, “ho capito, è stato chiaro“. Resto pieno di perplessità ma quantomeno abbiamo fatto da apripista. Dubito che finisca qui, ma per ora – come nella sigla di Star Trek:
“siamo arrivati là dove nessun uomo è mai giunto prima”.
Dai, oggi può bastare. Solo oggi però!
Ti interessa saperne di più? Iscriviti alla NEWSLETTER settimanale.
[CONTACT_FORM_TO_EMAIL]