PROFUGHI. Per quelli che chiedono di farli lavorare…
Mentre la “politicona – ona – ona” pare capirci qualcosa un giorno si e dieci no, molti enti locali (ma non tutti), avanguardisti per stato di necessità, denunciano, subiscono, soffrono, ma continuano con il loro carico di responsabilità, umanità, fantasia, riconoscendo persone in quelli che in troppi retrocedono a categorie sub-umane.
La nostra presa in carico rimanda ai principi di un’accoglienza ferma ma dignitosa, a condizioni alberghiere che consentono di organizzare supporto formativo, educativo, alfabetizzazione. Piccoli nuclei, distribuiti.
Come già detto, per pretendere il rispetto dei doveri, bisogna prima dimostrarsi in grado di offrire i diritti fondamentali.
L’iniziativa di affiancare i nostri ospiti ai volontari di “puliamo il mondo” è particolarmente bella, perché aiuta a sviluppare conoscenze, normalità, a togliere l’etichetta di profugo, almeno per qualche ora. La squadra è già rodata, perché in Asp, non stare con le mani in mano è ormai una consolidata abitudine.
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