PROFUGHI: l’assenza del Comune di Piacenza è politica.
Bene ha fatto il Presidente della Provincia, Francesco Rolleri, a convocare un’incontro tra Prefettura e Sindaci, per provare a riallacciare rapporti e collaborazione, ridotti ormai ai minimi termini.
Tentar non nuoce e la buona volontà va sempre apprezzata: ciò nonostante, i cocci rotti prima di essere rimessi in sesto – posto che sia possibile – hanno bisogno di tanta cura.
L’andamento dell’assemblea era ampiamente prevedibile. Questo è il motivo che ci ha convinto, come Comune capoluogo, in qualità di esempio virtuoso di accoglienza e responsabilità, a non partecipare.
Se davvero è stata addotta la scusa di impegni del Sindaco, se davvero l’ha tirata in ballo il Signor Prefetto, siamo ancora più lontani di quanto pensassi dalla ripresa di corretti rapporti istituzionali.
La nostra assenza è squisitamente politica, densa di significato e mirata a mandare un messaggio chiaro alla Prefettura e al resto del territorio.
Accogliere secondo le linee che invochiamo da tempo, in termini di quantità e di qualità, non è buonismo: al contrario è un’azione di tutela forte per i propri cittadini. Così un’amministrazione presidia il territorio e quello che succede, riconoscendo diritti e pretendendo doveri. Da tutti, persone accolte e soggetti gestori di questa sgangherata accoglienza.
Visto che – volenti o nolenti – gli arrivi saranno collocati, fino a prova contraria, vorrei sapere dai cittadini se preferiscono un Sindaco che continua a dire “NO” e a disinteressarsi di quello che comunque viene organizzato da altri in casa sua o un primo cittadino che supervisiona e coordina con rigore la presa in carico e la serietà di chi la gestisce. Per me non c’è dubbio su quale sia la strada da preferire: basta solo riflettere con la propria testa senza lasciarsi trasportare da semplificazioni inutili e dannose.
Non è più tempo per le parole. La nota riportata nell’articolo qui sopra dice in modo molto chiaro cosa ci aspettiamo in segno di serietà e buona volontà. E anticipa come e quanto la disponibilità a mettersi in ascolto in mezzo a sordi sia ormai al lumicino.
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