Sabbie mobili
Titanic ancora in porto

"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”

| Toppa peggio del buco
Se il rimpasto doveva togliere dubbi su un Sindaco sotto tutela dei partiti e del "suggeritore nella buca" o su assessori finalmente a tempo pieno, beh, al contrario, ha trasformato i dubbi in certezze.
Primo dato incontrovertibile: di dedicarsi a tempo pieno a Piacenza, il Sindaco Barbieri e la sua squadra proprio non ci pensano.
Nonostante questa dichiarazione perentoria del 4 luglio 2017 (“il tempo pieno è una delle richieste su cui il Sindaco non transige“), nessuno degli attuali amministratori, Sindaco compreso, ha un impegno totale verso la città.
Se poi transigeva, chissà cosa avremmo dovuto aspettarci!
L’unico che risultava con un mezzo servizio dichiarato – con relativa indennità ridotta, a fronte dei colleghi lautamente pagati dai cittadini per i loro part-time, era Massimo Polledri, ormai ex.



Nemmeno dai tre nuovi ingressi (tra cui l’ennesimo avvocato, che porta a 6 su 10 la quota leguleia al governo), pare ci si possa aspettare il rispetto della già meno rispettata tra le volontà dichiarate dal primo cittadino.
Marco Tassi in fondo mi mancava. Gli riconosco da sempre passione politica e per la città, per quanto a distanze siderali dalle mie idee. Non ho problemi a dire che un governo di destra a Piacenza senza di lui mi faceva strano.
Cinque anni a sentirmi nelle orecchie, con la pacatezza di un Apache che sta per fare lo scalpo, come avrebbero dovuto girare il mondo e la nostra città sotto ogni prospettiva che lo scibile umano possa contemplare non si scordano in un amen.
Ora finalmente gli toccapassare dalle parole ai fatti e dimostrare la concretezza e la lungimiranza di cui si è sempre vantato.
Peraltro, figlio di un rimpasto, non potrà nemmeno giocare la scusa del “non sapevo“, qualora trovasse ostacoli al suo sicuro incedere. Avrà valutato pro e contro della sfida e, dato che l’ha accettatta, avrà i suoi buoni motivi per esser certo di vincerla.
Tempo al tempo: conosciamo a menadito i suoi cavalli di battaglia e arriverà il momento di misurare la sua azione in proposito e chiedergli conto.
Non avesse esordito mettendo le mani avanti sul non accantonare la professione privata per il bene pubblico, mi avrebbe convinto di più.
Poi, sempre per via del tempo pieno, ecco la scelta cadere su uno che fa già il Sindaco in provincia e che, a meno di smentite, continuerà a farlo fino alla scadenza naturale del mandato, più o meno tra sette mesi!
Per tacere del fatto che è pure commissario di Forza Italia e che, con elezioni europee e regionali ormai in vista, si presume qualche grattacapo o impegnucolo qua e là lo abbia pure su questo versante.
In compenso, si dà per certo che con la sua nomina finalmente anche i liberali abbiano il loro ometto di fiducia in giunta. Contenti loro, tutto a posto: d’altronde ai piacentini, se trovi la quadra degli incastri di potere, basta e avanza, mica hanno altro di cui preoccuparsi.
Ci sarebbe poi quell’interessante documento che guarda caso mi è arrivato proprio in questi giorni, che dimostra la poca convinzione di qualche organismo di controllo circa l’interpretazione inappuntabile del ruolo di amministratore da parte del neo assessore.
A me resta l’aspetto umano e le considerazioni personali che traggo da un individuo con cui non ho mai parlato di persona ma che ho avuto la disgrazia di leggere più volte.
Su Acer ha sparato un paio di panzane senza senso. Balle sesquipedali, per le quali ho pensato a una poco accorta inclinazione a dire cose senza sapere di cosa parla.
Poi però è arrivata l’ignobile accusa via social – sia sul suo profilo personale che su quello di Forza Italia – secondo cui sia io che il Sindaco Dosi avremmo saputo e taciuto i presunti maltrattamenti all’asilo di via Farnesiana.
Lì ho capito che il tipo non solo parla senza sapere. Gode proprio a infangare il prossimo per tornaconto personale, il che rende superfluo dire dove lo posizionerei se fossi Don Mariano de “Il giorno della civetta“, rispetto alla famosa classifica dell’umanità.
Sono molto pratici i motivi per cui allora non ho sporto querela e non conviene all’assessore che li esterni adesso.
Gli basti sapere che con il benvenuto dato ieri, per il principio che un avversario risoluto ti fa crescere più in fretta, gli garantirò da qui in avanti tutta l’attenzione che merita.
Da oggi sia trasparente come acqua di fonte e puro come un neonato, perché ogni suo atto, ogni sua parola saranno oggetto di un interesse tale che al confronto la puntigliosità che abbiamo messo sul caso Boat sembrerà niente.
Stefano Cavalli è colui che fin qui ha giocato con freno, frizione e acceleratore per tenere insieme il suo gruppo e garantire equilibrio in maggioranza: NON è riuscito a nascondere anime diverse e spesso conflittuali, ma gli va dato atto di averle comunque governate, impedendo che deflagrassero.
Ora il Sindaco ha deciso di farlo entrare in Giunta, a nostro avviso indebolendo il gruppo consigliare. Bene così.
L’uscita del commissario Pozzi, in cui ricorda alla giunta che la Lega può staccare la spina in ogni momento, dimostra quanto lontano dall’essere risolte sono le fibrillazioni interne.
Al suo posto arriva il senatore Pietro Pisani, ex segretario, figura tanto divisiva all’interno del suo stesso partito da indurlo, come prima dichiarazione, a dichiarare che non ci sono mal di pancia sul suo ingresso. La classica smentita che conferma.
Con Pisani salgono a due i parlamentari qui in aula.
Da rappresentante dei “soloni“, come spesso – col garbo che lo caratterizza – definisce noi consiglieri del PD, sono davvero contento del suo ingresso, a differenza di quei leghisti che non ne hanno votato l’insediamento.

Vedremo se si dimostrerà preparato e sempre sul pezzo come il suo collega Foti.
Qui gli slogan li sgamiamo. Non conviene farci troppo conto. Qui dire tutto e il suo contrario non paga molto, perché poi ve la facciamo pesare. Le sparate da piazza, con toni da perenne comizio, come sul bando periferie dove è stato capace di passare da
i soldi non ci sono, ne c’erano prima
a
i soldi ci sono sempre stati
qui vanno dette guardando negli occhi l’opposizione, sapendo che si avrà risposta.
Noi ci impegneremo a dimostrargli che i soloni a Piacenza studiano, si preparano, agiscono il loro ruolo ispettivo con grande impegno e superano in combattività molti di quelli che siedono sugli scranni di quella Roma “ladrona” che rimpingua (anche) i padani conti in banca.
A me è una sfida che incuriosisce e piace assai.
Come avrebbe detto il compianto Gianluigi Boiardi...la vegna bela!
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