SANITÀ: c’è chi fa politica sulla salute delle persone.
Per fare buona politica non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie, la buona fede, la serietà e l’impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare.- Piero Calamandrei

sanità lemonNon approvare il bilancio preventivo dell’Ausl non si può giustificare come “un modo per farsi sentire“.

Siamo all‘irresponsabilità istituzionale, al voler giocare una partita politica sulla pelle dei cittadini, decidendo di mischiarla con pratiche amministrative importantissime.

Questi signori della destra, in trance da campagna elettorale, mentre provano a farsi passare come i tutori dei diritti del cittadino comune, stanno invece mettendo a rischio servizi, stanziamenti, programmazione.
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Film già visto, che punta dritto a impantanare i lavori della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, con una dose grande come una casa di cinismo politico, infischiandosene di gettare alle ortiche due anni di incontri e percorso partecipato.

Obiettivo: screditare, allarmare, vincere le prossime elezioni a Piacenza – come è stato per Fiorenzuola – puntando sulla presunta inadeguatezza di altri a gestire la sanità del territorio.

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E pensare che non più tardi di qualche settimana fa si era votata in modo unanime la fiducia nell’operato del Direttore Generale dell’Ausl. E pensare che nelle tante riunioni dell’Ufficio di Presidenza della CTSS, nessuno aveva mai avanzato dubbi o sottolineato rischi su un passaggio dato come formalità.

D’altronde, con un bilancio che non prevede tagli, un percorso come “Futuro in Salute” davvero condiviso e ancora da concludersi, l’empasse durata mesi per l’elezione del nuovo presidente della Conferenza, tra veti, scaramucce ed equilibri partitici da trovare col bilancino (di nuovo il pessimo spettacolo di una politica litigiosa che mette in secondo piano il bene pubblico), era difficile aspettarsi questo colpo basso.

E invece… e invece qualcuno nei corridoi, pochi minuti prima si è lasciato scappare di “aspettarsi un po’ di cinema“, mentre qualcun altro, forse a disagio dal dover condividere una sceneggiata del genere, si è presentato solo in chiusura dei lavori.

Grande rammarico e nuovi ritardi nel piano dei lavori che, come al solito, pagheranno i piacentini. Mentre chi fa cinema continuerà a spacciarsi per paladino del popolo…

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