SANITÀ: lettera aperta ai candidati in Consiglio Regionale
La sanità è il tema dominante della campagna elettorale. Non potrebbe essere altrimenti visto il peso di questa voce sul bilancio della Regione Emilia Romagna e considerata l’importanza che riveste per ognuno di noi.
Per questo, da cittadino, chiedo ai candidati consiglieri piacentini uno sforzo aggiuntivo, un impegno preciso.
La questione è assai delicata e da troppo tempo si trascura un dato di fatto, ovvero l’esistenza di una squadra che può (e vuole) dare una mano. Mi riferisco a tutti gli operatori, infermieri, medici, primari, dirigenti della nostra Ausl; al volontariato socio-sanitario: un vero patrimonio che vi consentirà, se opportunamente coinvolto, di fare la differenza nel vostro approccio con Bologna.
A partire da questa considerazione, ecco alcune parole chiave:
- Competenza: è fondamentale acquisire la migliore conoscenza possibile sull’argomento. La cognizione giusta per decodificare i pareri che emergeranno dai confronti periodici che dovrete fare con questa squadra. Quella consapevolezza utile a distinguere le “dritte” autoreferenziali dai saggi consigli. Non trascurate gli operatori, quelli bravi e quelli meno bravi. Sono portatori di esperienze e professionalità, di virtù e vizi. Sanno e vivono tutto ciò che di eccellente, di migliorabile e di malaugurato è agito in questo settore. Da soli, cari futuri consiglieri e/o assessori, non sarete mai in grado di cogliere le sfumature di un mondo troppo complicato per essere compreso da neofiti. Coinvolgete, ascoltate, fatevi una vostra idea, confrontatela, stabilite una linea politica e praticatela senza indugio. Cominciate a studiare e non fermatevi. Mai.
- Tempismo: sulle questioni bisogna arrivarci puntuali. Se c’è visione d’insieme, si riesce addirittura ad anticipare il corso degli eventi: in carenza di questa prospettiva, il minimo sindacale sta nella capacità – tutt’altro che facile – di non arrivare secondi. Solo così si potrà far sentire la voce di Piacenza e tutelare le nostre eccellenze. Lasciate stare il campanile. Ululare alla luna non serve. La piacentinità ha senso se è davvero utile al territorio e se si gioca una partita che ha reali chances di vittoria. Il “caso” 118 è emblematico. Per 11 anni nessuno ha mosso un dito per perorarne la causa. A giochi fatti, quando i buoi avevano lasciato il recinto, ecco tutti (quasi, per fortuna) a urlare i loro “no” fuori tempo massimo, giusto per farsi notare e poter poi addossare ad altri la colpa. C’è voluto coraggio e testardaggine per riprendere il filo del discorso e portare a casa la tutela di alcune peculiarità che parevano ormai compromesse. Per quanto importantissima, si è comunque trattato di una toppa; un lavoro diplomatico efficace, svolto (nelle condizioni date) al meglio delle possibilità, ma ciò nonostante meramente emergenziale.
- Realismo: ho assistito a un incontro, organizzato da due candidati, in cui sono emerse voci molto interessanti. Un noto primario ha parlato di Ausl “a statuto speciale”. Una suggestione certo, ma per evidenziare come il nostro essere territorio di confine vada valorizzato per quel che è e non visto sempre e solo come un limite. Siamo la porta su altri territori, su un’altra Regione. Possiamo e dobbiamo diventare attraenti per l’enorme potenziale di mobilità attiva che potremmo intercettare. Abbiamo eccellenze da difendere, tecnologie sulle quali investire, ma esistono ottimizzazioni e razionalizzazioni inevitabili, per quanto indigeste. Per questo vi dico, occhio ai distinguo: l’area vasta è una cosa (che personalmente condivido), l’azienda unica di area vasta un’altra (che personalmente avverso). Imparate con rapidità queste e altre differenze, per sedervi ai tavoli con cognizione di causa. Non siate cinghia di trasmissione acritica e settaria ma collettori e sapienti elaboratori di strategie.
- Onestà: non solo quella che vi permetterà di stare alla larga da vicende giudiziarie, ma quella intellettuale, che vi guiderà nel “fare cultura”, nel dire come stanno veramente i fatti, sia quando saranno a nostro favore che quando implicheranno sacrifici. I cittadini non ne possono più delle cose fatte a scapito dell’avversario, quando non per interesse personale, invece che a favore della collettività. Solo in questo modo la politica potrà sperare di recuperare quel rapporto di fiducia che rasenta oggi lo zero. È imprescindibile per il bene di tutti: della gente comune, che per cambiare in meglio questa società deve tornare a credere nel valore del voto; di quegli amministratori competenti e zelanti, che ogni giorno si impegnano per dare il giusto significato alla condizione di “servitori dello Stato”, nonostante il peso del discredito unanime e indistinto causato da colleghi farabutti.
Auspico che vorrete far vostri questi punti, per attitudine e non per comportamento elettorale.
Con ottimismo civico e tanta passione politica, vi auguro buon lavoro!
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