casta e dintorni
Malattettafat!

Insulto libero a chi si oppone

"Mamma e papà sarebbe meglio rispettarli e non tirarli dentro nella bagarre dello scontro politico. Specie se devono diventare oggetto di offese da parte di un maleducato che non si rende conto di cosa lascia uscire dalla sua bocca nella casa delle istituzioni.”

| perso nel suo stesso personaggio

Peggio di così è difficile dire per insultare qualcuno. Quando il dialetto è usato nella sua versione più volgare, qualifica chi ne fa sfoggio in tutta la sua pochezza.

“Malattettafatt”

Qualcuno si è fatto prendere la mano dal ritorno in auge del dialetto.

Ormai assorbito dal suo personaggio, il consigliere Antonio Levoni ha superato se stesso in volgarità, rivolgendomi questo spregevole epiteto durante la commissione su Acer di venerdì sera.

Tra facce stupite e qualche occhiata compiaciuta, ha spiazzato persino la stampa, che non ha avuto il coraggio di riportare l’offesa, ricorrendo a una vaga parafrasi.

(…) ha gridato Antonio Levoni dei Liberali, accompagnando il suo intervento, come di consueto, da diverse espressioni in dialetto”

Io però non intendo passarci sopra stavolta: ho chiesto che il tutto sia trascritto nel verbale della seduta, perché resti agli atti, a futura memoria, e per le azioni a mia tutela che sto valutando di adottare. 

Strana commissione venerdì, all’insegna del depistaggio e della difesa a priori di un operato dai molti punti oscuri.

Attesa da mesi, già rimandata e oggetto di vari tentativi di calendarizzazione a orari impossibili, finalmente fissata per le 17:30 ma poi convocata a sorpresa un’ora dopo e inspiegabilmente accorciata di 30 minuti sulla durata standard.

A questo proposito, ho fatto notare l’anomalia al Presidente Segalini (Lega), ottenendo a parole, a inizio seduta, la garanzia che in caso di bisogno si sarebbe sforato senza problemi l’orario, salvo che poi, in barba alla logica richiesta di prolungamento per lasciar spazio agli interventi di tutti e alle doveroso repliche, sia arrivata la puntuale tagliola, col voto contrario compatto della destra, compreso quel presidente che, oltre a rimangiarsi la sua stessa parola, ha dimostrato di fregarsene alla più bella del suo ruolo di garanzia.

Malattettafatt

é un insulto becero e ignobile, che coinvolge la famiglia dell’offeso: un’espressione tanto volgare da non meritare commenti ma sufficiente a dar conto di quanto questi personaggi siano disposti a spostare in avanti il limite del cattivo gusto.

Non ho reagito, perché sarei sceso a un livello dal quale é impossibile risalire.

Ho incassato in silenzio, pure quando il consigliere Giardino (Forza Italia) mi ha accusato di far “tintinnare le manette“.

La tensione era palpabile, dal momento che Losi, presidente di Acer, lo stesso che ora minaccia querele, si é dimostrato molto più che evasivo, producendosi in supercazzole da far invidia a Tognazzi in “amici miei” invece di rispondere alle precise domande che gli sono state rivolte (per inciso, le stesse già formulate in varie interrogazioni e rimaste senza soddisfazione).

Ci sarà un motivo se é stata la stessa amministrazione a suggerirmi, non sapendo più che pesci pigliare, di chiedere l’audizione diretta di Losi e porre a lui gli interrogativi.

Di bassissimo livello il tentativo di far passare come fatto personale e attacco politico mirato quello che era e resta solo l’esercizio del ruolo ispettivo di un consigliere nell’interesse pubblico, a fronte di situazioni in cui mi pare evidente il mancato rispetto di alcune chiare regole, che ho illustrato nei dettagli.

Puerile il volermi dipingere come un livoroso nemico di parroci benefattori (?) e poveri inquilini.

Curioso che quelli del “prima i piacentini” si scaglino contro il sottoscritto che, tra tante altre questioni che meritano di essere approfondite, contesta un’assegnazione senza titoli a un soggetto che di piacentino non ha nemmeno la residenza, presupposto base per accedere ai servizi sociali.

Grave non capire che, trattandosi di cosa pubblica, l’eccezione che si prende gioco delle delibere, rischia di dover diventare regola anche per tutti gli altri soggetti nelle stesse condizioni di chi ha beneficiato di un favore non dovuto, a meno di non sdoganare la possibilità del Comune di discriminare a suo piacimento.

In punta di diritto, arrampicandosi sugli specchi con uno stridore di unghie sui vetri da far strabuzzare gli occhi, la maggioranza ha cercato di mascherare il tema dell’equità di trattamento e del rispetto delle regole, accampando addirittura il difetto di competenza del Consiglio comunale su quel che fa Acer, su come spende soldi pubblici o gestisce le questioni interne.

Dosi massicce di benaltrismo con qualche spruzzata di “ma anche”.

Brutta cosa la politica che difende se stessa anche contro l’indifendibile, fino al punto, in mancanza di argomenti che davvero possano reggere un confronto, di scantonare prima – usando le parole come una cortina fumogena – e darsela a gambe poi (votando la fine della discussione), chiudendo la serata con l’insulto a chi la pensa diversamente e alla sua famiglia e rilanciando l’indomani lo spauracchio delle querele.

Peraltro, quella annunciata alla consigliera Meneghelli è chiaramente parte della strampalata strategia di estrometterla dal cda, già messa nero su bianco in un verbale ufficiale, con un irritato Losi a sentenziare imprudente, in presenza di testimoni:

“qui farò quel che voglio io quando tu non ci sarai più, il che avverrà molto presto”.

Ognuno tragga le sue conclusioni.

Si accomodino dunque, quelli del “malattettafat” e dei sorrisini compiaciuti a questo elegante apostrofo.

Sappiamo però, se ancora coltivano qualche dubbio nei miei confronti, che ho pazienza e pervicacia: le offese e i tentativi di intimidirmi o screditarmi (ci hanno già provato con “l’avvertimento” di fantomatici dossier), hanno su di me l’effetto di aumentare le mie motivazioni.

Da venerdì intanto é svanito ogni dubbio sul fatto che per questa maggioranza al governo della città, parafrasando George Orwell,

“la legge é uguale per tutti ma per qualcuno é più uguale degli altri”.

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Tutto va ben, madama la marchesa!

Ce lo chiede la gente

"Voce fuori dal coro, per fortuna non unica, continuo a pensare che, presentandosi le condizioni, non ci si possa esimere dal voler essere chiari e trasparenti con i piacentini sulla differenza tra comportamenti più o meno opportuni e, invece, palesemente contrari alle regole”

| Ponzio Pilato non è un esempio

Per quanto sgradevole, non è il caso di accontentarsi della superficie quando i messaggi sull'opportunità di approfondire sono tanti e circostanziati. C'è in ballo una responsabilità politica chiara.

Sentire il peso della responsabilità, che rappresentare i cittadini porta con sé, fa si che non ci si accontenti di chi prova a far diventare una bugia verità, ripetendola mille volte.

Non ero presente alla conferenza degli enti di Acer e mi baso sui resoconti della stampa e su informazioni di rimando di alcuni amministratori che hanno partecipato.

Noto, al pari di chiunque abbia letto il giornale e gli on-line, che si è messa in risalto la riduzione della morosità, dato in sé degno di plauso, non fosse che, alla consueta ostentazione di efficienza della parte politica, pare non corrispondere altrettanta “polpa” nella realtà dei fatti.

Dalla relazione del presidente, se ci si sofferma al contratto sottoscritto con una società di information providers per radiare dalle morosità 261.000€ di cosiddetti crediti inesigibili (somme che per varie ragioni l’ente ritiene non riuscirà più a incassare), si coglie al volo che la tanto sbandierata riduzione della stessa – lungi dal dipendere dai meriti della nuova amministrazione di via XXIV Maggio – si riduce a un mero artificio contabile: legittimo, persino opportuno, ma frutto di numeri spostati da una colonna all’altra all’interno di un bilancio.

Anzi, non fosse per quella somma che ha cambiato casella, il confronto tra l’importo da recuperare a dicembre 2017 e quello riferito dai revisori a novembre 2018, considerato l’ultimo mese dell’anno ancora da conteggiare, confermerebbe al contrario un tendenziale aumento, quindi una situazione peggiore di prima.

Stando così le cose, sotto questo aspetto, cucù alle vere strategie politiche di contenimento dei costi e lunga vita alla provvidenziale inventiva dei consulenti. Quanto costi poi ad Acer questa collaborazione lo indagheremo presto.

Ma non finisce qui: a fronte di una gestione dei soldi dei piacentini non particolarmente morigerata e di una generale azione improntata a palesi violazioni di delibere e regolamenti, più volte denunciate da chi scrive, nulla si è opposto se non l’ennesimo

«tutto va ben, madama la marchesa»

condito da qualche buffetto dell’assemblea, che immagino non abbia turbato più di tanto i sonni di qualcuno.

Per intenderci, il tema delle spese di trasferta contrarie al regolamento, peraltro di nuovo sollevato dalla consigliera Meneghelli, inascoltata come spesso accade, per me resta attuale più che mai.

Il parere dei revisori indica, come da prassi, una corretta redazione del bilancio, senza entrare nel merito delle eventuali violazioni di cui sopra.

Voluta o meno, questa scelta è stata colta al balzo dalla politica, che pilatescamente ha scelto di non approfondire oltre, contentandosi del nulla osta tecnico e assumendosi la responsabilità di un voto favorevole nonostante tutto.

Voce fuori dal coro, per fortuna non unica (i colleghi di gruppo sottoscrivono ognuna di queste righe), continuo a pensare che, presentandosi le condizioni, non ci si possa esimere dal voler essere chiari e trasparenti con i piacentini sulla differenza tra comportamenti più o meno opportuni e, invece, palesemente contrari alle regole.

Per questo motivo non mi accontento delle ricostruzioni che ho sentito e letto e ribadisco che, per quel che mi riguarda, la parola “fine” è ancora da scrivere.

Non esistono “continue e strumentali polemiche”, come ha dichiarato con fastidio il presidente Losi nella sua premessa: c’è solo la serietà di chi è chiamato dal ruolo, che i cittadini gli hanno assegnato con il loro voto, a capire e togliersi dubbi su questioni molto importanti.

Sarò il primo a ringraziare pubblicamente chi – Losi compreso – dati alla mano mi dimostrerà che tutte le mie preoccupazioni erano infondate.

Fino ad allora, resto in attesa che i vari nodi vengano al pettine, sperando che altri soggetti deputati siano meno disposti a prendere alla leggera questioni di pubblico interesse.

“Male non fare, paura non avere”

Principio sacrosanto a cui ognuno ha il dovere di ispirarsi.

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Insostenibile

Il peso delle parole

"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”

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Milioni di € di finanziamenti portati dalla precedente gestione

| Arrampicarsi sui vetri

Essere controllato infastidisce parecchio il numero uno di Acer Piacenza, che si sente leso nella sua pretesa ingiudicabilità. Quando far parte della casta è motivo di soddisfazione...

Il presidente Losi ci tiene a precisare che lui non scalda la poltrona.

Amando il design, moderno (e costoso) dei modelli “Le Corbousier“, non so scegliere se lo scarso utilizzo sia uno spreco o solo tutela dell’investimento, che impiegherà più tempo a usurarsi.

Ironia a parte, ancora una volta dalla replica (che mi risulta confezionata da Oltralpe, dove pare sia andato in auto) si coglie l’incapacità di capire che non sta amministrando il cortiletto di casa sua ma un Ente pubblico, in cui ogni euro che esce é di proprietà dei cittadini.

Si chiede che problema c’é se usa l’auto.

Il problema, in effetti, c’è eccome, specie se esiste un regolamento che subordina le quattro ruote all’assenza di una più economica possibilità di mezzo pubblico.

articolo 5.5 regolamento Acer Piacenza

Per capirlo basterebbe non cedere alla famosa massima del Marchese del Grillo, che pare invece inesauribile fonte di ispirazione per l’uomo forte di via XXIV Maggio.

En passant, giova poi ricordare che i fondi dalla Regione sono più competenza dell’assessore e della partecipazione ai tavoli delle politiche abitative, o di uffici pronti a cogliere le opportunità offerte da Bologna.

Dato che l’unico esempio che cita di finanzaimenti utili alla causa non ha nulla a che vedere con l’alzata di mano alle assemblee di Federcasa e visto che dall’elenco delle trasferte praticamente emergono solo quelle, faremo una nuova interpellanza per capire quali e quanti, dei soldi che sono arrivati a Piacenza per le case popolari, siano direttamente riconducibili agli incontri oggetto dei suoi viaggi.

Tra l’altro, messa su questo piano, vien da aggiungere che il “conservativo” ex Presidente Savi, come è stato definito proprio da Losi, pur costando molto meno all’ente rispetto al suo successore, ha portato a casa molto ma molto di più dei 250.000€ di cui l’altro si bea, come dimostrano le infografiche che seguono.

Di poco rilievo, ma molto indicativo del tentativo di svicolare, l’attacco al sottoscritto sulle precedenti morosità.

Stupisce il coraggio di Losi, amministratore di Acer da 6 anni e mezzo (prima come vice e ora come presidente), che scansa la sua incapacità di risolvere il problema – passata e presente – scaricando responsabilità sue sull’ex assessore Cugini, in carica per poco più di 3 anni (per il quale Acer era una tra le varie deleghe).

Lascio il giudizio a chi legge.

Mi attribuisce un’insana passione per i numeri, forse quella che manca a lui,  indisponibile persino a calcolare quel misero 5% di indennità che i Sindaci gli avevano chiesto di decurtare per dare il buon esempio in un momento di crisi.

Detto quindi di spese decuplicate per le di lui trasferte, stenderei un velo pietoso sul goffo tentativo di giustificare il quasi raddoppio dello stipendio dell’addetto stampa, elencando nuove funzioni, che nuove non sono. Se vuole le facciamo passare una a una e vediamo se prima se ne occupava la stessa figura (che é poi anche la stessa persona), oppure no. Così, a beneficio della chiarezza per i cittadini.

Per concludere la più triste delle confessioni: al presidente proprio non va giù il tempo che farei perdere agli uffici per le pezze giustificative che chiedo.

Ecco la dimostrazione plastica del fastidio per la trasparenza che ogni pubblico amministratore deve adottare e per il ruolo di controllo che la legge assegna a un consigliere Comunale.

Basterebbe non dar motivo per approfondire aspetti poco chiari a chi, come me, interpreta la sua funzione con serietà.

Ho altre passioni nella vita e dedicherei a queste volentieri più tempo.

Ai giornali e ai compagni di bisboccia dei celebri venerdi in trattoria puoi raccontare la verità che vuoi.

Poi però ci sono i fatti oggettivi e i numeri. Da quelli non si scappa.

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Paga Pantalone

Non bada a spese

"Quando un amministratore fatica a comprendere che la cosa pubblica è di tutti e quindi va tutelata come e forse di più di quella privata, quando ti fa venire il dubbio che se fosse lui a pagare di tasca propria, farebbe scelte diverse, qualcosa inevitabilmente non torna.”

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millecentonovantratre percento di aumento spese trasferta su anno precedente

| Trenitalia? No grazie.

Assai curiosa la passione del Presidente per la guida, dato che preferisce costantemente l'auto al treno quando a pagare sono i cittadini. Carburante, pedaggi, parcheggi: tutto a carico del contribuente.

Che il personaggio sia eclettico è cosa nota. Che io non lo abbia mai ritenuto adatto al ruolo, pure.

Patrizio Losi è una fucina di spunti per atti ispettivi, dal momento che, come si direbbe di un bambino discolo, “una ne pensa, cento ne fa“.

Così, dopo la tentata riduzione degli orari di sportello, il mancato taglio alla sua indennità (in barba alla delibera dei Sindaci), le spese per i nuovi arredi e il quasi raddoppio dello stipendio all’addetto stampa, ecco che nemmeno la morosità da affitti non riscossi salita con lui a 4.200.000 € è servita a frenare la sua allegra gestione delle trasferte, per le quali sceglie quasi sempre l’auto al posto del più economico treno, tanto da aver decuplicato la spesa rispetto al precedente presidente, Massimo Savi.

Sia chiaro: il cda ha approvato tutte queste uscite.

Ma io pongo il tema dell’opportunità, della “diligenza del buon padre di famiglia“. Siccome non la ravviso, dal momento che la metà dei costi potevano essere risparmiati e considerato un + 1.193% di spese, ci è sembrato necessario e irrimandabile presentare la mozione.

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(8) Non dire falsa testimonianza.

Bugie istituzionali

"Io resto convinto che non dire la verità in risposta a una formale richiesta di un pubblico ufficiale, all'interno del Consiglio comunale, sia cosa grave. Altrove si dimettono per molto, ma molto meno”

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I giorni tra la data di un importante documento e il suo protocollo

| Guai fidarsi di certi suggeritori

Un assessore deve imparare in fretta che gli atti cui rispondere in consiglio vanno studiati a fondo, perché poi la faccia e le parole verbalizzate sono le sue. Che fastidio far brutta figura per la fiducia data a chi non la merita.

Ma tu guarda se un laico come me deve citare i Comandamenti!

Vai a fidarti di una velina degli uffici, probabilmente nemmeno dei tuoi ma arrivata in via diretta da Acer, aggiungi un consigliere rompiscatole che non si accontenta della confusa risposta a un’interrogazione, mescola il tutto con il rancore di qualche amministratore che fa di tutto per mettere il bastone tra le ruote all’azione ispettiva della minoranza ed ecco venir fuori il patatrac.

Proprio vero che il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi. 

In questo caso, con la sottoscrizione del contratto da parte del soggetto garante è stata rispettata la richiesta. Il soggetto garante si è infatti impegnato, con la sottoscrizione del contratto di affitto a corrispondere la quota di locazione (…). sono stati rispettati i criteri che sono stati approvati con il regolamento del 21 luglio 2010.

Con questa dichiarazione, registrata a verbale, si è consumata la falsità della risposta dato che, da successivi accessi agli atti, che tra l’altro hanno portato a un esposto per omissione alla Precura della Repubblica ai danni di Acer, ho avuto tutte le informazioni necessarie a confutare la versione.

La ragione mi appartiene in modo oggettivo sul piano tecnico e tutti gli svarioni presi nel replicarmi in aula sarebbe stato difficile metterli insieme anche volendo.

Per rendere giustizia alla verità ho quindi depositato la seconda interrogazione (allegata a fine articolo), chiedendo al Presidente del Consiglio di intercedere perché stavolta ci sia massima trasparenza e dettaglio su ogni singolo punto.

Sarà mia premura far sapere ai cittadini come va a finire questa storia e chiedere a quei consiglieri tanto svelti a calunniare cosa ne pensano alla luce dei dati di fatto.

Resta poi il piano politico, con l’ennesima dimostrazione di un governo della città che ha un’opinione molto naif sul rispetto delle regole e sull’equità di trattamento.

 

 
 

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casta e dintorni, open consiglio, società
Doppia morale

doppia morale

"La politica è fatta dalle persone e nessuno ha primogeniture ed esclusive. Solo insieme si cresce. Se c’è onestà intellettuale e vero amore per la causa del bene comune, le diverse appartenenze sono contenitori che indicano vie possibili, non compartimenti stagni che creano realtà parallele”

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Ospiti del centro messi in mezzo alla strada (+ lista d'attesa)

| Slogan sulla pelle della gente

Inquilini in regola cacciati per farsi belli con l'opinione pubblica. Il desiderio di una nuova prova di forza senza capire che invece di risolvere un problema se ne creano parecchi altri.

È proprio vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!

Ancora non è spenta l’assurda polemica montata ad arte in Consiglio e sulla stampa per un’interrogazione presentata dal gruppo PD, che i benpensanti accusatori, tanto veloci a dirsi indignati e offesi e a invocare la carità cristiana, hanno già l’occasione per dimostrare pubblicamente di non essere parolai incoerenti.

Dato che si è rischiato il tumulto in aula solo perché ho ammonito dal creare un precedente di difficile gestione, stiracchiando un regolamento per mettere in un alloggio di Acer una persona altrimenti senza titoli (solo in virtù delle garanzie di pagamento offerte da un benefattore terzo), voglio vedere cosa diranno gli stessi censori adesso che il Comune di Piacenza, con la chiusura del centro di prima accoglienza di via Caorsana, di persone in mezzo a una strada pare metterne una trentina, senza far conto di quelli in lista d’attesa.

A differenza del caso portato in Consiglio, tra l’altro, questi inquilini sono in regola con i requisiti, non fosse per la decisione politica della Giunta di cambiare le carte in tavola e modificare la destinazione d’uso ai locali.

Visto che “schivare la burocrazia” è stato definito un valore e considerato il precedente, a rigor di logica una deroga non si può più negare a nessuno.

Il più elementare principio di equità vuole ora che si trovino filantropi pronti a garantire anche per questi casi sociali e Acer solerte a far saltare fuori appartamenti di sua proprietà per rimettere loro un tetto sopra la testa. Niente di più, niente di meno di quanto già fatto nell’altro caso.

Se così non avverrà, volendo seguire il ragionamento di alcuni consiglieri di maggioranza, non solo saremo in difetto di carità cristiana, ma pure in presenza di una smaccata disparità di trattamento che non farà onore a chi gestisce la cosa pubblica.

Si è scelta la via dell’attacco frontale per ignorare il costruttivo avvertimento a far prevalere la maggior prudenza e il rigoroso rispetto delle regole alla discrezionalità, pur se mossa da buone intenzioni.

Per l’ennesima volta avete imboccato con l’arroganza del potere una strada che era chiaro fin da subito sarebbe finita in un vicolo cieco.

Qui non si strumentalizza: si fa politica con dati oggettivi e deduzioni logiche. Vediamo come uscite adesso dal cul de sac in cui vi siete voluti cacciare.

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La calunnia è un venticello

fango e poltiglia

"Mai il rumore di fondo dovrebbe svilire una parola pensata”

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I voti del consigliere Giardino alle elezioni 2017

| Falso e cortese

Vatti a fidare dell'aspetto. Cortesia affettata e maniere da Lord di Sua Maestà e poi, come il più insulso leone da tastiera, il consigliere Giardino randella come non ci fosse un domani. Senza peraltro sapere di che parla.

Il Consigliere che ha prodotto questa perla social mi attribuisce un’importanza che non ho e forse non merito. Duole aver assistito, in questi mesi, a una serie di strumentalizzazioni con l’unico obiettivo di colpire la mia immagine per depotenziare i miei messaggi politici sull’operato di alcuni amministratori.

Peccato per lui che questo post faccia acqua da tutte le parti, perché quando i fatti sono impossibili da contestare, non c’è proprio trippa per gatti

Ammetto che sulle prime ho fatto fatica a tenere insieme l’essere la causa principale della sconfitta elettorale e il consigliere rieletto con più voti tra tutti e 32 i colleghi.

Poi ho pensato al 4 marzo e alla composizione delle liste in casa centro-destra, mi sono ricordato che Forza Italia piacentina non brilla per letture strategiche e mi sono messo il cuore in pace.

  • Per quanto riguarda i compensi ai vertici di Acer, ho già dimostrato in questa sede con i numeri la mia ragione obiettiva, con risposte degli interessati che definire arrampicate sugli specchi è fare un complimento.
  • Su Telefono Rosa, accesso agli atti eseguito, documentazione studiata (non che ne avessi bisogno) e conferma puntuale, al centesimo, di quanto ho sempre sostenuto. Altro nodo che possiamo far venire al pettine in ogni momento, ma non so, oltre a me, a chi possa in effetti convenire, dato che nella commissione in cui ero assente sono stato oggetto di esplicite calunnie. Forse è il caso di chiuderla qui…
  • Oggi infine ho dimostrato che il parroco non è oggetto delle mie attenzioni e chi lo dice finge di non capire.

Per il resto, che sia una fortuna non avermi più come assessore ci può stare, ma non rileva.

L’importante è che fra 5 anni i piacentini si ritengano fortunati di chi ha preso il mio posto. Staremo a vedere.

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Deroga si. Deroga no.

Io so' io e voi...​

"O ci abituiamo a perseguire (da un lato) e accettare (dall'altro) ciò che ê giusto, per quanto indigesto, o saremo sempre il paese dei furbi, dei favori, delle conoscenze, della legge che ê uguale per tutti ma per qualcuno di più. Io faccio politica per contrastare questa visione”

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La morosità per affitti non riscossa da Acer Piacenza

| Allergico alle regole

Il presidente delle case popolari a Piacenza, architetto Losi, si vanta di una massima che cita spesso, per cui: "se una cosa non è espressamente vietata dalla legge, allora si può fare". Da qui in avanti, è un tripudio di fantasia.

Ho letto a metà dicembre di questa mia interpellanza su Libertà, con tanto di titolo a 9 colonne in cui vesto i panni del cattivo, e mi son cascate le braccia.

Ci sono quelli che fanno proseliti per non anticipare alla stampa i testi depositati per la discussione, salvo poi far scivolare alla bisogna veline per montare un po’ di fango.

Ci sono quelli che si sciacquano la bocca accusando gli altri di buonismo e assistenzialismo, quelli che anziché entrare nel merito di un precedente che può aprire a una messe di richieste inesaudibili, da bravi soldatini spostano l’attenzione e disinformano.

C’è pure chi mi inventa addirittura nemico di un parroco e mi descrive intento a.

“far danni ai cittadini più fragili e bisognosi”

Andiamo con ordine: risiedo altrove. Sto senza titolo in un appartamento Erp che devo abbandonare. Trovo il parroco che mi paga l’affitto. L’Ente pubblico mi dà la casa. Oplà!

Dal mio punto di vista fanno più danni quei consiglieri poco attenti al loro dovere di vigilanza, che non sentono il bisogno di fare una banale domanda quando si trovano davanti alla parola DEROGA in una procedura altrimenti codificata.

Che si sia abbandonata la strada maestra non lo dice Cugini, ma il verbale del Cda di Acer 243 del 31/8/2017,  relativo alla consegna di un alloggio, appunto

in DEROGA ai criteri di assegnazione stabiliti dalla delibera del Consiglio di Amministrazione di Acer – Pc n. 143/11 del 21/07/2010 (…)

Domandare è lecito, rispondere cortesia: dato che il caso non mi era nuovo, ho approfondito e, con mia sorpresa ho visto partire un cinema mica da ridere, fatto di telefonate, inviti al ritiro dell’atto, “consigli” non richiesti da auto-dichiarati amici che amici non sono.

La mia stima per un parroco, che nell’assistenza e nell’elemosina al prossimo ha la summa del suo ministero, non può essere messa in discussione, ma leggere di

“carità cristiana che sarebbe rimasta nel ventre materno della parrocchia, seguendo la rigida regola evangelica – non sappia la tua sinistra cosa fa la tua destra – se il consigliere Cugini non avesse depositato l’interrogazione”

sa un po’ di censura, posto che è compito di un consigliere vigilare sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche e sul rispetto delle regole.

Ciò detto,

“la carità cristiana, nel ventre materno della parrocchia”

ha senso che ci resti quando si parla di beni di un privato cittadino o nelle disponibilità della parrocchia stessa. Se invece entra in causa il patrimonio di un ente pubblico, altroché se

“la tua sinistra deve sapere cosa fa la tua destra”! Pure il “sopra” deve sapere cosa fa il “sotto” e il “davanti” cosa sta facendo il “dietro”!

Solo chi fa volontariato o filantropia ha il privilegio di scegliere arbitrariamente chi aiutare.

Amministrare risorse pubbliche invece, oltre ai sorrisi e alle pacche sulle spalle, che fa piacere a tutti dispensare, vuol dire anche opporre rifiuti dove non ci sono garanzie di equo trattamento e adesione fedele alle norme. Significa fermarsi quando, come in questo caso, una deroga tirata per i capelli crea precedenti pericolosi e ingestibili, specie se concessa, come pare, in presenza di occupazione senza titolo, morosità, mancanza di requisiti per accedere agli alloggi Acer.

Questi per me sono principi non trattabili, a prescindere dal fatto che chi fa domanda possa contare o
meno su qualche intermediario influente, per quanto in buona fede.

Provi, un semplice cittadino senza “santi in Paradiso”, a chiedere deroghe in un pubblico ufficio per
ottenere trattamenti privilegiati, dilazioni di pagamento o soluzioni abitative senza averne i requisiti e veda quali risposte ottiene. Poi ne riparliamo.

Con Dosi sindaco, Cugini assessore, Savi presidente, Acer non era un ente per chi ha santi in Paradiso.

La vera domanda oggi è se con Barbieri sindaco, Sgorbati assessore e Losi presidente, questa impostazione è cambiata.

Se così fosse, temo saranno molti i disgraziati tentati di occupare qualche alloggio, pretendendo poi di contare sul combinato disposto tra la carità cristiana di una parrocchia e Acer che sana la questione e recupera un appartamento ad hoc.

Niente male come scorciatoia per avere un tetto sopra la testa! Buona fortuna.

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open consiglio
Me ne frego!

Zero buon gusto

"Buon gusto, pudore, serietà: questioni che misuri in qualità, non a peso. Non importa se ballano milioni di euro o poche centinaia. Rileva come e perché quegli euro di denaro pubblico sono stati utilizzati”

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% di riduzione del compenso che il Presidente Losi ha rifiutato

| La matematica è un'opinione

I Sindaci hanno disposto una già di per se ridicola riduzione del 5% del compenso del Cda e il Presidente, diversamente da come calcolava i suoi emolumenti nel passato, gioca coi numeri e aggira il problema.

Altro che esempio! In politica la coerenza è merce rara e per questo ancora più preziosa. Mi sforzo di praticarla e, si, sono intransigente nel pretenderla. Specie da chi non perde occasione per insegnarti come si sta al mondo.

Se poi al rilievo mi si oppone arroganza, ho la naturale reazione di insistere ancora di più.

Molti dei comportamenti che constato in qualcuno degli attuali governanti di Piacenza – e oggi torno a parlare del presidente di Acer – ledono questo principio. Il punto, quando c’è in ballo la coerenza, non sta nella legittimità delle azioni (che fino a prova contraria non mi sono mai permesso di mettere in dubbio) ma nella loro opportunità.

Questa non è materia per i legulei e gli azzeccagarbugli che cercano  il pelo nell’uovo per dire che “nulla vieta che si faccia così“. Volgano altrove le loro attenzioni.

Qui si parla, sul piano politico, di buon gusto, pudore, serietà: questioni che misuri in qualità, non a peso. Non importa se ballano milioni di euro o poche centinaia. Rileva come e perché quegli euro di denaro pubblico sono stati utilizzati.

Da quando ho presentato l’atto ispettivo sulla mancata applicazione del CDA di Acer delle indicazioni della Conferenza degli Enti di ridurre di “ben” il 5% il compenso lordo per dare il “buon esempio”, me ne sono arrivate addosso di tutti i colori.

Radio Fante trasmette di un presidente agitatissimo e di un revisore dei conti non molto più tranquillo di lui. Via allora di calcoli e ricostruzioni, interviste alla stampa, post sprezzanti su Facebook, falsità in serie per discreditare. Persino un messaggio privato su Linkedin per dirmi che ho preso uno “scivolone”. Dopo la storia dell’arredamento del nuovo ufficio e le grottesche giustificazioni che ne sono seguite, sono tutti sul chi va là.

Consiglieri moderati che si trasformano in ultras dall’offesa facile e segretari politici con la calunnia pronta, incapaci di capire che non basta vestirsi e atteggiarsi come se si andasse ogni giorno al matrimonio dei principi di Galles per qualificarsi come persone di classe.

Tutto per una mozione di un consigliere di minoranza. E che sarà mai? Domandare è lecito, rispondere cortesia.

Se invece di farsi prendere dalla bava alla bocca si fossero lette meglio le carte, tutti i pretoriani del buon Losi avrebbero evitato di ripetermi allo sfinimento che le mie “accuse” sono infondate perché il loro paladino, in quanto libero professionista, non può avere una normale busta paga (come l’ex Presidente Massimo Savi) ma è obbligato a emettere fattura, ovviamente caricata di IVA e cassa previdenziale dell’ordine.

Molto bene. Ma, di grazia, chi ha mai sostenuto il contrario? Il punto è un altro signori miei, tanto banale quanto (pare) difficile da voler mettere a tema: la conferenza degli enti, quindi i sindaci dei comuni che hanno dato in gestione le case popolari ad Acer, ha deliberato una riduzione dell’indennità lorda nella misura del 5%.

Questa indicazione è rispettata dall’attuale presidente? Secondo me no. Io penso che la delibera sia stata aggirata con un escamotage che fa leva sul concetto di “lordo” non meglio specificato e mi pare anche molto semplice dimostrarlo.

Basta non accanirsi sui diversi status di Savi (pensionato, con cedolino) e Losi (libero professionista, a fattura) e guardare al comportamento del chiamato in causa, domandandosi banalmente perché, fattura su fattura, il Losi vice presidente di Massimo Savi calcolava in un modo mentre il Losi presidente, tenuto peraltro a rispettare la nuova indicazione politica della conferenza degli enti, calcola in un altro.

Forse che la matematica ha cambiato le sue regole nel frattempo?

I conti sono presto fatti: Quale sarebbe stato l’esborso di Acer con un presidente come quello attuale, libero professionita tenuto a emettere fattura, prima di quanto disposto dai Sindaci? Quale invece quello derivante dalle nuove disposizioni? Infine, quale importo è attualmente addebitato a Acer? Tre domande, tre risultati sotto la linea da comparare e giudicare:


Si vede o no il prete nella neve?

A pensar male si fa peccato, ma a me pare tanto una “genialataper sterilizzare proprio quel misero 5% richiesto dai sindaci (di destra e sinistra) come sforzo simbolico verso i cittadini e il periodo di crisi.

Proprio perché si parla di cifre contenute, trovo la mossa ancora più miope, con buona pace dei giocolieri che provano a giustificarla tecnicamente.

Il “mio” punto politico sta tutto qui, nella spregiudicatezza con cui si usano i cavilli per non rispettare i patti.

Per concludere, niente è più falso che sostenere la mia presunta volontà di danneggiare Patrizio Losi. Al contrario: io spero proprio che il nostro coltivi i più brillanti successi e abbia una vita lavorativa ricca di soddisfazioni.

Vorrei solo che fosse il suo vero lavoro di architetto a renderlo così appagato, portandolo lontano dalla cosa pubblica, verso la cui gestione, da tempi non sospetti, ripeto (con una critica esclusivamente politica che deriva dal mio ruolo in Consiglio) di ritenerlo la persona sbagliata nel posto sbagliato.

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open consiglio
Excusatio non petita

Strane priorità

"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”

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€ spesi per il nuovo arredo di design

| Aria nuova

Spendere 3.200€ di soldi pubblici per nuovo logo e slogan a fronte "del cambiamento della maggioranza politica all'interno del CDA" mi sembra si commenti da solo. Considerati gli inquilini delle case popolari che faticano a pagare 25€ al mese di canone.

La rassegna stampa di oggi riporta la replica infastitida del presidente di Acer rispetto al mio intervento nell’utlimo consiglio comunale, dove ho stigmatizzato gli 8.000€ spesi in varie ed eventuali.

A differenza di quanto riportato, io non ho mai parlato di spese folli, mentre ribadisco convinto di ritenerle inopportune, stante il momento di difficoltà generale e le priorità dell’ente.

Ebbene, la giustificazione non richiesta ai miei occhi è la conferma – del diretto interessato – di spese evitabilissime, che comunque sono state fatte con soldi pubblici.

Sul fatto che sia tutto rendicontato non mi soffermo neanche: e ci mancherebbe altro!

Non so il lettore, ma per me spendere 3.200€ per ideare, progettare e realizzare nuovo logo e slogan, solo per “sottolineare il nuovo corso“, a fronte “del cambiamento della maggioranza politica all’interno del CDA” mi sembra si commenti da solo.

Considerati gli inquilini delle case popolari che faticano a pagare 25€ al mese di canone, mi stupisco del coraggio di una simile spiegazione.

Impiegare poi altri 3.100€ per complementi d’arredo all’ultima moda da destinare all’ufficio del presidente, costi che si sarebbero resi necessari “dopo lo stravolgimento dell’ufficio da parte del precedente presidente, Massimo Savi” ha del comico. Peggio, del grottesco.

In effetti Savi mi risulta avesse fatto togliere un divano, sostituendolo con un tavolo per riunione e relative sedie. Più volte ho avuto modo di fare incontri di lavoro in quella stanza e trovo la scelta, d’intuito, di certo più funzionale e indicativa di un amministratore con la minima idea di essere operativo. Molto di più che divanetto, poltrone e tavolino Le Courbousier.

Quanto poi alla “cortesia istituzionale” di riservare posti auto agli amministratori, questa dipende di certo dalla sensibilità personale.

Ricordo a me stesso che in via Taverna, da assessore, mi sono sempre opposto a un’area riservata alla mia macchina, mentre ho preteso che nel cortile fossero individuati spazi per i mezzi dei portatori di handicap.

Rigorosamente segnalati con un foglio A4 appeso al muro, in una busta porta-documenti, caso mai piovesse.

Ma è cambiata la musica e diversi sono i suonatori…

Aggiornamento 5 novembre

Nota della consigliera di amministrazione di Acer, Arch. Lucilla Meneghelli

In qualità di amministratore Acer esprimo la mia totale estraneità alle spese sostenute dalla nuova gestione, citate dal consigliere comunale Cugini.

In particolare sottolineo il fatto di aver esposto tale estraneità anche durante un Consiglio di amministrazione e di avere riscontrato irregolarità nella formulazione della determina di spese, in quanto le stesse si imputano alla volontà di una generica “nuova amministrazione ACER”, mentre nessun passaggio ufficiale è stato fatto con gli amministratori, nemmeno di tipo informativo su tali spese.

Inoltre sono stati spesi soldi pubblici anche per la stampa di biglietti da visita con il nominativo della sottoscritta senza averne fatta alcuna richiesta.

Sono piuttosto allarmata per le spese già sostenute, che non sono poche se si pensa che riguardano solo il primo mese di insediamento del nuovo Presidente, e sono in attesa della rendicontazione sugli eventuali altri costi, non previsti e non a bilancio, sostenuti nell’ultimo mese.

I bilanci di Acer si sono sempre chiusi con un buon margine positivo, questo anche nonostante le difficoltà naturalmente insite nella gestione degli affitti delle fasce sociali più disagiate, ma è proprio per questo che credo si debba avere sempre di più un approccio moderato alle spese che esulano dai bisogni primari di amministrazione dell’Ente.

Se non è così si rischia di invertire presto i risultati di bilancio, compromettendo la stabilità di un ente molto importante per il territorio.