nuovi cittadini, risultati, welfare e sanità
MINORI Orio al Serio – Tirana, sola andata.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società- Art. 4 Costituzione

Luçiano, Elvis, Qani, Ernest, Albulen, Franc: così si chiamano i primi 6 ragazzi imbarcati all’Aeroporto internazionale di Bergamo, direzione Tirana. Nuovo anno in famiglia. Addio Piacenza.

Ho parlato di persona a questi giovani, e lo farò con tutti quelli che seguiranno. Li ho guardati negli occhi e garantisco che, a prescindere da tutto e nella convinzione di essere nel giusto, l’impatto emotivo di dire a dei minorenni che il loro progetto di vita (migliore) finisce lì e che un aereo li sta aspettando per far rientro a casa, non è cosa da poco.

Le reazioni sono diverse, a seconda della consapevolezza, della sensibilità, dell condizione personale di ognuno. Sicuro che non mi hanno ringraziato.

fatto blueSono soddisfatto? Certo, a patto che questo sia solo l’inizio, che si mettano insieme le piccole e grandi conquiste di questa azione caparbia e si portino a sistema, codificandole in nuove fonti normative che aiutino tutti.

Sono felice? No, per tante ragioni. Perché allontanare è peggio che accogliere; perché finora questa partita la stiamo giocando più o meno da soli; perché abbiamo ottenuto più noi con la perseveranza di chi ha una missione da compiere che tanti altri, con i loro contatti e le loro risorse, che in teoria i problemi agli enti locali dovrebbero risolverli, non farseli risolvere.

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Pazienza. Credo che quello che stiamo ottenendo possa diventare un grande insegnamento per tutti e una bella iniezione di fiducia nei cittadini, che hanno potuto constatare che non è vero che la politica se ne frega sempre e comunque di loro.

 

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MINORI: ecco la breccia nel consolato albanese!
Un politico può promettere. Un amministratore deve dimostrare.- Stefano Cugini

woman albaniaTra brutte figure sulle TV nazionali e diffide legali patetiche, spunta dal Consolato d’Albania qualche atto concreto. E che atto!

Ho letto tutto d’un fiato: abbiamo davvero segnato il primo punto.

Davide ha tirato uno sganascione a Golia e stavolta pare non avergli fatto solo solletico.

Dopo la nota degli avvocati che di fatto chiede a Prefetti e Questori di Milano e Piacenza di tenermi lontano dagli uffici diplomatici di via Pirelli (ai quali darò presto adeguata risposta), ecco finalmente un’altro scritto dai toni molto più concilianti, che indica nell’oggetto nientepopodimeno che:

  • RIMPATRIO ASSISTITO RELATIVO AI MINORI

nota-albania-rimpatrio_2Piacenza ha creato quel precedente per il quale mi batto da agosto. Basta infinita burocrazia tra i servizi sociali e le commissioni ministeriali a Roma, per supplicare indagini nei paesi di provenienza. Basta stare mesi con le dita incrociate perché qualcuno ci scriva che forse ci sono le condizioni per chiedere ai ragazzi se ci danno il permesso per essere rispediti a casa (hai capito bene, di questo si tratta quando parliamo di “rimpatrio VOLONTARIO assistito“)

Ci siamo rivolti direttamente all’Albania, chiedendo:

“di contattare tempestivamente la famiglia del minore affinché si attivi per riprenderlo in consegna o, in alternativa, indichi se sul territorio nazionale siano presenti parenti che possano prenderlo in affidamento e assumerne la tutela”

Abbiamo fatto presente che (ed è questo che è stato indicato in diffida come nostra “velata minaccia”):

in caso di mancato riscontro, il Comune di Piacenza si riserva di consegnare entro 15 giorni il minore alle autorità consolari che rappresentano a tutti gli effetti lo stato albanese in territorio italiano

La risposta ci rende merito, chiedendoci di comunicare:

la data, l’ora e il punto di frontiera dal quale si effettuerà il rimpatrio assistito dei minori di cui sopra.

 

È un passaggio spartiacque, ed è solo l’inizio. Guai a fermarsi, questa conquista deve essere lo stimolo per recuperare altro entusiasmo, coinvolgere altri amministratori, far sentire ancora di più la nostra voce.


Se ancora non lo hai fatto, FIRMA la petizione su Avaaz.org: “Presidente della Repubblica d’Albania, fermi il flusso di minori albanesi, in Italia a sfruttare i servizi sociali.


Siamo nel giusto e adesso lo riconosce anche l’Albania.

Alla luce di questa svolta, rivendico l’efficacia del mio comportamento fuori dalle righe, almeno per l’ortodossia di una certa politica, molto brava a parlare e poco abituata ai fatti. Vorrei chiedere cosa hanno da dire adesso quelli che, comodamente seduti davanti alla tastiera di un computer, mi hanno accusato di campagna elettorale o piagnistei e propaganda.

A parlare sono buoni più o meno tutti. A urlare anche l’ultimo dei peones non fa fatica. Alla gente però serve chi lavora: ancora una volta sono indispensabili dei sani operai della politica che ci credono e buttano il cuore oltre l’ostacolo.

Per i cittadini, per i piacentini che pagano le tasse, è stata più concreta un’amministrazione pronta a rompere gli schemi e far saltare il banco o quelle opposizioni politiche che invece di unirsi in una causa sacrosanta e dare forza alla nostra azione, si sono limitate al tiro al bersaglio polemico e improduttivo?

Vale per questa partita, come – purtroppo – per tantissime altre, più o meno note all’opinione pubblica.

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Oggi un amministratore deve muoversi con i valori che lo guidano, facendo quello che crede sia l’interesse di tutti, a prescindere dalle appartenenze politiche. Deve farlo mettendosi in gioco, dimostrandosi disposto a rischiare in prima persona per un bene superiore, perché non si muove per se stesso, ma rappresenta una comunità intera.

Faccio mio il messaggio di Papa Francesco in un suo discorso al Consiglio d’Europa, in cui ha richiamato:

“un costante cammino di umanizzazione, cui servono memoria, coraggio, sana e umana utopia”.

Memoria, coraggio, sana e umana utopia

 

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nuovi cittadini, welfare e sanità
MINORI: l’Albania ci diffida al rispetto della convenzione di Vienna!
La politica deve essere operaia, fatta di esempio e sacrificio. Senza il primo non c’è credibilità. Senza il secondo manca la spinta al miglioramento.- Stefano Cugini

bandiera-albaniaSiamo nell’era della post-verità, ormai essere dalla parte giusta o sbagliata, dire la verità o bugie, sperare nella legge o esserne vittima, sembrano variabili dipendenti dal momento e dagli attori in campo.

Così capita che, mentre ancora stai a sfregarti le mani per il bel servizio delle Iene, pensando a come capitalizzare tanta improvvisa notorietà, provando a dare un contributo perché finalmente si risolvano questioni grottesche, muri di gomma, falle di legge, ecco che ti arriva una bella diffida su carta intestata di uno studio legale milanese per violazione della Convenzione di Vienna!

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Sbalorditi come Renzo Tramaglino da Azzeccagarbugli, scopriamo che – nonostante un’inchiesta che dimostra come famiglie e ragazzi prendano letteralmente in giro i servizi sociali italiani – il fatto di aver chiesto ancora una volta aiuto al Consolato del Paese da cui i minori provengono è letto come una “velata minaccia“.

A tal punto che si notifica a Questure e Prefetture di Milano e Piacenza di “vigilare sull’applicazione della Convenzione, PRENDENDO TUTTE LE MISURE APPROPRIATE A IMPEDIRE CHE SIANO VIOLATE LE STANZE CONSOLARI“.

Capito? Guai a disturbare. C’è in ballo la dignità del Console.

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Pazienza per la dignità dei minori, quella dei cittadini italiani che con le loro tasse pagano il soggiorno vacanza; chissenefrega della dignità di un assessore trattato da facinoroso e fatto allontanare dalla Polizia.

Una cosa è chiara. Il livello di volontà del Consolato di collaborare alla soluzione del problema. Prima ti ignora, poi ti respinge, infine ti fa scrivere dagli avvocati. Mi sembra giusto che questo lo sappiano tutti.

La curiosità sta in quello che si trova scritto proprio nella citata Convenzione, che all’articolo 5, ha nei comma “a”, “e”, “h”, alcuni spunti interessanti.

convenzione vienna

A voi il giudizio. A voi stabilire se questi signori stanno proteggendo gli interessi dei propri cittadini (forse è proprio così, a questo punto), se stanno prestando loro soccorso e assistenza, se stanno tutelando i minorenni.

Nel frattempo, ho appena scoperto che il video del servizio, dal sito delle IENE e da YOUTUBE è stato rimosso. La cosa, detto tra noi, mi inquieta un po’…

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MINORI: le IENE a Piacenza.
La politica è fatta dalle persone e nessuno ha primogeniture ed esclusive. Solo insieme si cresce. Se c’è onestà intellettuale e vero amore per la causa del bene comune, le diverse appartenenze sono contenitori che indicano vie possibili, non compartimenti stagni che creano realtà parallele.- Stefano Cugini

le-ieneQuella sui minori stranieri non accompagnati albanesi è prima di tutto una battaglia etica, di civiltà e giustizia sociale.

Non ci si può fermare, per correttezza nei confronti dei cittadini che pagano le tasse e dei minori che davvero hanno bisogno di aiuto dai servizi sociali, tra cui anche qualche albanese, che adesso rischia di finire nel mazzo.

Il video servizio de “Le Iene” dice molto. Le interviste in Albania e quella ai ragazzi, fatta qui a Piacenza, sono pugni nello stomaco a chi crede nei valori della fiducia, della giusta accoglienza e della solidarietà.

Adesso la legge che mi impone di farmi prendere in giro, pure dal Console (che figura che ci fa!), va cambiata. Così non può continuare. 

 

Dal blog “sportelloquotidiano.com” di Thomas Trenchi, scopro che a precisa domanda, Matteo Salvini comincia la solita tiritera da politicante di lungo corso:

il livello locale deve dire di no. Deve iniziare a dire dei no alle imposizioni che arrivano da Roma e dalle Prefetture, ma poi è un problema che si risolve a livello nazionale

Bene, e bravo il nostro Matteo! Tanto per sapere, oltre a parole al vento buone per tutte le stagioni, lui cosa ha concretamente fatto quando era al Governo e al Ministero dell’Interno c’era il suo amico Bobo Maroni? A quali strumenti ha pensato o ha proposto da quel di Bruxelles per permettere a noi amministratori locali di “dire di no” senza fare collezione di denunce? Il suo partito a Roma si è attivato in qualche modo, oltre a sbraitare “tutti a casa loro”, per proposte concrete, utili a risolvere a livello nazionale il problema che ricade sulle teste dei singoli comuni?

Se non avete soluzioni, finché non portate risposte, qualunque sia la vostra casacca, state zitti. Ci avete stufato! Maschere e parole, da ogni latitudine politica, a infrangersi contro la forza silenziosa degli operatori dei servizi sociali d’Italia, che lavorano giorno e notte con l’orgoglio della loro professionalità e la frustrazione per chi invece di venir loro in soccorso, si perde tra convegni e comparsate TV.

Mi ricorda un verso di Gabriele D’Annunzio:

Teco porti lo specchio di Narciso? Questo è piombato vetro, o mascheraio. Aggiusta le tue maschere al tuo viso, ma pensa che sei vetro contro acciaio.

 

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MSNA: finalmente si batte un colpo!
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società- Art. 4 Costituzione

RERGiornata passata in Regione per questioni davvero importanti, tra cui – manco a dirlo – quella dei profughi, in generale, e dei minori stranieri non accompagnati, in particolare. Prima in Cabina di Regia con la vicepresidente Elisabetta Gualmini e poi in Anci, si è finalmente condivisa una presa di posizione comune, concretizzata in una lettera a più firme da indirizzare al Viminale, ai prefetti dell’Emilia Romagna e al Tribunale dei minori.

Sul tema #msna, oltre ai nuovi arrivi dell’Albania, che dimostrano la strafottenza di uno Stato nei nostri confronti, qualcosa sembra muoversi sul piano della consapevolezza e – soprattutto – del coraggio istituzionale. Nonostante il mancato sostegno della Regione al mio “blitz” al consolato albanese di Milano, il dialogo fitto tra territori é proseguito senza sosta.

Voglio pensare che questo appello, dal grande significato politico, sia figlio anche di quel gesto eclatante. Noi non ci fermiamo di sicuro…

Il succo della questione? Nè più né meno di quello che vado dicendo da tempo: non ce la facciamo più. La bomba a orologeria su msna è pronta ad esplodere, tanto più che a quelli che si rivolgono direttamente alle prefetture e ai servizi sociali, presto si aggiungeranno quelli ripartiti dai vari centri di accoglienza, ormai ingolfati.

E’ ora che la politica faccia davvero la sua parte, senza tentennamenti e altre valutazioni che non siano quelle di togliere gli enti locali da questa china pericolosissima per i bilanci e la tenuta sociale.

Da questo punto di vista è essenziale la collaborazione tra istituzioni, questure in primis, che devono intensificare – come bene ha fatto quella di Forlì – le attività investigative. Limitarsi a comunicare ai servizi sociali l’arrivo e la consegna dei ragazzi non è mai stata e ora non può più essere la corretta interpretazione dei propri doveri e del rispetto verso gli altri interlocutori del territorio.

Non dobbiamo rendere meno attrattivo il nostro #welfare, ma aggiornare la legge e perseguire chi prova ad aggirarla.

Adesso i riflettori della stampa regionale e nazionale sono accesi. Il mio obiettivo era questo. Facciamo tutti in modo che non si spengano fino a che non si sarà trovata la soluzione al problema.

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nuovi cittadini, partecipazione, società
MSNA. Sui minori albanesi sono disposto a metterci il coraggio anche per chi ne dimostra meno

In molti ieri mi hanno chiesto come mi sono sentito dopo l’uscita dei primi titoli sulla neanche troppo velata presa di distanza della Regione Emilia Romagna rispetto ai miei blitz al Consolato albanese.

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Che dire. Nella sostanza, non è che potessi aspettarmi qualcosa di diverso. Come avrebbe potuto la vice presidente prendere le parti di un amministratore disposto a superare il confine di ciò che è oggi (ingiustamente) sancito dalla legge? Si è scelta la linea istituzionale, tra l’altro per rispondere a un’interrogazione formale. Niente di più appropriato.

Poi c’è la forma, e qui la questione cambia. Pur tra dovute precisazioni, un supplemento di coraggio retorico non avrebbe guastato a mio parere, per vicinanza umana e solidarietà di parte.

La frase dell’avallo era davvero necessaria o poteva restare implicita? Quando il gioco si fa duro, quanto contenuto politico è bene dare a una risposta di questo genere, in cui senza dubbio restare sul piano squisitamente tecnico è molto più comodo? Mi sembra ovvio che qui la mia visione è lontana da quella di Viale Aldo Moro.

msna la regione non avalla_estratto

Come mi sento adesso?

Solo, se guardo alla politica, dove l’unica persona a prendere le mie difese senza se e senza ma, col giusto piglio – nella forma e nella sostanza – è stato il mio Sindaco. Per il resto, molto pudore, ai limiti della titubanza. Equilibrismi stucchevoli e tanto silenzio. Oltre ai soliti commenti della destra piacentina, quella più esperta, che conta ormai decenni di pratica e attività: aria fritta, rincorsa all’altrui impegno per esercizio di critica fine a se stesso.

Per fortuna sento vicina, molto vicina, la gente comune, i molti cittadini che in questi giorni mi fermano per strada, mi scrivono messaggi e mi telefonano. Nel bene e nel male, l’opinione pubblica sa essere più diretta e più coraggiosa di tanti rappresentanti dalla pancia piena o dalle ambizioni forti. La gente oggi apprezza chi sta scomodo e un motivo ci sarà pure.

Non sono un martire e non sono stupido. So molto bene che queste forme di “pensiero (e azione) laterale” creano mal di pancia e altrettanta diffidenza. Per varie ragioni.

Ma non rinnego niente di quanto fatto. Nemmeno la modalità che ho scelto. E non ho alcuna intenzione di fermarmi.

Il problema è noto a tutti, le strade da percorrere, pure. Le soluzioni si conoscono. Serve volontà e rapidità. Chi oggi continua con la tattica, chi propone tavoli di confronto a oltranza, chi mi vorrebbe più allineato, pensi per un attimo – per favore – ai ragazzi abbandonati, prima dai loro genitori e poi dal loro Stato.

Pensi agli operatori dei servizi sociali, quelli senza voce e senza risorse, con carichi di competenza e volontà da far impallidire la gran parte dei politici a cui devono invece dire “obbedisco”. Si soffermi un attimo a cogliere nel profondo le loro difficoltà di tutti i giorni.

Li accompagni in piena notte a ritirare giovani quasi adulti lasciati come pacchi agli oggetti smarriti. Valuti l’abisso che c’è tra questa trincea, fatta di immediatezza e urgenza, e le sedi patinate, comode e scarsamente efficaci in cui ci ritroviamo a “cercare soluzioni”, dandoci – noi politici – tutto il tempo e la calma che ai tecnici sul campo non è concessa.

Pensino, lor signori, a tutte queste cose e forse proveranno quel briciolo di vergogna che ho provato io.

Resto dell’idea che la politica deve essere operaia, fatta di esempio e sacrificio. Senza il primo non c’è credibilità. Senza il secondo manca la spinta al miglioramento.

 

 

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nuovi cittadini, partecipazione, società
MSNA: sui minori abbandonati la mia è disobbedienza civile con l’Albania

IMG_2655Dopo la prima puntata al Consolato albanese, il 29 agosto, come promesso mi sono ripresentato in via Pirelli a Milano, questa volta con 6 ragazzi. Dall’ultimo passaggio, altri cinque minori si sono presentati ai servizi sociali di Piacenza, a dimostrazione che l’allarme lanciato dal 2014 a oggi è terribilmente serio.

Qui si tratta di difendere con le unghie e con i denti il diritto ad accogliere con dignità, efficacia ed efficienza chi ha davvero bisogno.

C’é in gioco l’utilizzo corretto di risorse pubbliche, soldi da impegnare al meglio. É una battaglia etica, perché chi china la testa di fronte a cose ingiuste – in questo caso una legge – si rende colpevole.

Lo faccio anche per me, che so fare politica solo a schiena dritta. Desistere di fronte al muro di gomma in cui mi sono imbattuto sarebbe uno stress insopportabile.

Poi si può vincere o perdere. Quello é secondario. Conta invece il modo in cui giochi la partita.

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Bene, per correttezza istituzionale ho anticipato la mia visita con una lettera ufficiale, a cui non è seguita risposta alcuna. D’altronde nemmeno in precedenza i diplomatici di Tirana si sono degnati di un riscontro, il che dimostra quanto interesse ripongono sul tema.

In compenso, sono stati assolutamente disponibili a lasciarmi in corridoio sette ore, prima di chiamare volanti della Polizia e Digos per riconsegnarmi passaporti e ragazzi, loro connazionali abbandonati dai genitori e dal loro Stato.

Ho bisogno di aiuto, di sentire vicino tanta gente che la pensa così. La stampa mi sta aiutando molto, sia quella locale – Libertà mi ha seguito e ha dato grande visibilità a questa giusta battaglia – sia quella nazionale, con Repubblica pronta a inserire la perseveranza di Piacenza tra le sue pagine principali.

Pure Radio Rai, con la trasmissione “restate scomodi“, ha voluto mettere l’accento sul caso (la mia intervista va dal minuto 00:19:19 al minuto 00:28:34).

E anche online, zerocinque23.com, non ha mancato di dimostrarsi sul pezzo.

Il primo risultato, altra prova di un traffico poco chiaro, è che a stretto giro qualche parente è saltato fuori. Piccola ma importantissima soddisfazione, non fosse che per due ragazzi collocati, un altro – sempre albanese – ci è stato consegnato dalla Questura per l’immediata presa in carico.

msna_riconsegnati ai parenti due minori albanesi

Purtroppo, già dalla patinata riunione in Prefettura a Bologna, successiva al blitz milanese, è emerso chiaro come la politica che “può risolvere” per il momento si accontenti di parlare per “cercare” soluzioni.

Ho bisogno che il nostro grido diventi assordante. Sui social in tanti mi hanno dimostrato solidarietà. Non dobbiamo abbassare la guardia, altrimenti tutto questo impegno sarà stato inutile.

Comunque sia, sto già studiando le prossime mosse: restate sintonizzati!

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curiosità, nuovi cittadini, società
MSNA. Io non abbandono i minori albanesi non accompagnati. Li porto al loro Consolato
Non é tempo per gli infallibili e per quelli che “la colpa é sempre di qualcun altro”. I miei supereroi sono gli onesti operai con le borse sotto agli occhi per la fatica quotidiana e il sorriso pronto di chi ha sogni da inseguire e condividere.- Stefano Cugini

msna azzurroRegionale per Milano delle 7:55. Un carro merci, lento e caldo. Come promesso ho organizzato una “gita” al Consolato albanese, con tanto di minore al seguito. Non sono atteso, nessuno ha risposto alla mia lettera di venerdì scorso. Ovviamente la cosa non è bastata a farmi desistere.

Il quadro che mi ero prefigurato prevedeva una mia richiesta di colloquio con il Console, a cui sarebbe seguita in tutta risposta l’impossibilità di ricevermi; nuovo appello per parlare con il secondo funzionario più alto in grado e probabile muro di incomprensibilità/incomunicabilità burocratica/dipolomatica. Da li in poi avrei recitato a soggetto.

consolato albaneseNiente di tutto questo: benché non attesi, siamo ricevuti in un tempo sufficientemente breve per non svenire dalla calura di un appartamento stipato di gente come neanche qualche gestore con i profughi, con una temperatura da fusione dei lobi delle orecchie.

La Console è cordiale e ascolta molto attenta. Interrompe, chiede di capire meglio i passaggi che le sfuggono, prende nota. Io intanto mi sforzo di parlare italiano il più lentamente possibile perché non sfugga niente dei concetti che intendo esprimere.

Dopo un’introduzione sui numeri dell’accoglienza a Piacenza, sui continui arrivi, sulle percentuali assolutamente sparametrate di MSNA (minori stranieri non accompagnati) albanesi rispetto al totale, arrivo al sodo, riassumento questi pochi principi:

  1. per noi l’accoglienza di un minore è un dovere, oltre che legale, morale. Per questo, da amministratore, sono orgoglioso della professionalità dei miei collaboratori e non intendo fare come altre città (ho portato prove documentali) che affidano i minori a se stessi, nè suggerire al mio servizio di attuare condotte meno opportune per disincentivare gli arrivi.
  2. perché i principi di equità sociale e solidarietà umana stiano insieme, devo essere messo nelle condizioni di tutelare davvero la minore età dei ragazzi, altrimenti diventa un’istigazione a delinquere istituzionale, oltre che nei confronti dei minori stessi che, se abbandonati, qualche espediente per tirare avanti devono pur trovarlo.
  3. considerata la frequenza degli arrivi i presupposti di cui sopra non ci sono, motivo per cui, dato che per senso dello Stato ed etica personale tendo a rispettare le leggi ma appurato che di fatto sono costretto a violarle, tra abbandonare un minore albanese per strada o abbandonarlo sul suo suolo patrio (come è a tutti gli effetti il Consolato), sceglierò sempre e comunque la seconda opzione.
  4. ho bisogno di un canale diretto con la sede diplomatica per avvisare di ogni arrivo e un impegno affinché sia trasmessa al Ministero competente in Albania, ogni volta, veloce richiesta di autorizzazione al rimpatrio.

ragazzini come pacchi

La Console ha parlato con il ragazzo, che le ha spiegato il viaggio in Italia alla ricerca di una vita migliore (!). Per quanto mi riguarda, le ho detto che ora, per come sono messi i servizi, io posso solo peggiorare la sua situazione.

Alla fine mi ha chiesto una settimana, impegnandosi a trasmettere entro oggi richiesta al Ministero per il rimpatrio del giovane. Per il resto si è detta disponibile a creare il canale di cui al punto 4.

Me ne sono andato ammonendola del fatto che, nulla ricevendo ne prossimi giorni, entro i primi di settembre tornerò al Consolato per consegnare il passaporto e il ragazzo.

Mi ha detto, testuali parole, “ho capito, è stato chiaro“. Resto pieno di perplessità ma quantomeno abbiamo fatto da apripista. Dubito che finisca qui, ma per ora – come nella sigla di Star Trek:

“siamo arrivati là dove nessun uomo è mai giunto prima”.

Dai, oggi può bastare. Solo oggi però!

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