casta e dintorni
Lo (s)regolamento delle case popolari

Ideologia e noncuranza

"Non mi toccano le frecciatine. Tornerei in Consiglio altre 17 ore se servisse a cambiare ancora questo testo. Io sono orgoglioso del lavoro fatto e sereno per aver dato il massimo nell'interesse esclusivo dei cittadini, specie di quelli più fragili.”

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ore di dibattito in Consiglio necessarie a far passare il nuovo regolamento

| Dopo i piacentini

"Prima i piacentini e le fragilità" è la frase a effetto usata nel comunicato stampa dell'assessore. Peccato sia una fake news, un titolo messo lì per farsi dire bravi da chi di leggere e capire non ha proprio voglia.

Il regolamento delle case popolari è passato dopo 17 ore e mezzo di Consiglio, in cui, dopo tira e molla che sembravano senza fine, abbiamo convinto il  Sindaco a far fare marcia indietro a Dirigente e Presidente, ammettendo al dibattito tutti e 63 gli emendamenti, di cui 37 nostri.

Roba di contenuto, tecnico e politico, di cui è stato fin da subito chiaro che la quasi totalità dei consiglieri di maggioranza nulla capisse.

Chi si chiede perché qualcuno volesse evitare il dibattito in aula è sulla strada giusta per comprendere la preoccupazione di vedere smascherate scelte ideologiche e pasticciate.

Il nostro non è stato bieco ostruzionismo, ma ferrea convinzione che il testo andasse profondamente migliorato. In parte ci siamo riusciti e questo ci rende fieri della politica che stiamo agendo.

 Leggo in una nota dell’assessore, troppo lunga e in burocratese per invogliare la lettura dei non addetti ai lavori (in cui, tra l’altro, continua a riferirsi a me, pur senza citarmi per nome), che il parto amministrativo sarebbe improntato alla difesa della piacentinità e delle fasce più deboli: niente di meglio per raccogliere qualche hip hip hurrà da ultras poco interessati al merito e al dettaglio.

Dato però che l’argomento è troppo importante, per quanto non di grido, farò presente alcune realtà di fatto, che la maggioranza ha preferito non trascrivere nella propria velina di propaganda.

Buona lettura

La fregatura del bonus genitori

Prima i piacentini” è uno slogan destinato a rimanere tale. Tutti tronfi, i nostri governanti hanno deciso di assegnare 10 punti aggiuntivi a chi ha i “vecchi” residenti in città da almeno 20 anni. Lo hanno chiamato “bonus genitori“.

A parte che non specificano quali e quanti genitori valgono (basta uno? Tutti e due di un richiedente? Tutti i genitori di entrambi i componenti del nucleo richiedente? Vai a saperlo…), basterebbe ricordare che circa 20 anni fa è stato proprio il periodo in cui molti hanno lasciato la città per la villetta fuori.  Ne deriva che oggi sarà molto più probabile che siano quelli che la Lega taccia come “stranieri” a  vantare ascendenti da 20 anni in città, a discapito dei giovani piacentini i cui genitori si sono un tempo trasferiti in campagna. Persino i Sinti di Torre della Razza avranno più possibilità di beneficiare della residenza lunga rispetto a molti presunti appartenenti a quell’arianesimo padano tanto caro dalle parti di Palazzo Mercanti.

Ci sarà da ridere a vedere gli effetti collaterali di una scelta tanto frettolosa quanto improvvida.

Non bastasse, vedremo spesso il paradosso di 5 punti assegnati a quel richiedente residente in città da 9 anni, ma con i genitori in provincia, a fronte dei 10 punti a chi è arrivato ieri ma ha mamma e papà a Piacenza da un ventennio.

…contenti loro…

Come ti dimezzo il punteggio!

Che forza questa giunta! Insiste a dire che premia la piacentinità, eppure mica ce lo siamo inventati noi di dimezzare il punteggio della fascia di anzianità di residenza da 5 a 10 anni, che dai 9 punti di prima è passato a 5 punti adesso…

Piacenza non è una città per giovani

Se sei giovane e hai la sfortuna di aver presentato una domanda a pari punti con quella di qualcuno più anziano di te, sappi che la casa andrà a quel qualcuno.

Bamboccioni!

Per questa Giunta, se sei ancora in casa con i genitori, o hai meno di 26 e sei studente, o sarà meglio che cominci a considerarti un peso a tutti gli effetti, dato che la tua presenza non sarà conteggiata nella domanda per le case popolari.

Disabili di serie A e serie B

Hai un figlio autistico? Sei ipovedente? Spiacente ma per il Comune in tema di case popolari si considerano solo gli handicap motori.

O mamma e papà, o niente!

Senza il nostro emendamento teso a far notare che la potestà genitoriale può essere esercitata non solo da mamma e papà, sarebbe stato penalizzato chi non ha la fortuna di poter contare sui genitori naturali.

E mio figlio a chi lo do?

La Giunta del cambiamento aveva trascurato la possibile esistenza e i bisogni di coloro che, pur essendo rimasti soli, hanno figli a carico. Svista da poco?

Valla a fare in un prato!

Speri di andare a vivere in una casa popolare perché dove sei ora non hai i servizi igienici? Scordatelo. La destra al governo ha eliminato i punteggi alla voce “antigenicità”.

O mangi ‘sta minestra, o salti…

Anche se nessuno di noi acquisterebbe o affitterebbe un appartamento a scatola chiusa, per questa amministrazione, se hai bisogno di una casa popolare, ti becchi quel che ti fanno vedere su planimetria. Sopralluogo dal vivo? Non se ne parla!

Potrei continuare, perché questi sono solo alcuni cenni rispetto ai tanti emendamenti presentati.

Al netto del fumo negli occhi e delle frasi fatte, spero di aver chiarito a chi non legge pregiudizialmente questa pagina che, alla fine, la c.d. piacentinitá tanto sbandierata sarà penalizzata, nella classica eterogenesi dei fini che si abbatte su chi fa prevalere l’ideologia alla competenza.

Ma, peggio ancora, alcune fasce deboli, tipo quel mondo di disabilità che sta oltre i problemi di deambulazione (es. autismo), si accorgeranno di essere lasciate indietro, al pari delle giovani generazioni.

È un brutto regolamento, con alcuni punti che si prestano a ricorsi certi, eppure ci tocca accontentarci del fatto che senza di noi sarebbe stato molto ma molto peggio.

Non mi sfiorano le frecciatine dell’assessore. Io sono orgoglioso del lavoro fatto e sereno per aver dato il massimo nell’interesse esclusivo dei cittadini, specie di quelli più fragili.

Oggi come oggi, in politica, non è poco e non è scontato”

open consiglio
Me ne frego!

Zero buon gusto

"Buon gusto, pudore, serietà: questioni che misuri in qualità, non a peso. Non importa se ballano milioni di euro o poche centinaia. Rileva come e perché quegli euro di denaro pubblico sono stati utilizzati”

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% di riduzione del compenso che il Presidente Losi ha rifiutato

| La matematica è un'opinione

I Sindaci hanno disposto una già di per se ridicola riduzione del 5% del compenso del Cda e il Presidente, diversamente da come calcolava i suoi emolumenti nel passato, gioca coi numeri e aggira il problema.

Altro che esempio! In politica la coerenza è merce rara e per questo ancora più preziosa. Mi sforzo di praticarla e, si, sono intransigente nel pretenderla. Specie da chi non perde occasione per insegnarti come si sta al mondo.

Se poi al rilievo mi si oppone arroganza, ho la naturale reazione di insistere ancora di più.

Molti dei comportamenti che constato in qualcuno degli attuali governanti di Piacenza – e oggi torno a parlare del presidente di Acer – ledono questo principio. Il punto, quando c’è in ballo la coerenza, non sta nella legittimità delle azioni (che fino a prova contraria non mi sono mai permesso di mettere in dubbio) ma nella loro opportunità.

Questa non è materia per i legulei e gli azzeccagarbugli che cercano  il pelo nell’uovo per dire che “nulla vieta che si faccia così“. Volgano altrove le loro attenzioni.

Qui si parla, sul piano politico, di buon gusto, pudore, serietà: questioni che misuri in qualità, non a peso. Non importa se ballano milioni di euro o poche centinaia. Rileva come e perché quegli euro di denaro pubblico sono stati utilizzati.

Da quando ho presentato l’atto ispettivo sulla mancata applicazione del CDA di Acer delle indicazioni della Conferenza degli Enti di ridurre di “ben” il 5% il compenso lordo per dare il “buon esempio”, me ne sono arrivate addosso di tutti i colori.

Radio Fante trasmette di un presidente agitatissimo e di un revisore dei conti non molto più tranquillo di lui. Via allora di calcoli e ricostruzioni, interviste alla stampa, post sprezzanti su Facebook, falsità in serie per discreditare. Persino un messaggio privato su Linkedin per dirmi che ho preso uno “scivolone”. Dopo la storia dell’arredamento del nuovo ufficio e le grottesche giustificazioni che ne sono seguite, sono tutti sul chi va là.

Consiglieri moderati che si trasformano in ultras dall’offesa facile e segretari politici con la calunnia pronta, incapaci di capire che non basta vestirsi e atteggiarsi come se si andasse ogni giorno al matrimonio dei principi di Galles per qualificarsi come persone di classe.

Tutto per una mozione di un consigliere di minoranza. E che sarà mai? Domandare è lecito, rispondere cortesia.

Se invece di farsi prendere dalla bava alla bocca si fossero lette meglio le carte, tutti i pretoriani del buon Losi avrebbero evitato di ripetermi allo sfinimento che le mie “accuse” sono infondate perché il loro paladino, in quanto libero professionista, non può avere una normale busta paga (come l’ex Presidente Massimo Savi) ma è obbligato a emettere fattura, ovviamente caricata di IVA e cassa previdenziale dell’ordine.

Molto bene. Ma, di grazia, chi ha mai sostenuto il contrario? Il punto è un altro signori miei, tanto banale quanto (pare) difficile da voler mettere a tema: la conferenza degli enti, quindi i sindaci dei comuni che hanno dato in gestione le case popolari ad Acer, ha deliberato una riduzione dell’indennità lorda nella misura del 5%.

Questa indicazione è rispettata dall’attuale presidente? Secondo me no. Io penso che la delibera sia stata aggirata con un escamotage che fa leva sul concetto di “lordo” non meglio specificato e mi pare anche molto semplice dimostrarlo.

Basta non accanirsi sui diversi status di Savi (pensionato, con cedolino) e Losi (libero professionista, a fattura) e guardare al comportamento del chiamato in causa, domandandosi banalmente perché, fattura su fattura, il Losi vice presidente di Massimo Savi calcolava in un modo mentre il Losi presidente, tenuto peraltro a rispettare la nuova indicazione politica della conferenza degli enti, calcola in un altro.

Forse che la matematica ha cambiato le sue regole nel frattempo?

I conti sono presto fatti: Quale sarebbe stato l’esborso di Acer con un presidente come quello attuale, libero professionita tenuto a emettere fattura, prima di quanto disposto dai Sindaci? Quale invece quello derivante dalle nuove disposizioni? Infine, quale importo è attualmente addebitato a Acer? Tre domande, tre risultati sotto la linea da comparare e giudicare:


Si vede o no il prete nella neve?

A pensar male si fa peccato, ma a me pare tanto una “genialataper sterilizzare proprio quel misero 5% richiesto dai sindaci (di destra e sinistra) come sforzo simbolico verso i cittadini e il periodo di crisi.

Proprio perché si parla di cifre contenute, trovo la mossa ancora più miope, con buona pace dei giocolieri che provano a giustificarla tecnicamente.

Il “mio” punto politico sta tutto qui, nella spregiudicatezza con cui si usano i cavilli per non rispettare i patti.

Per concludere, niente è più falso che sostenere la mia presunta volontà di danneggiare Patrizio Losi. Al contrario: io spero proprio che il nostro coltivi i più brillanti successi e abbia una vita lavorativa ricca di soddisfazioni.

Vorrei solo che fosse il suo vero lavoro di architetto a renderlo così appagato, portandolo lontano dalla cosa pubblica, verso la cui gestione, da tempi non sospetti, ripeto (con una critica esclusivamente politica che deriva dal mio ruolo in Consiglio) di ritenerlo la persona sbagliata nel posto sbagliato.

clicca qui sotto per leggere il testo della MOZIONE

open consiglio
Excusatio non petita

Strane priorità

"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”

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€ spesi per il nuovo arredo di design

| Aria nuova

Spendere 3.200€ di soldi pubblici per nuovo logo e slogan a fronte "del cambiamento della maggioranza politica all'interno del CDA" mi sembra si commenti da solo. Considerati gli inquilini delle case popolari che faticano a pagare 25€ al mese di canone.

La rassegna stampa di oggi riporta la replica infastitida del presidente di Acer rispetto al mio intervento nell’utlimo consiglio comunale, dove ho stigmatizzato gli 8.000€ spesi in varie ed eventuali.

A differenza di quanto riportato, io non ho mai parlato di spese folli, mentre ribadisco convinto di ritenerle inopportune, stante il momento di difficoltà generale e le priorità dell’ente.

Ebbene, la giustificazione non richiesta ai miei occhi è la conferma – del diretto interessato – di spese evitabilissime, che comunque sono state fatte con soldi pubblici.

Sul fatto che sia tutto rendicontato non mi soffermo neanche: e ci mancherebbe altro!

Non so il lettore, ma per me spendere 3.200€ per ideare, progettare e realizzare nuovo logo e slogan, solo per “sottolineare il nuovo corso“, a fronte “del cambiamento della maggioranza politica all’interno del CDA” mi sembra si commenti da solo.

Considerati gli inquilini delle case popolari che faticano a pagare 25€ al mese di canone, mi stupisco del coraggio di una simile spiegazione.

Impiegare poi altri 3.100€ per complementi d’arredo all’ultima moda da destinare all’ufficio del presidente, costi che si sarebbero resi necessari “dopo lo stravolgimento dell’ufficio da parte del precedente presidente, Massimo Savi” ha del comico. Peggio, del grottesco.

In effetti Savi mi risulta avesse fatto togliere un divano, sostituendolo con un tavolo per riunione e relative sedie. Più volte ho avuto modo di fare incontri di lavoro in quella stanza e trovo la scelta, d’intuito, di certo più funzionale e indicativa di un amministratore con la minima idea di essere operativo. Molto di più che divanetto, poltrone e tavolino Le Courbousier.

Quanto poi alla “cortesia istituzionale” di riservare posti auto agli amministratori, questa dipende di certo dalla sensibilità personale.

Ricordo a me stesso che in via Taverna, da assessore, mi sono sempre opposto a un’area riservata alla mia macchina, mentre ho preteso che nel cortile fossero individuati spazi per i mezzi dei portatori di handicap.

Rigorosamente segnalati con un foglio A4 appeso al muro, in una busta porta-documenti, caso mai piovesse.

Ma è cambiata la musica e diversi sono i suonatori…

Aggiornamento 5 novembre

Nota della consigliera di amministrazione di Acer, Arch. Lucilla Meneghelli

In qualità di amministratore Acer esprimo la mia totale estraneità alle spese sostenute dalla nuova gestione, citate dal consigliere comunale Cugini.

In particolare sottolineo il fatto di aver esposto tale estraneità anche durante un Consiglio di amministrazione e di avere riscontrato irregolarità nella formulazione della determina di spese, in quanto le stesse si imputano alla volontà di una generica “nuova amministrazione ACER”, mentre nessun passaggio ufficiale è stato fatto con gli amministratori, nemmeno di tipo informativo su tali spese.

Inoltre sono stati spesi soldi pubblici anche per la stampa di biglietti da visita con il nominativo della sottoscritta senza averne fatta alcuna richiesta.

Sono piuttosto allarmata per le spese già sostenute, che non sono poche se si pensa che riguardano solo il primo mese di insediamento del nuovo Presidente, e sono in attesa della rendicontazione sugli eventuali altri costi, non previsti e non a bilancio, sostenuti nell’ultimo mese.

I bilanci di Acer si sono sempre chiusi con un buon margine positivo, questo anche nonostante le difficoltà naturalmente insite nella gestione degli affitti delle fasce sociali più disagiate, ma è proprio per questo che credo si debba avere sempre di più un approccio moderato alle spese che esulano dai bisogni primari di amministrazione dell’Ente.

Se non è così si rischia di invertire presto i risultati di bilancio, compromettendo la stabilità di un ente molto importante per il territorio.

dispacci resistenti
Facile profeta

Su Acer sono stato fin troppo facile profeta. Aria nuova (?) alle case popolari!

Pochi giorni fa ho scritto di non condividere la scelta fatta per la carica di Presidente di Acer , parlandocon cognizione di causa di un amministratore umorale e non adatto a fare squadra con i suoi collaboratori.

D’altronde con il trattamento riservato all’ex Presidente Massimo Savi, fatto di un’ininterrotta sequela di attacchi pubblici e spesso scomposti, si è qualificato da solo come elemento divisivo e fazioso.

Ribadisco quindi il mio punto di vista, per cui ho trovato fuori luogo e inutile – solo il tempo dirà se anche dannoso – il fair play dei sindaci del centrosinistra che ne hanno avallato la nomina unanime.

Per quanto riguarda la vicepresidenza, da sempre attribuita alla minoranza come garanzia e contrappeso in un ente che ha nel bene pubblico la sua missione, anche qui sono stato facile profeta, cogliendo la bulimia di poltrone del centrodestra con largo anticipo.

Ogni regola non scritta é stata accantonata e così da due consiglieri di minoranza, su tre membri del CDA, che hanno caratterizzato quasi tutto il mandato precedente, passiamo oggi all’accoppiata Presidente e Vice saldamente in quota destra.

Chi vince piglia tutto, agli sconfitti toccano le briciole. Se nel contenuto c’é poco da obiettare, sullo stile é meglio stendere un velo pietoso.

Peccato, perché durante il Consiglio comunale d’esordio il Sindaco Barbieri ha predicato collaborazione in modo convinto, posizione da noi tutti molto apprezzata, salvo essere smentita alla prima occasione dai suoi che hanno razzolato davvero male. Pazienza, va così.

Fossi nella consigliera di minoranza Meneghelli, data la palese inutilità del ruolo, tirerei qualche conclusione, per non svilire l’impegno che ha già dimostrato di saper mettere.

Ma parlo a titolo personale, col carattere di uno poco propenso a fare l’altrui stampella quando mancano i presupposti minimi per un lavoro costruttivo.

dispacci resistenti, open consiglio
Fair play inutile e dannoso

Inutile fair play istituzionale del centrosinistra che avalla la nomina di Patrizio Losi Presidente Acer #tuttohaunlimite #piacenzaverdenera.

Questione di dignità politica. Già numero due dell’ente, il nostro è noto per la disinvoltura a sputare nel piatto in cui ha mangiato e continuerà a farlo per i prossimi cinque anni, con prese di posizione polemiche a ripetizione, attacchi pietosi ad Acer stessa e a chi ci lavora, strumentalizzazioni smentite puntualmente dalla realtà dei fatti.

Parere mio personale, siamo di fronte alla peggiore scelta possibile e non lo affermo con pregiudizio, ma sulla scorta di tre anni di esperienza a contatto diretto con la persona. Come sempre, pronto a essere smentito dai fatti.

 

Intanto, per tornare alla politica spiccia, vedremo se questo bon ton dei sindaci di minoranza porterà almeno alla conferma del patto non scritto per cui, da sempre, la vicepresidenza è appannaggio di chi sta all’opposizione (come in Consiglio comunale).

Non si tratta di poltrone, ma di funzioni di garanzia per un ente che è interesse di tutti i cittadini. Nessuna amministrazione è mai venuta meno a questo impegno, che non dovrebbe nemmeno essere oggetto di trattativa.

Io però non ci conto. Anzi, sono convinto del contrario. Vedo una bulimia di potere in questa destra che non mi rassicura, una voglia, quasi vendicativa, di sotterrare gli avversari politici. Per qualcuno siamo ai muscoli da mostrare, al celodurismo di vecchio stampo, ma forse ancora più cinico.

Vorrei sbagliarmi, ma non credo: pochi giorni e sapremo se sarò stato buon profeta

welfare e sanità
Core ‘ngrato

A destra si muovono a tentoni, non riuscendo a elaborare uno straccio di proposta che non si appoggi su attacchi indotti a chi governa. E allora, pur di ascoltare gli improvvidi gobbi, la candidata seguita a sparar panzane.

Su Acer è curioso che chi le scrive i testi, pur facendone parte ed essendone responsabile in prima persona (parlo del vice presidente Patrizio Losi), trascuri il fatto che il consiglio di amministrazione, fino a un anno fa e per i 3 precedenti, ha avuto la maggioranza in capo proprio al centro destra. Poche storie dunque, se sei in maggioranza, sei in maggioranza. Se questa parte politica non fosse stata d’accordo con la linea dell’ente, avrebbe dovuto solamente alzare la mano e mandare sotto nelle votazioni il presidente. Ma così non è stato. Peccato. Se non riesci a far valere la tua posizione di forza, fatti delle domande su quanto sai amministrare.

Altra gaffe. L’elenco di quello che abbiamo fatto in tema di abitazioni è lungo, ma non è il caso di tornarci su adesso.

Mi spiace molto l’eco che le ormai numerose sparate lascia negli uffici, comunali e di Acer stessa, dove professionisti seri che si applicano nel loro lavoro e a cui negli ultimi tre anni ho chiesto i salti mortali, sono affranti dall’essere dipinti, dal loro referente politico, arch. Losi, a seconda dei casi come incapaci, casta, aridi burocrati, appiattiti al servizio di un’amministrazione di inetti.

Le persone (perché questo sono, prima di tutto) che lavorano a contatto con il pubblico sono sempre più di frequente vittime di attacchi verbali, ingiurie, offese (quando qualcuno non prova a passare alle vie di fatto), da parte di cittadini frustrati dalla situazione generale, molti dei quali – fragili e con limitati mezzi culturali a disposizione – si sentono legittimati a questi comportamenti anche dal modo in cui tutto il settore pubblico è ormai presentato. L’ultima cosa di cui sentono il bisogno è che la politica presa dalla frenesia della campagna elettorale calchi la mano, generalizzando e contribuendo a rendere irriconoscibile la differenza tra gli scansafatiche e chi invece fa con serietà il proprio lavoro.

Soprattutto per questo rispondo in modo netto e ruvido: è mio compito tutelare il lavoro e il buon nome di chi fa pubblico servizio. Se non lo facessi, dimostrerei quel disinteresse e quella pavidità che ha allontanato così tanto i cittadini dalla politica. Ho provato a impegnarmi in prima persona proprio per battere strade diverse e non cambierò traiettoria, a costo di sembrare impopolare.

Mi limito a considerare il fatto che chi strumentalizza a ogni occasione, pur dovendo per ruolo conoscere perfettamente i singoli casi – pena ammissione di ignoranza amministrativa imbarazzante – dà il quadro di una pochezza desolante.

Ma tant’è. Avanti a testa alta.

diritti, politica
POLITICA: Giorgia Meloni dà le case popolari a Rom e Sinti

Dopo la Lega Nord di Piacenza che sostiene il modello di accoglienza profughi che ha portato a mafia capitale, nel mentre di una destra piacentina che lavora per chiudere i nostri ospedali, ecco Giorgia Meloni che vuole mettere Rom e Sinti nelle case popolari.

Non c’è trucco e non c’è inganno: basta mettere in pausa l’istinto e studiare un po’ l’argomento (o ascoltare chi lo spiega) per capire le conseguenze di quello che dice la leader di Fratelli d’Italia.

Non è questione di giudizi morali o di opinioni personali. Mi diverte solo il fatto che chi si abitua al qualunquismo casca nelle sue stesse contraddizioni, sperando che la gente ormai assuefatta a spellarsi le mani per gli slogan non se ne accorga.

Ma proviamo a sbobinare insieme la video intervista:

Primo ascolto tutto d’un fiato:

  • Reazione ingenua 1 (l’arrabbiato):  “come si fa a non darle ragione?
  • Reazione ingenua 2 (il buonista):  “ma tu cosa hai fatto quando eri al governo?
  • Reazione consapevole (l’amministratore): “ma vai a lavorare e smettila con le panzane!

Secondo ascolto, punto per punto:

se sei nomade io ti attrezzo delle piazzole di sosta temporanee, dove tu arrivi, ti agganci, paghi la luce e il gas come fa qualunque italiano, dopo di che, quando hai finito di nomadare, transumi e vai.

Reazione consapevole (l’amministratore):

  • il campo è già un insieme di piazzole di sosta attrezzate, quindi per esempio, da questo punto di vista il Comune di Piacenza è in linea con i desiderata dell’onorevole.
  • già è previsto che gli ospiti paghino luce, gas e acqua. A Piacenza ogni piazzola ha il suo allaccio
  • che qualunque italiano paghi luce e gas è da dimostrare, come si evince dai dati delle morosità delle case popolari, che per l’87% dipendono da nuclei italiani
  • cosa succede in concreto se poi non transumano e non se ne vanno? E se non pagano le quote? Si sgomberano e si accompagnano ai confini della città? Chi li sgombera, Polizia municipale o altre forze dell’ordine? Sicura on. Meloni che la legge lo consenta? E quando ritornano? E se si fermano a sostare sotto i cavalcavia o in giro, sparsi per la città?

sei stanziale, cittadino italiano povero? Ti metti in fila come tutti i cittadini italiani poveri per accedere a una casa popolare e non pretendi, in virtù del fatto che tu sei rom o sinti, di avere qualcosa che ai cittadini italiani non rom e non sinti non viene riconosciuto.

Reazione consapevole (l’amministratore):

  • se decidono di finire di nomadare e devono transumare e andarsene, come fanno a mettersi in fila per le case popolari?
  • nel caso, intanto che si mettono in fila come tutti i cittadini italiani per una casa popolare, dove stanno?
  • lo sa, l’onorevole Meloni, che stante la situazione tipo dei nuclei rom e sinti (fragilità, assenza di lavoro e reddito), va a finire che schizzano in testa alle graduatorie di assegnazione erp, a discapito di tutti gli altri?
  • una volta assegnata la casa popolare, come richiesto dall’on. Meloni, data la probabile impossibilità a pagare, chi si accolla la morosità conseguente? Le casse pubbliche, ovvio.

l’altro giorno mi hanno fatto vedere un bel progetto di integrazione, dove ai sinti sono state costruite delle belle casette a schiera a 30€ al mese, e se tu sei italiano non sinti la casetta a schiera a 30€ al mese non te la danno

Reazione consapevole (l’amministratore):

  • il canone minimo di un alloggio erp a Piacenza è di 25€. Quindi, quella indicata dall’onorevole Meloni è una cifra mensile che anche un italiano non sinti si trova a pagare. Nessun favoritismo dunque

dopo di che aggiungo un altro elemento: c’è un tema di rispetto delle regole che noi abbiamo nascosto dietro questo buonismo ridicolo di certa cultura. In una famiglia italiana non rom, se tu mandi tuo figlio a mendicare, ti tolgono la patria potestà, se tuo figlio vive in mezzo ai topi ti tolgono la patria potestà e non ti consentono di crescerlo in una situazione indigente

Reazione consapevole (l’amministratore):

  • vale esattamente anche per la famiglia rom o sinti. Basta parlare con qualsiasi assistente sociale seria di un Comune serio per avere conferma di queste procedure.
  • proprio per lo stato di indigenza e per i rischi indicati dall’onorevole, qualora i nuclei fossero privi di aree attrezzate, la possibilità di adempiere all’obbligo di farsi carico dei minori in capo ai Comuni aumenterebbe in modo esponenziale, con costi incalcolabili per le casse pubbliche.

Da parte mia, sono chiaro da un paio d’anni: no a percorsi preferenziali per l’ingresso nelle case popolari, no alle micro-aree per chi non si dimostra solvente con la propria piazzola al campo.

Se ai diritti non leghiamo i doveri, resta sempre qualcuno che paga al posto di altri. Alla gente per bene, così non va.

Ma io sono un buonista e il mio messaggio di responsabilità amministrativa fa molto più fatica ad arrivare di un mini comizio fatto diventare virale on line…

http://stefanocugini.altervista.org/sinti-bando-campo-sosta/

In politica vanno di moda quelli che sono “fedelissimi” di qualcun altro (che poi il “qualcun altro” cambi nel tempo è discorso a parte); io invece sono fedele ai valori che mi ha trasmesso la mia famiglia e alle idee che mi sono formato crescendo. E sono leale con chi è coerente nell’interpretare queste idee e questi valori.- Stefano Cugini
risultati, welfare e sanità
CASE POPOLARI: decadenze e mitigazioni
Un politico può promettere. Un amministratore deve dimostrare.- Stefano Cugini

acer sedeChe in tema di edilizia residenziale pubblica si stia facendo una lotta ai furbetti senza quartiere e precedenti credo sia ormai evidente.

Le case popolari devono essere nella disponibilità temporanea di chi ha più bisogno. Non sono un bene ereditario: è dura da far capire ma è un messaggio giusto e un cambio culturale doveroso.

Proprio perché ritengo importante raggiungere l’equità sociale sistemando le cose che non vanno, prima di qualsiasi altra novità, mi sono battuto in Regione per non introdurre da gennaio gli aumenti dei canoni che erano già stati previsti. A Bologna hanno capito, condiviso e premiato la convinzione con cui abbiamo portato avanti la nostra idea.

Con il nuovo regolamento, l’accesso e la permanenza in ERP sono impostati sul valore ISEE e sulla consistenza del patrimonio immobiliare.

Stiamo incrociando i dati e verificando quante situazioni “strane” saltano fuori. Alcune giustificazioni sono tanto fantasiose da rimanere a bocca aperta di fronte a chi prova a rendersi convincente!

Conformemente a quanto previsto dall’art. 15 c. 1 lett. 3 della Legge e alla Delibera si stabilisce che, per l’accesso e la permanenza, i nuclei debbano possedere i seguenti requisiti:

ACCESSO PERMANENZA
LIMITI VALORE ISEE € 17.154,00 € 24.016,00
LIMITI VALORE PATRIMONIO MOBILIARE € 35.000,00 € 49.000,00

Il superamento di uno solo dei due limiti è sufficiente per precludere l’assegnazione dell’alloggio ERP e/o per determinare la decadenza dall’assegnazione ERP per perdita del requisito del reddito.

Il provvedimento di decadenza implica:

  • l’automatica risoluzione del contratto di locazione;
  • il rilascio dell’alloggio con decorrenza dal 356esimo giorno successivo alla data di dichiarazione di decadenza (e comunque non oltre la data di scadenza del contratto);
  • l’applicazione del canone concordato (ex L 431/1998);

I requisiti per l’accesso e la permanenza devono essere posseduti al momento della presentazione della domanda, permanere al momento dell’assegnazione e successivamente nel corso della locazione,

A tal fine, la situazione reddituale e la permanenza dei requisiti di assegnazione sono accertate con cadenza annuale, come previsto dall’art. 33 comma 1 della Legge.

A norma dell’art. 30 comma 4bis della Legge, il provvedimento di decadenza ha natura definitiva, indica il termine di rilascio dell’alloggio, costituisce titolo esecutivo nei confronti dell’assegnatario e di chiunque occupi l’alloggio e non è soggetto a proroghe.

MITIGAZIONI

Tutto ciò premesso, rigoroso ma equo, resta un dato di fatto: noi non abbandoniamo chi ha bisogno!

Valuteremo i singoli casi, affiancheremo e sosterremo i nuclei che, pur destinatari di pronuncia di decadenza si trovino in condizioni di particolare fragilità e vulnerabilità o presentino un superamento contenuto del valore ISEE o di patrimonio mobiliare, abbiamo previsto la possibilità di sospendere l’emissione del provvedimento di decadenza:

  • solo in via di prima applicazione,
  • per un periodo massimo di due anni, non rinnovabile.

Terminato il periodo di sospensione, il Comune, persistendo la condizione di superamento di uno dei due valori, dichiarerà la decadenza dall’assegnazione oppure, in caso contrario, l’archiviazione del procedimento.

La sospensione può essere concessa esclusivamente nei seguenti casi:

  1. superamento del valore ISEE o di patrimonio mobiliare fino a un massimo del 10%:
ACCESSO SUPERAMENTO DEL 10 %
LIMITI VALORE ISEE € 17.154,00 € 26.417,00
LIMITI VALORE PATRIMONIO MOBLILIARE € 49.000,00 € 53.900,00
  1. superamento del valore ISEE o di patrimonio mobiliare fino a un massimo del 20% ma in presenza delle condizioni di particolare vulnerabilità e fragilità del nucleo:
    1. nucleo composto esclusivamente da persone con invalidità certificata come risultante da DSU e con almeno un membro del nucleo con invalidità certificata di livello grave o non autosufficienza, così come da definizione di cui all’Allegato 3 al DPCM 159/2013;
    2. nucleo composto esclusivamente da persone anziane ultra settantenni e con almeno un membro del nucleo con invalidità certificata risultante da DSU;
    3. nucleo in cui sia presente almeno un minore destinatario di provvedimento di tutela da parte del Tribunale, o un minore con certificazione di disabilità grave o non autosufficienza così come da definizione di cui all’Allegato 3 del DPCM 159/2013.
ACCESSO SUPERAMENTO DEL 20%
LIMITI VALORE ISEE € 17.154,00 € 28.819,20
LIMITI VALORE PATRIMONIO MOBILIARE € 49.000,00 € 58.800,00
  • Il superamento della % di maggiorazione dei valori di oltre 20 punti costituisce condizione di decadenza del nucleo che esclude ogni possibilità di sospensione.

C’è tanto di quel lavoro dietro a queste scelte…

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risultati, welfare e sanità
CASE POPOLARI: 3 nuovi alloggi per l’emergenza abitativa.
Non importa quello che stai guardando, ma quello che riesci a vedere.- Henry David Thoreau

abitazioni erp gialloEmergenza abitativa. Non dobbiamo lasciare niente al caso, anche i piccoli passi sono importanti.

Ecco che per il 2017 abbiamo integrato la dotazione di alloggi destinati all’emergenza abitativa con ulteriori 3 locali, di cui due grandi (circa 80 mq), attrezzati e destinati a nuclei con persone disabili.

Si tratta di appartamenti di proprietà del Comune, che vanno ad aggiungersi alla dotazione ERP e che, da Regolamento comunale per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 14, comma 1), sono espressamente finalizzati ad affrontare la precarietà e l’emergenza, con concessioni provvisorie annuali, prorogabili per un massimo di due anni ma non convertibili in assegnazioni definitive.

emergenza_abitativaSono alloggi d’emergenza: se da un lato ci servono a dare sollievo a famiglie in difficoltà, dall’altro dobbiamo essere fermi, malgrado le immancabili contestazioni, nel far rispettare il regolamento d’uso di questi alloggi, che sono temporanei e si basano sulla rotazione.

Al termine della concessione, il nucleo deve cioè obbligatoriamente riconsegnare l’alloggio libero da persone e cose e senza pendenze economiche. Nel caso in cui ciò avvenga nei termini previsti, lo stesso potrà presentare domanda di assegnazione di alloggio ERP.

In caso di inosservanza, saremo costretti a procedere con l’esecuzione forzata, con la famiglia chiamata a farsi carico delle spese e automaticamente esclusa dalla procedura di assegnazione ERP per 10 anni!

Negli ultimi 4 anni, questa nostra scelta di destinare una quota degli alloggi ERP per affrontare temporanee situazioni di emergenza abitativa ci ha consentito di rispondere ai bisogni di 48 famiglie in situazione di grave difficoltà socio/economica. 

Mi sembra un risultato molto significativo.

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risultati, welfare e sanità
CASE POPOLARI: al via le decadenze
Amministro come so fare il volontario. Non prometto agli altri meraviglie ma lavoro con gli altri per un mondo migliore. Tutti i giorni. Con l’ottimismo ignorante di chi lo crede possibile se fatto insieme. Avete mai visto un volontario fare promesse? Il volontario coglie un bisogno, si attiva per risolverlo, cerca chi lo può aiutare. Ai proclami preferisco la fatica.- Stefano Cugini

Si, é lotta quotidiana, incessante ricerca di giustizia ed equità sociale in un mondo refrattario ai cambiamenti e a mettersi in discussione, più incline a guardare la pagliuzza negli occhi degli altri che la trave nei propri.

furbetti-acer

Perché se con l’ISEE presentato nel 2014, prima del nuovo calcolo, avevi un indicatore di più o meno 14.000€ e grazie al lavoro di incrocio dei dati nel 2015, nuova versione, la tua posizione diventa di quasi 50.000€, con una giacenza media di 60.000€ sul conto corrente e quasi 300.000€ di patrimonio mobiliare, capisci anche tu che io ti metto fuori. Devo farlo.

Saranno pure i risparmi di una vita, ma ciò non toglie che ti puoi permettere un affitto privato. Eh già, devi proprio liberarmi l’alloggio, nei tempi giusti, ma senza ripensamenti.

Si. Me lo liberi anche se mi strilli incavolato nero che lo facciamo per dare le case agli stranieri e “minacci” di rivolgerti alla stampa, al Gabibbo, a Barbara d’Urso…

Pensi che mi diverta? Sbagli. So solo che è giusto così.

Ordine di scuderia: avanti tutta con le decadenze!

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