partecipazione, welfare e sanità
COMMISSIONE WELFARE: tempo, gettoni e nulla di fatto!
Noi dobbiamo essere quelli che girano tra la gente, tendono le mani, lanciano messaggi, mostrano volti, propongono esempi. Partigiani dell’azione civile in un mondo con poca memoria, che prova ostinato a ripetere errori passati. ‪”Mai piú‬” o si costruisce giorno per giorno, o resta uno slogan che sa di muffa e ipocrisia.- Stefano Cugini

welfare man blueConsiglio comunale dedicato al sociale. Finalmente il resoconto della comissione Welfare, nata per spiegare ai servizi sociali come e dove tagliare gli sprechi e terminata con il copia-incolla della documentazione che gli uffici hanno distribuito nei vari incontri.

C’è chi si chiede cosa ne faremo del documento prodotto dalla commissione. Facile: è un documento già vivo, già applicato per la gran parte. Di più, è proprio la fotografia della nostra linea, almeno per il 95%.

Fa piacere, sia chiaro: è un’inequivocabile conferma di scelte politiche indirizzate nella giusta direzione e della loro corretta applicazione.

A Piacenza ci sono servizi sociali che combattono l’assistenzialismo e si impegnano per tenere insieme solidarietà umana ed equità sociale. Non siamo perfetti, ma bravi si.

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curiosità, rassegna stampa, società
COMMISSIONE WELFARE: Lo sai che non sono riusciti a “smontare” i tuoi servizi sociali?

Che dopo quasi un anno di commissione ‪#‎welfare‬, mesi di lavori, audizioni, documenti, richieste e chi più ne ha più ne metta, ora, nell’evidente imbarazzo di non riuscire a fare sintesi, si provi a girare la frittata dicendo «non ci hanno consentito di pensare a dove tagliare» è tragicomico.

Già solo la richiesta di proroga la dice lunga sull’efficacia dello strumento. Eh si, perché eccola qui la nobile complessità. Sembrava così semplice “leggere” il ‪#‎welfare e decidere dove sforbiciare.

«Serve un approccio aziendalista! Bisogna limitarsi a quello che impone la legge. Basta sprechi!» Ne ho sentite molte di queste perle dai consiglieri di opposizione. Ci sono stati chiesti dati e abbiamo dato dati, ci sono state fatte domande e abbiamo risposto.

E ora? L’empasse… Dura ammettere che quattro mesi di analisi alla ricerca delle falle di una gestione ne hanno invece rivelato le virtù, vero?

In pieno conflitto di interessi, concordo con la consigliera Reggiani: stiamo facendo i miracoli. Guai a rallentare, volare basso e schivare i sassi, alzare sempre l’asticella. Tutto doveroso. Ma stiamo facendo i mi-ra-co-li.

commissione welfare polemica politica

commissione welfare

Spiace però che altri consiglieri di minoranza (persone serie e appassionate peraltro) riescano a sostenere che la commissione è nata  «per tagliare alcuni costi del welfare» e allo stesso tempo lamentare la mole di documenti ricevuta e dire che non tocca a loro «interpretare i dati, contabilizzarli», ma «dare principi, essere propositivi, non indagare», perché «non abbiamo la bacchetta magica».

Ne esce un quadro abbastanza chiaro del livello di consapevolezza e assunzione vera di responsabilità

commissione welfare2

Che dire: benvenuti nel mondo reale dove, oltre le carte, c’è la vita delle persone in carne e ossa.

 

 

 

 

 

 

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edicola
ASP VITTORIO EMANUELE. Commissione welfare, ecco i numeri del miracolo!
Se un risultato arriva senza fatica, é più frutto di fortuna che merito. La fortuna va bene ma non educa. Il merito richiede sforzi ma ricambia in consapevolezza e soddisfazione.- Stefano Cugini

In ‪#‎asp‬ stiamo facendo miracoli. Vogliamo lanciare un modello e il lavoro duro, incessante, motivato di tante persone, a tutti i livelli, sta dando i suoi frutti.

Nessun segreto: ci siam fatti su le maniche, cocciuti e orgogliosi. Certa politica proprio non riesce a gioire per il bene comune, senza la polemichetta, un po’ di dietrologia, quel “si, però…” che lascia sempre una via d’uscita.

asp pareggio nel 2018

Eh va be’. Noi ci stiamo mettendo la faccia: o la va o la spacca. L’unico giudizio che mi interessa, alla fine, é quello dei piacentini, delle famiglie che hanno o avranno i loro cari anziani o disabili in cura da noi.

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banca dati
COMMISSIONE WELFARE. Numeri alla mano, Piacenza ancora sugli scudi.
Essere onesto può non farti avere tanti amici, ma ti farà avere quelli giusti.- John Lennon

contratto socialeEcco un altro capitolo del lavoro silenzioso e costante di tutti i giorni. Lontano dalla ribalta, difficile, coinvolgente, impegnativo.

Un lavoro a contatto con il disagio e la fragilità. Sono orgoglioso della mia squadra. È un privilegio guidarla. Per questo reagisco male quando c’è chi prova a sminuire tanta complessità con frasi ad effetto, a criticare senza conoscere, a buttar lì titoli sciocchi per arrogarsi meriti inesistenti.

Da inizi gennaio, 309 persone ai servizi sociali si sono viste attivare un progetto personalizzato (di cui 93 straniere).

181 persone (37 straniere) che nel 2014 hanno ricevuto un totale di 70.000€ di contributi pubblici.

A oggi, 87 persone coinvolte nella fase sperimentale della reciprocità. 59 volontari inseriti nel progetto ministeriale a fronte dei 170 totali a livello nazionale. La piccola Piacenza ancora una volta sugli scudi in quanto a impegno.

Anche uno stupido, a volte, può avere una bella intuizione, ma è la trama di condizioni da creare e la dedizione di chi le crea a fare la differenza e trasformarla in azioni concrete.

gli emersi e gli invisibili

 

 

 

 

 

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società
COMMISSIONE WELFARE. Questione di premesse e intelligenza
La politica è fatta dalle persone e nessuno ha primogeniture ed esclusive. Solo insieme si cresce. Se c’è onestà intellettuale e vero amore per la causa del bene comune, le diverse appartenenze sono contenitori che indicano vie possibili, non compartimenti stagni che creano realtà parallele.- Stefano Cugini

pulsante welfareLa commissione speciale proposta dal gruppo consigliare PD, per un confronto aperto sul futuro dei servizi sociali nella nostra città, è una grande opportunità che mi auguro in molti sapranno cogliere.

Il welfare è per tutti, è di tutti. Nel rispetto della responsabilità di decidere in capo a chi governa, sarebbe sbagliato avanzare soluzioni unilaterali.

A monte di tutto, facile previsione, starà il dibattito sul modello da cui partire: difficile credersi nel 2014, ma in certe menti c’è ancora spazio per la contrapposizione pubblico/privato.

Qualcuno è sempre pronto a lanciare il grido d’allarme verso un’amministrazione imputata di voler privatizzare i servizi alla persona. Dunque occorre puntualizzare ed evitare fraintendimenti.

Da che parte sta il risparmio economico? A considerare solo questo indicatore, la risposta è immediata e guarda proprio in direzione del privato. In quel passaggio in cui l’ente locale abdica al ruolo di garante di welfare universalistico e consegna il cittadino al libero mercato, con le sue regole, la sua qualità, i suoi costi. Zero spese per il pubblico, scelte sulle proprie tasche per i singoli.

Una manna per i bilanci dei Comuni ma un’offerta di servizi di certo più cara e rivolta a una platea molto più ridotta.

Dall’altra parte della barricata sta la gestione diretta tout court. Il sistema (quasi) perfetto in un mondo (molto) ideale. Non fosse che nutro forti dubbi sulle certezze dogmatiche, sugli ambienti chiusi, non disposti a competere, a condividere, a influenzare e farsi influenzare. Non considerassimo che i vincoli normativi ed economici degli enti locali oggi tradurrebbero questa visione in un’offerta quantitativamente molto scarsa e in progressiva diminuzione.

E allora? Come spesso accade, in media stat virtus.

Allora, per quanto mi riguarda, avanti con un rapporto integrato (welfare mix) in cui al Comune restino saldamente in capo programmazione, controllo e verifica. Una committenza forte, che preservi e garantisca gli standard educativi, definisca i criteri qualitativi, si accolli una parte dei costi.

Una strategia volta a valorizzare la collaborazione tra pubblico e privato sociale, per un livello di offerta adeguato nei numeri e riconosciuto nel valore, in cui il privato sociale del territorio abbia tutte le possibilità per dimostrarsi – come è – partner affidabile e portatore di innovazione dalla dignità e con competenze non meno alte dell’interlocutore pubblico.

Qui sta la base di partenza. Condivisa la premessa, i lavori della commissione non potranno che essere proficui.

Sempre che, nel mentre, non entri la solita sterile contrapposizione tra partiti a dare nuove brutte dimostrazioni di come non fare politica nel 2014.

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