Me ne frego!
Zero buon gusto

"Buon gusto, pudore, serietà: questioni che misuri in qualità, non a peso. Non importa se ballano milioni di euro o poche centinaia. Rileva come e perché quegli euro di denaro pubblico sono stati utilizzati”

| La matematica è un'opinione
I Sindaci hanno disposto una già di per se ridicola riduzione del 5% del compenso del Cda e il Presidente, diversamente da come calcolava i suoi emolumenti nel passato, gioca coi numeri e aggira il problema.
Altro che esempio! In politica la coerenza è merce rara e per questo ancora più preziosa. Mi sforzo di praticarla e, si, sono intransigente nel pretenderla. Specie da chi non perde occasione per insegnarti come si sta al mondo.
Se poi al rilievo mi si oppone arroganza, ho la naturale reazione di insistere ancora di più.
Molti dei comportamenti che constato in qualcuno degli attuali governanti di Piacenza – e oggi torno a parlare del presidente di Acer – ledono questo principio. Il punto, quando c’è in ballo la coerenza, non sta nella legittimità delle azioni (che fino a prova contraria non mi sono mai permesso di mettere in dubbio) ma nella loro opportunità.
Questa non è materia per i legulei e gli azzeccagarbugli che cercano il pelo nell’uovo per dire che “nulla vieta che si faccia così“. Volgano altrove le loro attenzioni.
Qui si parla, sul piano politico, di buon gusto, pudore, serietà: questioni che misuri in qualità, non a peso. Non importa se ballano milioni di euro o poche centinaia. Rileva come e perché quegli euro di denaro pubblico sono stati utilizzati.
Da quando ho presentato l’atto ispettivo sulla mancata applicazione del CDA di Acer delle indicazioni della Conferenza degli Enti di ridurre di “ben” il 5% il compenso lordo per dare il “buon esempio”, me ne sono arrivate addosso di tutti i colori.
Radio Fante trasmette di un presidente agitatissimo e di un revisore dei conti non molto più tranquillo di lui. Via allora di calcoli e ricostruzioni, interviste alla stampa, post sprezzanti su Facebook, falsità in serie per discreditare. Persino un messaggio privato su Linkedin per dirmi che ho preso uno “scivolone”. Dopo la storia dell’arredamento del nuovo ufficio e le grottesche giustificazioni che ne sono seguite, sono tutti sul chi va là.
Consiglieri moderati che si trasformano in ultras dall’offesa facile e segretari politici con la calunnia pronta, incapaci di capire che non basta vestirsi e atteggiarsi come se si andasse ogni giorno al matrimonio dei principi di Galles per qualificarsi come persone di classe.
Tutto per una mozione di un consigliere di minoranza. E che sarà mai? Domandare è lecito, rispondere cortesia.
Se invece di farsi prendere dalla bava alla bocca si fossero lette meglio le carte, tutti i pretoriani del buon Losi avrebbero evitato di ripetermi allo sfinimento che le mie “accuse” sono infondate perché il loro paladino, in quanto libero professionista, non può avere una normale busta paga (come l’ex Presidente Massimo Savi) ma è obbligato a emettere fattura, ovviamente caricata di IVA e cassa previdenziale dell’ordine.
Molto bene. Ma, di grazia, chi ha mai sostenuto il contrario? Il punto è un altro signori miei, tanto banale quanto (pare) difficile da voler mettere a tema: la conferenza degli enti, quindi i sindaci dei comuni che hanno dato in gestione le case popolari ad Acer, ha deliberato una riduzione dell’indennità lorda nella misura del 5%.
Questa indicazione è rispettata dall’attuale presidente? Secondo me no. Io penso che la delibera sia stata aggirata con un escamotage che fa leva sul concetto di “lordo” non meglio specificato e mi pare anche molto semplice dimostrarlo.
Basta non accanirsi sui diversi status di Savi (pensionato, con cedolino) e Losi (libero professionista, a fattura) e guardare al comportamento del chiamato in causa, domandandosi banalmente perché, fattura su fattura, il Losi vice presidente di Massimo Savi calcolava in un modo mentre il Losi presidente, tenuto peraltro a rispettare la nuova indicazione politica della conferenza degli enti, calcola in un altro.
Forse che la matematica ha cambiato le sue regole nel frattempo?
I conti sono presto fatti: Quale sarebbe stato l’esborso di Acer con un presidente come quello attuale, libero professionita tenuto a emettere fattura, prima di quanto disposto dai Sindaci? Quale invece quello derivante dalle nuove disposizioni? Infine, quale importo è attualmente addebitato a Acer? Tre domande, tre risultati sotto la linea da comparare e giudicare:
Si vede o no il prete nella neve?
A pensar male si fa peccato, ma a me pare tanto una “genialata” per sterilizzare proprio quel misero 5% richiesto dai sindaci (di destra e sinistra) come sforzo simbolico verso i cittadini e il periodo di crisi.
Proprio perché si parla di cifre contenute, trovo la mossa ancora più miope, con buona pace dei giocolieri che provano a giustificarla tecnicamente.
Il “mio” punto politico sta tutto qui, nella spregiudicatezza con cui si usano i cavilli per non rispettare i patti.
Per concludere, niente è più falso che sostenere la mia presunta volontà di danneggiare Patrizio Losi. Al contrario: io spero proprio che il nostro coltivi i più brillanti successi e abbia una vita lavorativa ricca di soddisfazioni.
Vorrei solo che fosse il suo vero lavoro di architetto a renderlo così appagato, portandolo lontano dalla cosa pubblica, verso la cui gestione, da tempi non sospetti, ripeto (con una critica esclusivamente politica che deriva dal mio ruolo in Consiglio) di ritenerlo la persona sbagliata nel posto sbagliato.