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Ok al piano di riordino sanitario

L’ho detto in premessa di intervento: “mi impegnerò per essere impopolare e credo di riuscirci dalle prime parole. Sono un convinto sostenitore della democrazia rappresentativa e del ruolo che noi amministratori eletti abbiamo nei confronti dei cittadini. Con buona pace dei tanti tifosi della democrazia diretta o plebiscitaria!

La Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di ieri è stata molto pesante: da un punto di vista politico ed emotivo le tensioni erano tante, come è normale che sia quando la posta in gioco è così alta.

In ballo c’era l’approvazione del riordino della rete ospedaliera, ovvero il futuro della sanità provinciale, dei presidi ospedalieri, delle case della salute, dell’Unità spinale di Villanova.

Molti politici contrari al piano hanno messo le mani avanti, dicendo di non sentirsi per questo “cattivi” o “responsabili”. Excusatio non petitaaccusatio manifesta, dicevano i latini. “Chi si scusa si accusa”, diciamo noi del popolo. Ma come: voti “NO” sostenendo che non è colpa tua ma dei cittadini che in quanto sindaco sei tenuto ad ascoltare?

Mannaggia, questa povera gente! Sempre tirata in ballo. Prima per attaccare i sostenitori del riordino, che sarebbero una “casta” sorda alla voce dei cittadini, poi come scudo per giustificare una linea che, pur rispettabile, fa acqua da molte parti. Facciamocene una ragione.

Eccola la mia posizione impopolare: il primo dovere di chi amministra per me non è (solo) quello di ascoltare la voce dei cittadini, ma di fare i loro interessi. Per quanto difficile da spiegare, non sempre le due cose coincidono. Per questo chi amministra deve avere il coraggio delle scelte difficili, che non portano consenso.

Ma quale “piano calato dall’alto”, macché “mancato ascolto”. In Italia se non si creano costantemente fazioni contrapposte, proprio non riusciamo a impostare la dialettica.

Che brutto usare l’opinione pubblica come alibi. Quanto svilisce il nostro ruolo di amministratori. Fino a prova contraria, i cittadini ci eleggono non per farsi tirare la giacca da una politica che antepone lo scontro all’assunzione di responsabilità, non per sentirsi chiedere che direzione prendere, ma per avere risposte e soluzioni ai problemi complessi e ai temi fondamentali di pubblico interesse. Altrimenti che ci stiamo a fare?

La sanità è cruciale e complessa per eccellenza. Nascondere l’incapacità di decidere dietro all’impegno a farsi portavoce della gente per me è tradire il mandato e ferire la democrazia. Chiediamo fiducia in campagna elettorale e assumiamo incarichi per avere il tempo e gli strumenti per acquisire le competenze che pochissimi normali cittadini possono avere. Questo è il senso della rappresentanza: mettere a frutto i privilegi che il ruolo ci assegna per studiare, approfondire, verificare e trasferire responsabilmente alla gente il grado di conoscenza sufficiente per farsi un’opinione non ingenua, non di pancia.

Ho il massimo rispetto per l’opinione pubblica, sia individuale che di gruppo. É uno stimolo a non distrarsi, a stare sul pezzo. É un termometro dell’importanza di una questione. La scelta finale però tocca alla politica democraticamente eletta. Il tempo e il voto della gente ci diranno se abbiamo fatto bene il nistro lavoro.

Il percorso di creazione e affinamento del piano di riordino è durato due anni ed è stato dibattuto in un’infinità di uffici di presidenza, conferenze, consigli comunali. Abbiamo incontrato i primari. La politica, stretta tra comitati e scontri tra partiti, ha chiesto l’opinione degli esperti a più riprese.

Quando finalmente questi esperti ci hanno messo la faccia, quando il “s’ha da fareper la salute dei piacentini lo hanno detto medici, operatori, infermieri, tecnici, uomini e donne di trincea, che la sanità la fanno per lavoro e missione tutti i giorni, sono stati accusati di farsi strumentalizzare come neanche nella Turchia di Erdogan! C’è chi ha detto loro, citando Pirandello, di usare molte maschere e poche facce. Dai, un po’ di serietà!

Avrei voluto vedere cosa avrebbe detto la gente se la politica avesse deciso di fregarsene delle opinioni di questi esperti, ignorando il loro parere e la loro competenza. Se gli esperti avessero detto in coro NO al piano e i politici lo avessero votato?

Invece il mondo della sanità a stragrande maggioranza ha detto SI e siccome per una parte politica questa presa di posizione non va nella direzione voluta, meglio allora tentare la delegittimazione e lisciare il pelo all’opinione pubblica contraria, alle paure, alle posizioni ingenue, al campanilismo.

E si che di errori passati ne sono già stati fatti tanti e le occasioni perse a favore di altri territori confinanti non stanno sulle dita delle mani. Eppure sembra che non si riesca a far tesoro delle esperienze.

Piaccia o non piaccia, si torna sempre al fatto che non è la quantità di persone che si oppone o è a favore di qualcosa che garantisce conoscenze approfondite e competenze reali. Piaccia o no, quando parliamo del futuro della salute di una comunità intera, per me è più giusto ascoltare pareri consapevoli e competenti. Ecco il motivo per cui ho chiesto ai presenti, in quanti di loro salirebbero su un aereo dove il pilota, prima del decollo, volesse sapere dai passeggeri che rotta tenere e a che altezza volare.

In rappresentanza del Comune di Piacenza ho votato SI al piano e l’ho detto guardando simbolicamente negli occhi non solo i 100.000 piacentini ma tutti i 280.000 abitanti della provincia. Ho studiato due anni, chiesto, approfondito. Mi sono convinto. E se ancora avessi avuto qualche perplessità, mi hanno confortato i consigli di persone che della nostra salute hanno fatto una ragione di vita  e che hanno tutta la mia fiducia di cittadino e paziente.

La politica non si salva con le frasi a effetto, ma con il cuore e la passione di chi sente il privilegio, nei diversi ruoli, di rappresentare una comunità intera. Con la disponibilità di chi coglie il dovere di creare condizioni e occasioni per gli adulti del futuro. Con serietà, piedi per terra e coscienza di cosa vuol dire essere “cittadino”. Chi ama la politica cerca le persone, non le categorie. Chi ama la politica, prova a unire.- Stefano Cugini
welfare e sanità
SALUTE: lungodegenze, finalmente una prospettiva.

Lungodegenze, sarà la volta buona? Nell’ultima seduta della CTSS (Conferenza territoriale sociale e sanitaria) il Direttore generale dell’Asl, Luca Baldino, si è scagliato contro le cliniche private convenzionate della città che, a suo dire, sono fuori standard.

Ora basta! Da troppo tempo riceviamo continue lamentele sulla qualità delle strutture delle cliniche private. Ho scritto una lettera indirizzata a tutti gli enti privati accreditati. O si adeguano in termini infrastrutturali e assistenziali agli standard previsti dalla Regione Emilia Romagna, oppure l’azienda USL dovrà necessariamente studiare alternative.

Dal Comune di Piacenza grande soddisfazione per le parole del Direttore, che ha scelto di rendere pubblico un nervo scoperto su cui da tanto tempo stiamo tirando la giacca all’Ausl. La nostra attenzione è datata, tanto da essere già stata sollevata in Consiglio comunale nel febbraio 2015, suscitando la piccata risposta dei diretti interessati.

Alla luce della presa di posizione di ieri, immagino improbabili nuove levate di scudi a difesa dell’esistente.

Mi ha fatto piacere essere citato come colui che, per conto dell’amministrazione, si è fatto portatore nel tempo delle istanze di molti piacentini. Quando si parla di anziani, disabili, persone fragili, cittadini spesso prossimi al fine vita, va da sè che sia i pazienti che i familiari meritino tutta l’attenzione e la delicatezza possibili, con una presa in cura attenta, dignitosa, di qualità: umana, organizzativa e professionale.

Possibile sia solo sentito dire? Sarà pure ma, come quando si parla di sicurezza, la percezione è un aspetto da considerare in modo attento, perché qualcosa di vero porta sempre con sè. Già al precedente Direttore generale, Andrea Bianchi, avevo pìù volte chiesto di ampliare il raggio di azione dei comitati consultivi misti anche alle sedi di lungodegenze, proprio per avere un soggetto terzo in grado di portare la voce e gli occhi dei cittadini dentro alle strutture, per avere – e poter trasmettere – un punto di vista oggettivo.

Ora mi aspetto i sensibili miglioramenti che l’ing. Baldino ha chiesto, ma ribadisco il bisogno di studiare forme di monitoraggio periodico a tutela delle fasce più deboli di pazienti.

Ciò detto, resta ancora da affrontare il tema da un punto di vista più funzionale e strutturale, perché a oggi c’è una fascia di persone che esce dalla fase acuta e viene impropriamente collocata in lungodegenza dato che mancano soluzioni intermedie più adeguate, in attesa del recupero e del ritorno a casa. Questione complicata ma impellente, che chiama in causa il bisogno, anche alla luce della riorganizzazione della rete ospedaliera in corso, di approntare sul territorio un’offerta integrata che contempli tutte le dimensioni (sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale) anche attraverso la riconversione dei posti letto di ospedali e case di cura in letti di sollievo e a valenza sociale.

Inquadrato un punto, è bene pensare subito a quello successivo. I piacentini meritano risposte adeguate ai loro bisogni crescenti.

Essere onesto può non farti avere tanti amici, ma ti farà avere quelli giusti.- John Lennon
welfare e sanità
SANITÀ: c’è chi fa politica sulla salute delle persone.
La politica non si salva con le frasi a effetto, ma con il cuore e la passione di chi sente il privilegio, nei diversi ruoli, di rappresentare una comunità intera. Con la disponibilità di chi coglie il dovere di creare condizioni e occasioni per gli adulti del futuro. Con serietà, piedi per terra e coscienza di cosa vuol dire essere “cittadino”. Chi ama la politica cerca le persone, non le categorie. Chi ama la politica, prova a unire.- Stefano Cugini

sanità lemonNon approvare il bilancio preventivo dell’Ausl non si può giustificare come “un modo per farsi sentire“.

Siamo all‘irresponsabilità istituzionale, al voler giocare una partita politica sulla pelle dei cittadini, decidendo di mischiarla con pratiche amministrative importantissime.

Questi signori della destra, in trance da campagna elettorale, mentre provano a farsi passare come i tutori dei diritti del cittadino comune, stanno invece mettendo a rischio servizi, stanziamenti, programmazione.
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Film già visto, che punta dritto a impantanare i lavori della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, con una dose grande come una casa di cinismo politico, infischiandosene di gettare alle ortiche due anni di incontri e percorso partecipato.

Obiettivo: screditare, allarmare, vincere le prossime elezioni a Piacenza – come è stato per Fiorenzuola – puntando sulla presunta inadeguatezza di altri a gestire la sanità del territorio.

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E pensare che non più tardi di qualche settimana fa si era votata in modo unanime la fiducia nell’operato del Direttore Generale dell’Ausl. E pensare che nelle tante riunioni dell’Ufficio di Presidenza della CTSS, nessuno aveva mai avanzato dubbi o sottolineato rischi su un passaggio dato come formalità.

D’altronde, con un bilancio che non prevede tagli, un percorso come “Futuro in Salute” davvero condiviso e ancora da concludersi, l’empasse durata mesi per l’elezione del nuovo presidente della Conferenza, tra veti, scaramucce ed equilibri partitici da trovare col bilancino (di nuovo il pessimo spettacolo di una politica litigiosa che mette in secondo piano il bene pubblico), era difficile aspettarsi questo colpo basso.

E invece… e invece qualcuno nei corridoi, pochi minuti prima si è lasciato scappare di “aspettarsi un po’ di cinema“, mentre qualcun altro, forse a disagio dal dover condividere una sceneggiata del genere, si è presentato solo in chiusura dei lavori.

Grande rammarico e nuovi ritardi nel piano dei lavori che, come al solito, pagheranno i piacentini. Mentre chi fa cinema continuerà a spacciarsi per paladino del popolo…

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curiosità, rassegna stampa, società
SANITÀ: il centro destra vuol chiudere i nostri ospedali
Un politico può promettere. Un amministratore deve dimostrare.- Stefano Cugini

Pronto-soccorso-ospedale-di-Piacenza-3-800C’è una politica che voleva svuotare l’Asp e ora vuole chiudere i nostri ospedali.

#‎sociale e ‪#‎sanità andrebbero esclusi dal mediocre dibattito della politica settaria. Meriterebbero un posto fisso nella costante e oggettiva trasmissione di contenuti.

Visto che non é possibile, é giusto far sapere chi vuole cosa, perché e a quale costo per noi tutti.

clicca sull’immagine qui sotto per ingrandirla e leggere meglio

sanità_26062016
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società
SANITÀ. Piacenza avrà la sua Casa della Salute
La politica non si salva con le frasi a effetto, ma con il cuore e la passione di chi sente il privilegio, nei diversi ruoli, di rappresentare una comunità intera. Con la disponibilità di chi coglie il dovere di creare condizioni e occasioni per gli adulti del futuro. Con serietà, piedi per terra e coscienza di cosa vuol dire essere “cittadino”. Chi ama la politica cerca le persone, non le categorie. Chi ama la politica, prova a unire.- Stefano Cugini

Le #casedellasalute sono un nodo fondante del piano di riorganizzazione dei servizi. É il contenuto a fare la differenza: quanto saranno funzionali alla presa in carico, nell’iniziativa e nella cronicità, quanto saranno parte attiva di una rete seriamente organizzata.

Se qualcuno crede che basti una targa fuori dalla porta e il taglio di un nastro con qualche foto e un bel buffet, si sbaglia di grosso. Il “cosa” e “comevalgono tanto il “dove” e il “quanto“.

case della salute

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società
SANITÀ. Sulla SLA la politica è chiamata a dar voce a chi non l’ha.
Se un risultato arriva senza fatica, é più frutto di fortuna che merito. La fortuna va bene ma non educa. Il merito richiede sforzi ma ricambia in consapevolezza e soddisfazione.- Stefano Cugini

disabili celesteBene per i malati di SLA il ripristino dell’esenzione. Ma se non vogliamo essere ipocriti e promotori di disuguaglianze, laddove invece sull’equità è basata buona parte di #futuroinsalute, allora dobbiamo estendere questi benefici a tutti i portatori di gravissime disabilità.

Questo ho detto oggi in Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, correttamente riportato dalla stampa.

L’assessore al Welfare del Comune di Piacenza, Stefano Cugini, ha chiesto che, dal prossimo anno, vengano fatte tutte le opportune valutazioni per far sì che tutti i portatori di gravi disabilità vengano inclusi in questo provvedimento, in modo da evitare disuguaglianze. 

La proposta è stata approvata all’unanimità dalla conferenza socio sanitaria, composta da tutti i sindaci della provincia. 

Compito della politica è dar voce a chi non l’ha, non assecondare solo le istanze di chi è più strutturato per farsi sentire!

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curiosità, risultati
CASE POPOLARI. Lo sai che senza Piacenza, col cucù che arrivavano i soldi dalla Regione?
Ci spaventano le cose che non conosciamo, ma a volte è meglio conoscere una cosa per provarne una sana e consapevole paura.- Stefano Cugini

tavolo politiche abitativeNuovi interventi per 1.700.000€, di cui 1.230.000€ in città!

Grande passo avanti in tema di edilizia popolare e contrasto all’emergenza abitativa. Il Tavolo provinciale di concertazione delle politiche abitative servirà a coordinare gli interventi, a portare risorse sul territorio e a varare nuovi progetti.

Primo fra tutti il rilancio, ormai prossimo, dell’agenzia per la locazione.

Certo, fa specie aver coordinato per mesi con gli uffici la costituzione di questo tavolo, ben sapendo che c’erano risorse in Regione che si dovevano intercettare e invece rischiavano di volatilizzarsi, e aver faticato a recuperare il numero legale in Conferenza socio sanitaria per poterlo costituire.

Stranezze della politica…

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società
SLA. Nessuno rischia di morire nell’indifferenza
 
La politica è fatta dalle persone e nessuno ha primogeniture ed esclusive. Solo insieme si cresce. Se c’è onestà intellettuale e vero amore per la causa del bene comune, le diverse appartenenze sono contenitori che indicano vie possibili, non compartimenti stagni che creano realtà parallele.- Stefano Cugini
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sla3 Malati #SLA, nessuno rischia di morire nell’indifferenza, non è stata sospesa l’assistenza e le cure domiciliari non saranno a (totale) carico delle famiglie.

Il tema è molto delicato, oltre che maledettamente tecnico.

Posto che, come giustamente riportato, la mancata conferma del Fondo SLA è una decisione del governo e del parlamento, trovo che la ratio di base sia in realtà condivisibile.

Al fondo dedicato a una patologia specifica è stato preferito un fondo nazionale per le non autosufficienze che è un principio in generale più equo, basato sull’intensità del bisogno.

Non possiamo trascurare che ci possono essere persone con elevati bisogni di assistenza causati da altre patologie degenerative diverse dalla SLA.

Nessuno dubita delle buone intenzioni di chi a suo tempo ha richiesto e istituito questo fondo, ciò nonostante creava in alcuni casi diversità di trattamento difficilmente accettabili. A parità di bisogni, una persona con SLA poteva avere gratuitamente l’assistenza domiciliare, mentre per esempio una persona con la sclerosi multipla, per lo stesso intervento, pagava la quota di partecipazione al costo del servizio.

Da settembre anche le persone con SLA che fruiscono di assistenza domiciliare comunale (SAD) contribuiranno al servizio con una quota di compartecipazione, al pari di tutti gli altri utenti.

So che ci sono sensibilità forti in gioco, ma del resto mantenere questa esenzione per i malati di SLA finanziandola con il fondo regionale e nazionale rivolto a tutti i non autosufficienti appare a mio avviso ingiusto, proprio per tutte queste altre persone.

Peraltro, sono stati confermati tutti gli interventi rivolti alle gravissime disabilità acquisite (tra cui la SLA) con i 34 posti della rete di strutture residenziali ad alta intensità assistenziale, i ricoveri di sollievo, gli assegni di cura (quelli di livello alto a 45 euro al giorno in caso di ventilazione artificiale, frequenti aspirazioni del cavo orale con necessità di assistenza sulle 24 ore, quelli a 23 euro al giorno).

Per inciso, le persone con SLA che quindi vengono “penalizzate” dalla novità introdotta dal governo e recepita dalla CTSS sono 11 in tutta la provincia, di cui 5 in città.

sla

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