Reagire allo shock

Ore 15:01 di giovedì 25 maggio. Il whatsapp del mio dirigente aveva un tono grave come poche altre volte, ma mai mi sarei immaginato una disgrazia simile.

Chiamami appena puoi. Ho una notizia molto seria da darti.

Anche Piacenza, crocevia tra due delle regioni più avanzate d’Europa, città dei bambini, sede di servizi all’avanguardia riconosciuti e replicati a ogni livello, ha trovato i suoi mostri. Non in un asilo qualsiasi, ma in un c.d. “top di gamma”, con liste d’attesa tra le più lunghe e questionari di gradimento a prova di bomba. Eppure è successo, tra lo sgomento di tutti: cittadini, gestori, Comune.

Sono sotto choc. Mi sento vicino alle famiglie, ai bambini…li abbraccio tutti simbolicamente promettendo loro tutto il sostegno necessario.

Continuo a metterci la faccia, come ho sempre fatto, senza però abbandonare la convinzione che il welfare mix tra pubblico e privato sociale sia la strada maestra.

Genitori e bimbi a parte, che sono un capitolo speciale a cui dovremo dedicare tutti noi stessi, considero le due cooperative sociali coinvolte parti lese al pari del Comune e, nella gravità del momento, chiedo ai piacentini di continuare a credere nel sistema, che farà di tutto perché emergano le responsabilità individuali e – se confermate – paghino con rigore le conseguenze di azioni ignobili.

Dire che “il Comune é parte lesa” ha proprio il significato di intendersi al fianco delle vittime. Tutto il contrario dello “scaricabarile” che hanno denunciato un paio di candidati sciacalli, amanti dei comunicati ma poi sempre nelle retrovie, spesso assenti, che anche stavolta non hanno perso occasione per dimostrare politicamente l’encefalogramma piatto e umanamente una discutibile concezione di sensibilità, stile e tempismo.

Soprattutto adesso e proprio perché penso prima di tutto alle famiglie e ai bambini, chiedo aiuto perché non vinca la macchina del fango e non si ceda alle letture facili, alle generalizzazioni e alla disinformazione.

Piacenza é un modello per il sistema di controllo qualità e formazione congiunta. Non si lascia nulla al caso e il Comune tiene da sempre in modo fermo le redini della committente. La stretta collaborazione tra servizio pubblico e privato non solo serve a far crescere entrambi e a dare servizi migliori e più flessibili, ma permette anche di adattare l’offerta educativa, in termini di posti, alla domanda delle famiglie. Piaccia o non piaccia nessun Comune oggi sarebbe in grado di gestire con solo personale e strutture propri tutte le richieste. Senza la collaborazione del privato sociale molti bambini non troverebbero posto ai nidi.

Come sempre ci vuole misura e senso di responsabilità istituzionale, per muoversi in dinamiche molto complesse. É frustrante leggere come a volte tutta questa complessità sia spazzata via da commenti lapidari. Adesso dobbiamo ricostruire, non distruggere.

Con la forza della disperazione ribadisco che Piacenza non é questa. Quello che é successo é una distorsione aberrante, da indagare in ogni minimo dettaglio e punire con la massima severità, ma non é il sistema Piacenza, fatto di persone per bene, professionisti seri, imprese preparate e di qualità.

Un augurio sincero e sentito di buon lavoro. Io e le mie colleghe – tutte – siamo vicine a Lei, all’Amministrazione e alle famiglie coinvolte

Questa è la conclusione di una mail che mi é arrivata da un’educatrice, con allegato il certificato dell’ASL che attesta “grande competenza professionale e coinvolgimento personale”.

Chiedo uno sforzo per capire il mio sentimento nel riceverla.

Me la tengo stretta, insieme al «massima fiducia. Grande dolore ma massima fiducia» che alcuni genitori mi hanno detto ieri al nido Farnesiana, stringendomi la mano e guardandomi dritto negli occhi.  

Per adesso chiedo scusa alle mamme e ai papà piacentini e mi assumo verso la mia città la responsabilità che la delega comporta.

In un mondo dove si é più abituati a vedere il politico che svicola, io resto in prima linea fino in fondo perché non si ripetano obrobri simili.

Di più, per ora, non posso fare.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società- Art. 4 Costituzione