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Foglie cadenti

Patatrac

"La giunta Barbieri, eterodiretta dalla "Piacenza che conta", perde i pezzi. Ungaretti direbbe: si sta come d'autunno, sugli alberi le foglie”

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giorni per "far fuori" tre assessori

| Situazione tragica ma non seria

Una farsa che non ci fa onore. Quando mai un Sindaco chiama a fare l’assessore consiglieri eletti per poi farli dimettere? è una vergogna! [Tommaso Foti - Fratelli d'Italia - 2014]

Tanto tuonò che piovve. Patatrac ampiamente annunciato, per quanto tacciato come “chiacchiera da comari” fino a poche ore prima. La giunta Barbieri perde i pezzi e, per dirla alla Ungaretti:

si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie

Dato il goffo tentativo di far passare la cosa come l’illuminata decisione di una persona di polso, per chi avesse memoria corta, ecco alcune dichiarazioni del 2014, allorquando fu Paolo Dosi a cambiare gli assetti della squadra:

Una farsa che non ci fa onore. Quando mai un Sindaco chiama a fare l’assessore consiglieri eletti per poi farli dimettere? è una vergogna!

[Tommaso Foti]

Questa totale mancanza di responsabilità nei confronti della città mi urta come cittadino

[Paolo Garetti]

Se non sono in grado di governare, vadano a casa, almeno per dignità politica. Quella che stiamo vivendo è una delle pagine più buie della storia politica recente

[Conferenza stampa congiunta della minoranza]

E fu così che 3 tra i consiglieri più votati dalla gente, passati in giunta meno di un anno e mezzo fa, furono bellamente segati!

Da capogruppo , condivido con i miei la bocciatura senza appello di questi primi 16 mesi di governo del Sindaco: 465 giorni (1/4 di mandato) al passo del gambero, per essere generosi.

Questi signori han vinto predicando netta discontinuità dall’amministrazione Dosi. Peccato che, da subito scostanti e a ranghi sparsi, non si siano contate le volte in cui, messi all’angolo su qualche pratica o sbugiardati sulle tante incoerenze, abbiano provato a bofonchiare, spesso a sproposito, che anche chi c’era prima faceva così.

Il loro lavoro principale fin qui è stato quello di puntellare un’impalcatura che ha nel potere il collante di forze in cui prevalgono distanze politiche e incompatibilità personali, sottolineate in Consiglio da prove muscolari, come quelle che si vedono nei documentari, tra i leoni che rivendicano il territorio.

Non un tema sul quale si siano distinti in positivo! Nel mentre, loro litigano, ma a rimetterci sono il presente e il futuro di Piacenza e dei piacentini tutti.

465 giorni di bulimia di dichiarazioni, quasi sempre smentite dai fatti.

Col sorriso compiaciuto di bambini col giocattolo nuovo, hanno iniziato spargendo sale sui simboli (o presunti tali) di chi c’era prima, per lasciarsi poi il piccolissimo cabotaggio sulla quotidianità e tanta, tantissima confusione sulle questioni strategiche, che ha svelato un mortifero mix tra reale mancanza di visioni e capacità di impantanarsi litigando.

Tirata la riga, oggi troviamo cittadini disorientati, uffici comunali allo sbando, amministratori in perenne conflitto, consiglieri di maggioranza sempre più a disagio.

La situazione è tragica ma non seria.

Quando da questi banchi abbiamo cominciato a parlare di DIS-GIUNTA da DOPO LAVORO, mesi or sono, ricevendo in cambio permalosa irritazione, non era per le nostre doti divinatorie. Siamo solo osservatori attenti.

Un RIMPASTO, per quanto legittima prerogativa, è l’ammissione del fallimento del Sindaco, prima ancora che l’atto con cui si sancisce l’inadeguatezza di uno o più assessori.

Non confondiamo le responsabilità, basta con la favoletta di un primo cittadino in odor di santità, circondato da inaffidabili passacarte.

Se un Sindaco sceglie una squadra e sbaglia componenti, il responsabile è lui e solo lui. Se un Sindaco si fa scegliere in testa la squadra dai partiti o dal suggeritore nella buca, il responsabile resta lui e solo lui.

Principio generale a cui Patrizia Barbieri non può sfuggire.

Il grande bluff dell’indipendenza dai partiti è svelato una volta per tutte.

L’idea che oggi trasuda, proprio dal “palazzo”, ormai incapace di tener riservati spifferi di malcontento che sono diventati folate è di un’amministrazione sempre più spostata a destra, sotto tutela politica, cui non sempre spetta l’ultima parola sulle scelte.

Nominare Massimo Polledri, figura assai nota, per natura abituato ad alternare persona e personaggio, per condividere il governo della città e poi silurarlo stupiti del suo eccessivo personalismo è come voler far sedere l’incredibile Hulk su uno sgabello da campeggio e poi lamentarsi perché lo ha sfondato.

La scusa del personalismo non serve, se non a dimostrare che il nome era stato imposto nei giochi di bilancino iniziali.

All’estremo opposto Paolo Garetti, certo non un personaggio, né un picconatore malato di protagonismo. Le malelingue dicono che sia finito nella buca e abbia pestato un callo di troppo al suggeritore.

Sono tali e tante le voci uscite dalla galleria del vento della sfilacciata maggioranza in questi mesi che, a domanda di un amico

  • Perché Garetti?
  • i suoi dicono che il Sindaco non lo vuole più da mesi e ha fatto continue pressioni su Patrizia Barbieri perché lo silurasse

ho risposto allargando le braccia:

E pensare che la battuta nasce in seno alla stessa maggioranza, prima sussurrata a fil di voce e via via detta con sempre meno pudore.

Per finire con la farsa delle dimissioni finte di Filiberto Putzu, che prima si impunta tanto da far uscire la velina di presunti “dossier”, che posta persino su Facebook col titolo “colori”, salvo poi, fulminato sulla via di Damasco, fare il suo bel passo indietro.

Prendiamo atto che i signori governanti non sentono nemmeno più il bisogno di salvaguardare il comportamento di maniera dell’aver respinto una mozione di sfiducia poche settimane fa solo per non dover ammettere che avevamo ragione noi.

Far fuori un assessore su cui hai appena respinto una mozione di sfiducia è un’offesa all’intelligenza dei cittadini e un inno all’incoerenza.

Piacenza ha bisogno di amministratori che invece di impegni part-time a indennità piena, si dedichino giorno e notte alla città, condividendo una linea comune.

Con queste premesse tremiamo al pensiero che il Sindaco sarà presto anche Presidente della Provincia.

Va bene voler saltare sul carro del buon lavoro di Francesco Rolleri, ma l’impegno di tempo e risorse mentali di un doppio incarico di questa portata richiederebbe un presupposto totalmente assente, cioè un governo del Comune capoluogo in grado di procedere con una sorta di “pilota automatico”, grazie a una squadra ormai coesa e rodata, non in piena fibrillazione.

La sterile invettiva al nemico politico per sviare l’attenzione è un’equazione che non torna più: da mercoledì, tra decisioni prese, interviste rilasciate, comunicati emessi, anche i sassi hanno capito che in questi 465 giorni il nemico dell’amministrazione in carica è l’amministrazione stessa: giunta e consiglieri.

Si tirassero ora  su le maniche e togliessero dalla paralisi la vita della collettività che hanno l’onore di amministrare per interesse diffuso e non particolare.

casta e dintorni, open consiglio
Si accomodi, prego!

Due indizi. Una prova.

"La coerenza è virtù importante, che alla lunga paga. Soprattutto, chi ti segue la percepisce. Inutile ostentare certezze che le tue parole smentiscono puntualmente. L'unico a cascarci, forse, sei tu.”

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GIORNI DA INSEDIAMENTO NUOVA GIUNTA

| C'è un limite al passo lento

Se maggiore è l'impegno, più grandi sono i risultati (tesi tutta da dimostrare), allora magari giunta e assessori potrebbero passare dal part-time a un impegno a tempo pieno al servizio della causa comune.

Al netto dei proclami, che questa Amministrazione non brilli per operosità è sotto gli occhi di tutti. Persino nei bar cominciano i mugugni.

Per carità, le difficoltà a gestire la macchina comunale di una città da 100.000 persone sono enormi. Se però ti presenti in campagna elettorale col piglio del risolutore, di chi inebria le folle di aria nuova, poi qualcosina devi pur dimostrare.

Ora però stiamo rasentando l’imbarazzo politico: ieri è andato in scena il primo consiglio comunale post-vacanze e l’opposizione che indegnamente rappresentiamo parte all’attacco con una sfiducia a un assessore figlia della sconsiderata gestione della pratica Boat.

Due mesi di tam tam sulla stampa, negli uffici e in comunicazioni private, un’interrogazione a cui si è risposto in modo indecoroso per un Ente pubblico, per sentirci alla fine chiedere dal Sindaco altri 10 giorniperché la pratica è complessa, serve ricostruire bene la questione e completare le risposte mancanti“?


Politicamente non regge. Proprio non regge, specie se a dirlo è un Sindaco che, si presume, in questi due mesi, la testa sul pasticcio l’abbia messa, eccome.

D’altronde, nemmeno l’avvitata risposta sul nuovo ospedale mi aveva particolarmente tranquillizzato: “entro la fine del mese DOVREBBE arrivare un protocollo – si badi bene – per i criteri per la stesura del bando sulla nuova area“.

Il trionfo del condizionale ipotetico! Cioè a dire, NON il bando, ma – forse – il protocollo per i criteri del bando per l’area…

Mi ricorda quella canzone dove venne il cane, che morse il gatto, che al mercato mio padre comprò.

clicca qui sotto per leggere la MOZIONE DI SFIDUCIA

Aggiornamento 1/10

casta e dintorni, open consiglio
Chi sale sul Boat?

Chi sale sul Boat?

"La politica può essere noiosa quando cerca davvero il rispetto delle regole e il pubblico interesse. Ostinati e contrari alla moda della semplificazione, ci opponiamo ai superficiali e a chi tratta il bene di tutti come se fosse erba del proprio giardino. Facile fare gli splendidi per dimostrarsi meglio di chi c'era prima applicando le norme un tanto al chilo.”

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€ che girano e non si capisce da chi, a chi, per cosa.

| Una pratica che fa acqua

il pressapochismo politico e i tempi di risposta da narcolettici hanno consentito al gestore del locale di concludere la sua stagione commerciale in tutta tranquillità, alla faccia di chi le regole le rispetta davvero.

Sosteneva George Orwell che tutti gli animali sono uguali. (ma alcuni sono più uguali degli altri).

Ecco, questo è il sentimento che resta dallo studio di questa ingarbugliata pratica.

Giorgia Buscarini, amica e collega di Consiglio, nonché ex assessore al commercio, ha intuito subito che qualcosa non era trasparente come ci si aspetta da un Ente pubblico: da qui nascono i vari atti che hanno dato seguito alla seduta del 30 luglio, in cui non siamo stati i soli a lanciare l’allarme.

Ciò nonostante, silenzio.

Il 6 agosto depositiamo formale interrogazione, firmata Buscarini/Cugini, articolata in 28 domande circostanziate, cui abbiamo fatto seguire vari passaggi negli uffici competenti per farci mostrare le carte dai funzionari e parlare con il Dirigente.

Le irregolarità rilevate sono state diverse, dalla comunicazione inizio lavori, alla presentazione di documenti per eventi con numeri di persone chiaramente sottostimati.

A balzare all’occhio però sono stati alcuni ammonimenti scritti degli uffici, tra i quali “quest’attività, condotta con aspetti che destano perplessità e richiedono approfondimenti, potrebbe danneggiare altre attività commerciali già autorizzate. Da ciò non si esclude che potrebbe scaturire contenzioso da parte di questi ultimi”, oltre a uno strano accordo, non previsto dalla convenzione, che prevedrebbe l’esborso di 10.000 euro l’anno per sei anni, non si capisce bene a quale titolo effettivo.

Si aggiunga l’assenza di firma da parte del dirigente competente in merito alla realizzazione del locale e la presenza invece di un documento firmato dall’Assessore, che non può farlo, per acconsentire la posa di una recinzione.

L’elenco di svarioni di questo pasticciaccio brutto che sarà pure noioso, molto tecnico e per nulla appassionante, ma che dovrebbe interessare parecchio i cittadini, perché si tratta di interesse pubblico, è ancora lungo e in divenire.

Giusto un ultimo esempio per chiedere a chi mi legge se gli/le verrebbe mai in mente di apporre un cartello con scrittoproprietà privata – vietato l’accesso” all’ingresso di un luogo sito su area pubblica in nome di una convenzione che stabilisce: “viene mantenuta la finalità PUBBLICA” e “la suddetta (area) potrà essere recintata dal concessionario, purché ACCESSIBILE durante le ore del giorno”.

Beh, davanti al Boat quel cartello fa bella mostra di sé.

A fronte di tutto questo e altro ancora, a noi è toccato invece leggere basiti una nota piccata in cui l’amministrazione comunale si attribuisce “totale e piena estraneità”, non solo lanciando la palla agli uffici, ma addirittura informando che è stato attivato l’ufficio legale per valutare azioni nei confronti di alcuni consiglieri di minoranza (chissà chi!), che si sono azzardati a svolgere il compito ispettivo che la legge riserva loro.

A questo punto è chiaro, dal nervosismo che traspare, che il Sindaco ha preso atto di trovarsi tra le mani un vero e proprio “regò”, così come par di capire non sappia quali pesci pigliare per uscirne.

Sorge il dubbio che a presentare in conferenza stampa la bella iniziativa, il 25 luglio scorso, siano andati i sosia di Patrizia Barbieri e Filiberto Putzu, che parevano invece ben consci di quanto stavano illustrando, così come tendiamo a credere che sempre i sosia abbiano partecipato alla conferenza dei servizi del 31 luglio, con l’assessore Mancioppi, in cui, tra le altre cose, è emerso un parere legale che farebbero meglio a rileggere.

Forse, prima di attivare l’avvocatura per risibili azioni ritorsive, converrebbe chiedere alla stessa un aiuto nel ripasso degli atti e della convenzione: sarebbero soldi pubblici certamente meglio spesi.

Una giunta pronta allo scaricabarile preventivo su una vicenda che riguarda il territorio che governa e sulla quale da un mese c’è chi rileva qualcosa che non va per il verso giusto, sfiora il paradosso.

A nostra insaputa” è un alibi che non regge più.

Il comune ha agito la funzione di controllo che gli compete rispetto a una convenzione che lo stesso ha istruito? Ecco l’unico vero nocciolo della questione, da cui la politica non può dirsi estranea.

Se prima di minacciare le vie legali avessero la bontà di dirci se la pratica è corretta, se tutte le autorizzazioni ci sono, se la convenzione è rispettata, rispondendo all’interrogazione, avrebbero in cambio tutta la nostra gratitudine.

Poi, dopo, agiscano pure come ritengono: per noi vale il principio del “male non fare, paura non avere.

Confidiamo, anche per loro.

Aggiornamento 11/9

clicca sulla cartella in fondo al post per leggere la mozione di sfiducia

Aggiornamento 12/9

Aggiornamento 13/9

dispacci resistenti
A cavallo dei cavilli

Seguo attento le puntate della crociata pro “rinascimento civico” dell’assessore Putzu, ultima delle quali contro i ciclisti del centro. Figurarsi se mi permetto, per temperamento ed esperienza personale, di criticare a priori prese di posizione un po’ sopra le righe.

Ammetto però di essermi stropicciato gli occhi dallo stupore nel leggere il suo invito ai cittadini a non aggrapparsi ai cavilli legali, riguardo le possibili contestazioni per multe in forte odore di annullabilità.

Proprio memore dell’abitudine a spaccare il capello in quattro quando il nostro era all’opposizione, con animo costruttivo lo invito a prendere atto che una volta titolare dell’obbligo di amministrare, i cavilli legali smettono di essere trascurabili dettagli, per diventare paletti con cui far conto senza sosta.

D’altronde è proprio coi cavilli legali che molti suoi colleghi di giunta si guadagnano il pane e sono certo che non mancheranno, alla bisogna, di puntualizzarne l’importanza, a garanzia del pubblico interesse.

Se governi, puoi fare ciò che la legge ti consente e solo quello, specie se norme e regolamenti parlano chiaro. Putzu dice di non avere obblighi in merito alla segnaletica: a me, dopo un rapido sguardo a un paio di articoli del codice della strada, pare il contrario (ma mica devo giudicare io).

Il punto é che agire un tanto al chilo e comminare sanzioni su presupposti normativi inesatti, ti espone a ricorsi e costose operazioni di rimborso, con annessi e connessi a carico delle finanze pubbliche.

Voler capire non è lana caprina. Io non mi schiero certo con i benaltristi che, passando da un “ma anche” all’altro, pensano ci sia sempre qualcosa di più importante di cui occuparsi. Lunga vita a chi vuol far rispettare le regole.

Vada avanti imperterrito, assessore. Accerti però – col conforto delle carte – e ci dica se il Comune può stare tranquillo per le contravvenzioni elevate in via XX settembre in questi giorni o se dovrà accollarsi, oltre all’eventuale magra figura per un’azione improntata alla superficialità, gli oneri di restituzione del mal tolto agli indisciplinati ciclisti piacentini, ipotesi per nulla da scartare.

Perché spesso la forma é sostanza e…la gatta frettolosa fa i gattini ciechi.