Commissione per sprelle

Come già successo con la Commissione di garanzia e controllo, anche nel caso della commissione delle elette si è presentato all’orizzonte il solito pacchetto preconfezionato a uso e consumo di qualcuno in cerca di spazio e visibilità.

Si accomodassero tutte le ambizioni in campo. Le mie colleghe di gruppo si sono chiamate fuori. Chi le ha indicate come parte di disegni degni di Machiavelli mi dà più l’impressione di farsi la spia da sola che non quella di centrare un’accusa che meno fondata di così non potrebbe essere!

Guarda caso, dichiaratosi indisponibile il PD, si dimettono anche le altre consigliere…

Se poi ci mette il carico da 90 pure Massimo Polledri, insuperabile gaffeur, che forse incapace di rendersi conto che adesso è un amministratore al governo della città, risponde in consiglio a Giulia Piroli con la più fragorosa caduta di stile che l’assessore alla cultura e alla famiglia potesse fare.

Non soddisfatto di attenersi ai contenuti di una risposta semplice semplice, ha invece dato sfogo all’arroganza del potere con commenti non richiesti, conditi di sessismo e machismo.

tra le attività che sono state messe, anche il laboratorio di maglie e uncinetto…se vuoi ti dico i giorni in cui li fanno

aspettando l’otto marzo, magari parteciperanno, il prossimo anno non so se ci sarà ancora.

Grave performance, brutta ricaduta di un celodurista convinto che ha già dimostrato poco rispetto verso le donne con commenti pubblici di cui dovrebbe ancora vergognarsi (chiedere alla deputata Picierno). Polledri forse dimentica che la violenza di genere è proprio frutto di una cultura ancora infarcita di stereotipi sessisti di cui, a quanto pare, è portatore. 

L’assessore alla cultura e alla famiglia non rammenta o ignora che, l’8 marzo, non è la giornata “della mimosa”, bensì è quella data in cui si ricordano sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.

È un giorno simbolico per contrastare una cultura che si basa ancora su quegli stereotipi di genere che vogliono relegare la  donna in ruoli di sottomissione. E non cerchi di svicolare parlando di ironia: tentandoci, ha peggiorato la sua già magra figura.

È evidente che con queste premesse, dato che nessuno lo ha smentito o criticato, da destra la commissione delle elette è considerata un inutile orpello, così come è chiaro che non ci prestiamo al gioco della maggioranza facendo da puntello a un organismo in cui palesemente non si crede.