La mia prima intervista da Assessore ai servizi sociali
È inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.- Italo Calvino

skyline piacenza

Dalle 7,30 del giorno dopo la nomina, Stefano Cugini si è presentato in assessorato per buttarsi nel nuovo lavoro

«con tutte le energia di cui sono capace»

libertà prima

Il suo è l’assessorato al welfare, che ricomprende servizi sociali e abitazioni, ma anche la delega all’infanzia.

«Mi sono calato in una dimensione totalizzante, ho subito preso contatto con i dirigenti e abbiamo cominciato a lavorare, non intendo dire che prima non si lavorasse, ma solo che non ho dieci mesi di tempo di rodaggio per imparare, me ne sono dato uno per conoscere la macchina, c’è da correre subito»

Come ha vissuto le giornate travagliate del rimpasto di giunta, le dure critiche degli assessori usciti di scena tra cui Giovanna Palladini che ha ricoperto il welfare sino a qui?

«Mi è spiaciuto molto vedere esternazioni di questo tenore da rappresentanti istituzionali che hanno avuto un ruolo e una esperienza politica importante. Poi c’è l’elemento umano che chiaramente è stato preponderante, ma istituzionalmente hanno fatto una gaffe clamorosa. Io comunque questa cosa l’ho subita, posso solo dire che a un certo punto mi è arrivata la telefonata del sindaco Dosi che mi ha chiesto la disponibilità all’incarico»

Lei è di quella maggioranza renziana del Pd che i bersaniani hanno accusato di avere ordito all’ombra del rimpasto una vera e propria epurazione.

«Sono opinioni che lascio agli altri. E’ da più di un anno che nel gruppo consiliare si era presa coscienza che occorreva un cambio di passo nell’azione di governo. Che non significava necessariamente cambio di persone. Poi il sindaco si è confrontato con chi ha ritenuto, ne è uscito un esito ben lontano dalle epurazioni»

E, parlando di welfare, quale “cambio di passo” dobbiamo concretamente attenderci rispetto alla gestione Palladini?

«Il sindaco mi ha chiamato per guardare dal 14 gennaio in poi, indietro non mi volto, in questo terreno di polemica non entro»

Ma si sente con le carte in regola per il colpo d’ala che Dosi e il Pd chiedono alla giunta?

«Altroché, io darò il massimo e alla fine tireremo le somme. Certo la situazione generale è complicatissima e non dipende solo dai singoli. Però qui l’entusiasmo c’è, sono ottimista per natura»

Che cosa c’è nella sua agenda?

«Il 31 gennaio inaugureremo gli appartamenti protetti alla Besurica – servizi per anziani autosufficienti -, poi c’è tutta una serie di linee di mandato su cui stiamo mettendo la testa: il ragionamento sulle Asp (Aziende dei servizi alla persona, ndr), il tema dell’accreditamento che da provvisorio diventa definitivo, stiamo facendo lo studio di fattibilità per la nuova casa di riposo, vanno date risposte ai bisogni crescenti dei disabili. E c’è da ragionare, in vista del bilancio di previsione 2014, sulle tariffe dei servizi»

Sono in arrivo aumenti?

«Ho chiesto agli uffici di confrontare tutte le voci per capire dove è possibile recuperare risorse, dove si può redistribuire diversamente. La logica che ci guida è dare una mano a chi ha meno ed è più in difficoltà, inevitabilmente chiedendo aiuto e sforzi a chi si può permettere di più»

Le politiche sull’integrazione finiscono spesso al centro delle polemiche. In primis la situazione di Quartiere Roma sulla quale il sindaco ha annunciato un nuovo modus operandi.

«La prossima settimana avremo il primo incontro del nuovo tavolo inter-assessorile su quartiere Roma che ho avuto l’incarico di coordinare. La questione vogliamo prenderla in mano in modo strutturale, e ho intenzione di allargare il confronto a un tavolo di lavoro a cui inviterò anche i consiglieri comunali di minoranza. Ne ho già parlato con alcuni di loro, come Marco Colosimo (Piacenza Viva, ndr), chiedendone la disponibilità. Tutti saranno benvenuti, tutti quelli che vogliono dire la loro, perché questo non può essere un tema solo di maggioranza, via Roma è di tutta la città. Certo che se si parte dallo slogan “tolleranza zero”, che non posso condividere, allora meglio stare a casa»

Parliamo di abitazioni.

«C’è il piano casa che stiamo portando avanti con l’idea di fare uno sportello unico insieme ad Acer: consentirebbe a noi di avere un’ottimizzazione delle risorse e ai cittadini di trovare tutto in un’unica sede»

Il sindaco nelle scorse settimane ha inserito tra i progetti prioritari del 2014 il “polo dell’infanzia” da realizzare con Acer in un’area dietro a viale Martiri della Resistenza. Una soluzione pronta per il 2015-16, dove anche ricollocare le sezioni di materna dell’asilo Vaiarini che chiude dal prossimo anno.

«In campo c’è quell’ipotesi, su cui probabilmente cadrà la scelta, ma mi sono permesso di indicarne altre due o tre altrove da tenere in considerazione e che stiamo valutando»

Tra le sue deleghe c’è anche la sanità.

«Il tema più d’attualità è il servizio 118 e la riorganizzazione che ha in animo la Regione. Ma se l’indirizzo dell’area vasta sarà portato avanti in generale su tutte le partite, dobbiamo iniziare a ragionare delle nostre eccellenze sanitarie per evitare di farci trovare spiazzati. Un nuovo protagonismo a Piacenza dobbiamo quindi provare a darlo»

Lei si è dimesso da Unicoop per ragioni di opportunità visto l’ambito di attività sociale della cooperativa che partecipa a vari bandi pubblici. Come giudica le critiche ai rapporti tra Unicoop e il Comune sollevate in consiglio da Fdi e M5s?

«Le trovo gravissime, attaccano una cooperativa che a Piacenza dà lavoro a 300 e rotte persone e che ha contratti seri e onesti. Per quanto mi riguarda non so che cosa avrei dovuto fare di più. Se è bastato bene, se non è bastato bene lo stesso, io sono a posto con la mia coscienza»

Gustavo Roccella
gustavo. roccella@liberta. it

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