CRONACA: evviva i buonisti che si sono presi cura di Marian!
Un politico può promettere. Un amministratore deve dimostrare.- Stefano Cugini

homelessMarian è giovane, nemmeno quarantenne. Comunitario, ma lontano da casa, dove non vuol ritornare, per non sentirsi solo e abbandonato.

Marian conosce da troppo tempo la strada, la sporcizia, la malattia.

Arriva una mattina di primavera all’ambulatorio Arcangelo Dimaggio, in via Pozzo: è davvero mal ridotto. Da qui in poi è una storia di presa in carico, di accoglienza, di un incontro tra chi riconosce in te un essere umano e prova, sinceramente, ad aiutarti.

Succede così che curando il fisico, si comincia a curare anche tutto il resto, finché l’alcol smette di essere l’unico amico, il marciapiede smette di essere il ricovero abituale e sognare una vita normale, una casa e un lavoro torna a essere qualcosa meno di pura utopia. Da settembre Marian ha cominciato anche un corso di alfabetizzazione per stranieri.

Ordunque, cari buonisti che avete accolto Marian – perché dovete per forza essere tra quei buonisti che non pensano che tutti ‘sti stranieri finiranno per colonizzarci – vi è andata bene, questa volta, almeno pare.

Chissà, avrebbe potuto essere un terrorista che si fingeva accattone, o un vero accattone con ambizioni da terrorista, avrebbe potuto essere violento o psicopatico. Va là, alla fine era solo un uomo con tanto bisogno di incontrare tra i suoi simili qualcuno che gli tendesse una mano.

Strana gente, voi buonisti!

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