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Foglie cadenti

Patatrac

"La giunta Barbieri, eterodiretta dalla "Piacenza che conta", perde i pezzi. Ungaretti direbbe: si sta come d'autunno, sugli alberi le foglie”

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giorni per "far fuori" tre assessori

| Situazione tragica ma non seria

Una farsa che non ci fa onore. Quando mai un Sindaco chiama a fare l’assessore consiglieri eletti per poi farli dimettere? è una vergogna! [Tommaso Foti - Fratelli d'Italia - 2014]

Tanto tuonò che piovve. Patatrac ampiamente annunciato, per quanto tacciato come “chiacchiera da comari” fino a poche ore prima. La giunta Barbieri perde i pezzi e, per dirla alla Ungaretti:

si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie

Dato il goffo tentativo di far passare la cosa come l’illuminata decisione di una persona di polso, per chi avesse memoria corta, ecco alcune dichiarazioni del 2014, allorquando fu Paolo Dosi a cambiare gli assetti della squadra:

Una farsa che non ci fa onore. Quando mai un Sindaco chiama a fare l’assessore consiglieri eletti per poi farli dimettere? è una vergogna!

[Tommaso Foti]

Questa totale mancanza di responsabilità nei confronti della città mi urta come cittadino

[Paolo Garetti]

Se non sono in grado di governare, vadano a casa, almeno per dignità politica. Quella che stiamo vivendo è una delle pagine più buie della storia politica recente

[Conferenza stampa congiunta della minoranza]

E fu così che 3 tra i consiglieri più votati dalla gente, passati in giunta meno di un anno e mezzo fa, furono bellamente segati!

Da capogruppo , condivido con i miei la bocciatura senza appello di questi primi 16 mesi di governo del Sindaco: 465 giorni (1/4 di mandato) al passo del gambero, per essere generosi.

Questi signori han vinto predicando netta discontinuità dall’amministrazione Dosi. Peccato che, da subito scostanti e a ranghi sparsi, non si siano contate le volte in cui, messi all’angolo su qualche pratica o sbugiardati sulle tante incoerenze, abbiano provato a bofonchiare, spesso a sproposito, che anche chi c’era prima faceva così.

Il loro lavoro principale fin qui è stato quello di puntellare un’impalcatura che ha nel potere il collante di forze in cui prevalgono distanze politiche e incompatibilità personali, sottolineate in Consiglio da prove muscolari, come quelle che si vedono nei documentari, tra i leoni che rivendicano il territorio.

Non un tema sul quale si siano distinti in positivo! Nel mentre, loro litigano, ma a rimetterci sono il presente e il futuro di Piacenza e dei piacentini tutti.

465 giorni di bulimia di dichiarazioni, quasi sempre smentite dai fatti.

Col sorriso compiaciuto di bambini col giocattolo nuovo, hanno iniziato spargendo sale sui simboli (o presunti tali) di chi c’era prima, per lasciarsi poi il piccolissimo cabotaggio sulla quotidianità e tanta, tantissima confusione sulle questioni strategiche, che ha svelato un mortifero mix tra reale mancanza di visioni e capacità di impantanarsi litigando.

Tirata la riga, oggi troviamo cittadini disorientati, uffici comunali allo sbando, amministratori in perenne conflitto, consiglieri di maggioranza sempre più a disagio.

La situazione è tragica ma non seria.

Quando da questi banchi abbiamo cominciato a parlare di DIS-GIUNTA da DOPO LAVORO, mesi or sono, ricevendo in cambio permalosa irritazione, non era per le nostre doti divinatorie. Siamo solo osservatori attenti.

Un RIMPASTO, per quanto legittima prerogativa, è l’ammissione del fallimento del Sindaco, prima ancora che l’atto con cui si sancisce l’inadeguatezza di uno o più assessori.

Non confondiamo le responsabilità, basta con la favoletta di un primo cittadino in odor di santità, circondato da inaffidabili passacarte.

Se un Sindaco sceglie una squadra e sbaglia componenti, il responsabile è lui e solo lui. Se un Sindaco si fa scegliere in testa la squadra dai partiti o dal suggeritore nella buca, il responsabile resta lui e solo lui.

Principio generale a cui Patrizia Barbieri non può sfuggire.

Il grande bluff dell’indipendenza dai partiti è svelato una volta per tutte.

L’idea che oggi trasuda, proprio dal “palazzo”, ormai incapace di tener riservati spifferi di malcontento che sono diventati folate è di un’amministrazione sempre più spostata a destra, sotto tutela politica, cui non sempre spetta l’ultima parola sulle scelte.

Nominare Massimo Polledri, figura assai nota, per natura abituato ad alternare persona e personaggio, per condividere il governo della città e poi silurarlo stupiti del suo eccessivo personalismo è come voler far sedere l’incredibile Hulk su uno sgabello da campeggio e poi lamentarsi perché lo ha sfondato.

La scusa del personalismo non serve, se non a dimostrare che il nome era stato imposto nei giochi di bilancino iniziali.

All’estremo opposto Paolo Garetti, certo non un personaggio, né un picconatore malato di protagonismo. Le malelingue dicono che sia finito nella buca e abbia pestato un callo di troppo al suggeritore.

Sono tali e tante le voci uscite dalla galleria del vento della sfilacciata maggioranza in questi mesi che, a domanda di un amico

  • Perché Garetti?
  • i suoi dicono che il Sindaco non lo vuole più da mesi e ha fatto continue pressioni su Patrizia Barbieri perché lo silurasse

ho risposto allargando le braccia:

E pensare che la battuta nasce in seno alla stessa maggioranza, prima sussurrata a fil di voce e via via detta con sempre meno pudore.

Per finire con la farsa delle dimissioni finte di Filiberto Putzu, che prima si impunta tanto da far uscire la velina di presunti “dossier”, che posta persino su Facebook col titolo “colori”, salvo poi, fulminato sulla via di Damasco, fare il suo bel passo indietro.

Prendiamo atto che i signori governanti non sentono nemmeno più il bisogno di salvaguardare il comportamento di maniera dell’aver respinto una mozione di sfiducia poche settimane fa solo per non dover ammettere che avevamo ragione noi.

Far fuori un assessore su cui hai appena respinto una mozione di sfiducia è un’offesa all’intelligenza dei cittadini e un inno all’incoerenza.

Piacenza ha bisogno di amministratori che invece di impegni part-time a indennità piena, si dedichino giorno e notte alla città, condividendo una linea comune.

Con queste premesse tremiamo al pensiero che il Sindaco sarà presto anche Presidente della Provincia.

Va bene voler saltare sul carro del buon lavoro di Francesco Rolleri, ma l’impegno di tempo e risorse mentali di un doppio incarico di questa portata richiederebbe un presupposto totalmente assente, cioè un governo del Comune capoluogo in grado di procedere con una sorta di “pilota automatico”, grazie a una squadra ormai coesa e rodata, non in piena fibrillazione.

La sterile invettiva al nemico politico per sviare l’attenzione è un’equazione che non torna più: da mercoledì, tra decisioni prese, interviste rilasciate, comunicati emessi, anche i sassi hanno capito che in questi 465 giorni il nemico dell’amministrazione in carica è l’amministrazione stessa: giunta e consiglieri.

Si tirassero ora  su le maniche e togliessero dalla paralisi la vita della collettività che hanno l’onore di amministrare per interesse diffuso e non particolare.

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Secoli bui

Oscurantismo verde.

"Se l'uomo non capisce che un amministratore é di tutta una comunità e non misura le parole, tocca ad altri chiedere le dimissioni dell'amministratore, per lasciare libero l'uomo di dire quel che gli passa per la testa senza il filtro del buon senso.”

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% persone LGBT vittime di discriminazione

| Niente spazio all'omofobia

Se fosse un comune cittadino, senza il potere di chi governa di cambiare la vita della gente, basterebbe il biasimo. Invece deve andare a casa, in nome di chi ancora rivendica diritti negati e con politici come lui rischia di vedere frustrate per sempre le sue legittime aspettative.

Come dimostra una recente indagine di Amnesty International, in tema di discriminazioni, sono ancora troppi gli italiani che minimizzano la violenza di genere e gli episodi di omofobia e bullismo.

A Piacenza Massimo Polledri, assessore alla cultura e alla famiglia (!) della giunta verde-nera, non perde occasione per dimostrare la sua avversione a ciò che interpreta come “diversità”.

L’ultima trovata, in termini temporali, è l’aver commentato il post di tal Manuel Laurora – consigliere comunale leghista a Pisa  – che, tra fotomontaggi con la torre pendente tra le gambe di una giovane sdraiata in posa da visita ginecologica, lati B ad angolo retto e donne riprese a farsi selfie alle parti intime, trova pure il tempo di scrivere “Negre e zingaracce, soprattutto. Smettetela di farvi ingravidare come conigli“.

Libero di farlo, verrebbe da dire, non fosse che il nostro ha suggerito al collega di partito di uscire dalla rete anti-discriminazione Ready in segno di rappresaglia alle “provocazioni” della comunità gay.

Motivo del contendere? Manifestazioni di affetto tra persone dello stesso sesso in pubblico, bollate come perversioni!

A questo punto, facendo politica dai banchi dell’opposizione ma, soprattutto, essendo un essere umano dotato di coscienza, sento l’obbligo morale di denunciare episodi di questo tipo, da chiunque arrivino.

Che poi giungano da un amministratore pubblico, è solo un’aggravante, per la quale, come gruppo consigliare, chiediamo le dimissioni.

Dovrebbe sapere l’assessore che discriminare é contro la Costituzione su cui ha giurato.

Se si trattasse di un comune cittadino, senza il potere di chi governa di cambiare la vita della gente, sarebbe sufficiente il biasimo. Dato che invece, da membro di una giunta, quel potere ce l’ha, non resta che sperare in un Sindaco pronto a revocargli le deleghe, in nome di chi ancora rivendica diritti negati e con politici come questo rischia di vedere frustrate per sempre le sue legittime aspettative.

Vedremo in aula se la politica politicante avrà la meglio sulle questioni di coscienza.

Libero.it

 

clicca qui sotto per il testo della MOZIONE DI SFIDUCIA

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Commissione per sprelle

Come già successo con la Commissione di garanzia e controllo, anche nel caso della commissione delle elette si è presentato all’orizzonte il solito pacchetto preconfezionato a uso e consumo di qualcuno in cerca di spazio e visibilità.

Si accomodassero tutte le ambizioni in campo. Le mie colleghe di gruppo si sono chiamate fuori. Chi le ha indicate come parte di disegni degni di Machiavelli mi dà più l’impressione di farsi la spia da sola che non quella di centrare un’accusa che meno fondata di così non potrebbe essere!

Guarda caso, dichiaratosi indisponibile il PD, si dimettono anche le altre consigliere…

Se poi ci mette il carico da 90 pure Massimo Polledri, insuperabile gaffeur, che forse incapace di rendersi conto che adesso è un amministratore al governo della città, risponde in consiglio a Giulia Piroli con la più fragorosa caduta di stile che l’assessore alla cultura e alla famiglia potesse fare.

Non soddisfatto di attenersi ai contenuti di una risposta semplice semplice, ha invece dato sfogo all’arroganza del potere con commenti non richiesti, conditi di sessismo e machismo.

tra le attività che sono state messe, anche il laboratorio di maglie e uncinetto…se vuoi ti dico i giorni in cui li fanno

aspettando l’otto marzo, magari parteciperanno, il prossimo anno non so se ci sarà ancora.

Grave performance, brutta ricaduta di un celodurista convinto che ha già dimostrato poco rispetto verso le donne con commenti pubblici di cui dovrebbe ancora vergognarsi (chiedere alla deputata Picierno). Polledri forse dimentica che la violenza di genere è proprio frutto di una cultura ancora infarcita di stereotipi sessisti di cui, a quanto pare, è portatore. 

L’assessore alla cultura e alla famiglia non rammenta o ignora che, l’8 marzo, non è la giornata “della mimosa”, bensì è quella data in cui si ricordano sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.

È un giorno simbolico per contrastare una cultura che si basa ancora su quegli stereotipi di genere che vogliono relegare la  donna in ruoli di sottomissione. E non cerchi di svicolare parlando di ironia: tentandoci, ha peggiorato la sua già magra figura.

È evidente che con queste premesse, dato che nessuno lo ha smentito o criticato, da destra la commissione delle elette è considerata un inutile orpello, così come è chiaro che non ci prestiamo al gioco della maggioranza facendo da puntello a un organismo in cui palesemente non si crede.

 

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Poche idee ma ben confuse

 

Sig. Presidente, non ho difficoltà a dire che ho letto tre volte queste linee programmatiche perché non capivo se fossero linee programmatiche o un elenco mal scopiazzato di qualche programma o rimasuglio di programma elettorale.

Sembrano dei sogni di fine estate, in fila per nove col resto di due. Avete sostituito a 44 gatti le linee programmatiche. Ma invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia: sono solo canzonette. Mi aspettavo linee programmatiche e non un elenco confuso di qualche buona intenzione e nulla più.

Dalle linee programmatiche io mi aspettavo, Signor Sindaco, qualche comportamento concludente e qualche decisione di fondo, un volare un po’ più alto rispetto a temi nobili quali sono quelli che lei ha affrontato. Se questo non è solo un adempimento burocratico e di legge, non mi pare che siamo partiti col piede giusto. Mi pare che sia una ribollita ma di quelle indigeribili: poche idee, ma confuse.

E dato che io invece ritengo che il mandato elettorale vi sia stato dato chiaramente, perché Lei è il Sindaco che ha ottenuto il maggior consenso elettorale tra i sindaci eletti direttamente, si scrolli di dosso questa compagnia cantante di stonati che le sta vicino e cerchi di dire esattamente che cosa vuole fare in concreto.

Lo sguardo del Sindaco e dell’aula mentre pronunciavo il mio discorso era a dir poco imbarazzato. La bocciatura delle linee di mandato della maggioranza da parte di chi fa opposizione è da mettere in conto, ma parole così nette non si sentono tutti i giorni.

Provate a immaginare lo shock quando ho svelato che la citazione non era farina del mio sacco, ma il testo dell’intervento di Tommaso Foti nel 2012.

Ho scelto di spiazzare tutti per dimostrare che la politica è fatta di corsi e ricorsi, con l’unica differenza che le linee programmatiche della nuova amministrazione non solo non si possono mettere in fila per nove: non sono sufficienti nemmeno per il resto di 2! Neanche un fischio arrivano a essere, altro che canzonette.

Definirle minimali è un eufemismo: sono evanescenti!

Bene indicare le priorità, almeno sul piano tassonomico: sicurezza, degrado, strade, verde. Per Paolo Dosi era il mantenimento dei servizi sociali, tanto per rifrescare la memoria di chi ancora sostiene che non esistano differenze tra destra e sinistra.

La sicurezza, il cavallo di Troia che ha portato a Palazzo Mercanti questa destra, è usata in poche pagine come specchietto per distrarre l’opinione pubblica da tutto il resto, su cui nulla è detto in più rispetto all’elementare A, B, C.

Il primo dubbio che nasce spontaneo è quanto siano state condivise le linee tra giunta e maggioranza: perché se scrivono

non possiamo pensare alla città del futuro senza prestare la dovuta attenzione ai giovani

e poi i loro consiglieri li definiscono “polli da ingrasso” è chiaro che qualche perplessità viene.

Ci sono state presentate linee programmatiche impostate su un tempo verbale tutto nuovo: il futuro ipotetico indeterminato. “Valuteremo”, “penseremo”, “vedremo”, “proveremo”.

Non ci faremo sfuggire le occasioni

Quando si governa, le occasioni si vanno a cercare, non si aspettano. La passata Amministrazione ha lasciato sul tavolo, non nel cassetto, investimenti per quasi 45 milioni di euro: se i grandi progetti non sono nelle vostre corde, almeno capitalizzate l’eredità che avete ricevuto.

Ma veniamo ai due temi su cui ho qualcosa da dire in più…

SICUREZZA

A parte gli slogan, il piglio autoritario e i cancelli dei giardini chiusi, niente di nuovo sotto il sole.

Le telecamere sono una decisione già assunta e avviata da chi c’era prima, con risorse peraltro già allocate nel Piano OO.PP. Anche i gruppi di vicinato sono un lascito, così come il nucleo operativo di polizia locale sul Quartiere Roma, soppresso, rinominato e riproposto in pochi mesi, per potersene intestare la creazione.

Pure l’aumentata disponibilità di agenti di polizia locale è un’eredità della giunta Dosi, grazie al l’ultimo concorso.

In compenso, si sono fatti soffiare il Comandante da Monza. Un Comandante, per inciso, che dopo 4 mesi dal loro insediamento se ne va optando per un posto a tempo determinato (tenendo così bloccata una posizione a Piacenza), e che nella prima dichiarazione in presenza dei nuovi datori di lavoro sostiene, in modo molto sibillino, di credere “in una vigilanza attiva e non di passerella”.

Si dovrà pure ammetterete che il viatico non è dei più incoraggianti.

WELFARE

Perché arrovellarsi troppo a immaginare il mix-pubblico privato quando è la base della Legge 328/2000 e il fondamento di 15 anni di governo del centro sinistra?

Anche la rete del welfare esiste già: a dicembre 2016 abbiamo addirittura formalizzato dal notaio la creazione di un’associazione di II° livello tra COMUNE, SVEP, CARITAS, CROCE ROSSA, AUSER, che gestirà l’emporio solidale.

Non bastasse, si andassero a guardare il PROGETTO PIACENZA tra Comune, Caritas e Fondazione, con cui abbiamo abbattuto le liste d’attesa per gli ingressi in CRA.

Non serve “costituire”, come hanno scritto: basta salire in corsa su un treno che viaggia già spedito.

Alla voce “attenta analisi della convenienza economica dei servizi sociali gestiti dall’ente” e al rimando alle “specifiche analisi a supporto delle scelte di efficientamento che si andranno ad adottare”, annunciate con l’ausilio “di esperienze esterne”, leggasi:

progressiva dismissione della quota pubblica di gestione dei servizi sociali

A parte lo shock di sentire abbinare il termine “convenienza economica” a “servizi sociali”, dopo il misero fallimento della commissione speciale welfare a presidenza Massimo Polledri – ora annunciano che scaricheranno su altri il compito di suggerire “le scelte di efficientamento che si andranno ad adottare”.

Allarme rosso invece per “opzioni finalizzate a limitare e ridurre l’impatto sul territorio delle problematiche connesse all’immigrazione (…).

Fa molto “Ponzio Pilato” e mi chiedo come possano tenere insieme il totale disinteresse agli appelli di Papa Francesco in questo senso con la dichiarata volontà di “intensificare i rapporti con le realtà della Diocesi, della Curia Vescovile e l’associazionismo cattolico”.

D’altronde, che l’incedere della giunta Barbieri in tema di diritti sia claudicante è un dato di fatto.

Prima l’uscita dalla rete READY, poi la passerella pubblica consentita a un attivista xenofobo. Mi sono limitato a suggerire, dove si dichiara di promuovere “campagne informative sui comportamenti collettivi e il rispetto delle persone nelle differenziazioni culturali sempre più presenti nella nostra società”, di aggiungere, “sesso”, “razza”, “lingua”, “religione”, “opinioni politiche”, “condizioni personali e sociali”, giusto per dare un senso a quanto previsto dalla Costituzione (art. 3).

Altro nodo spinoso di queste lineette di mandato, la sbandierata “adeguata attenzione al benessere organizzativo interno e puntuale valorizzazione delle risorse umane”.

Vorrei capire come si intende perseguire questo obiettivo, dopo aver già dimostrato scarsa inclinazione alla tutela del capitale umano, non alzando un dito per fermare la macchina del fango sull’ultima triste vicenda, facendo anzi di tutta l’erba un fascio e non preoccupandosi nemmeno di diffondere la falsa notizia dei dirigenti cessati per fine mandato e fatti invece passare come vittime di provvedimenti disciplinari.

Non una riga si è spesa per un cenno ai grandi temi delle CURE INTERMEDIE e della MEDICINA D’INIZIATIVA. Sapere da chi ci governa tempi e modalità di realizzazione della CASA DELLA SALUTE (che col nuovo piano di riordino sanitario ha un’importanza enorme) peculiarità della versione cittadina, contenuti e livello di integrazione tra sociale e sanitario non sarebbe stato inchiostro sprecato.

Nel 2012 il Sindaco Paolo Dosi disse, nella sua relazione:

L’idea di fondo a cui abbiamo cercato di ispirarci parte dalla considerazione di contingenza fortemente negativa che stiamo vivendo, dalla necessità, quindi, di utilizzare alcuni criteri ispirati al contenimento delle spese e alla attenta analisi dei singoli capitoli, a una sobrietà complessiva. Il tutto senza però abbandonare un’idea di futuro che dia una prospettiva di sviluppo; non possiamo rinunciare a crescere per il fatto che ci troviamo in una situazione negativa.

Le linee di questa destra mancano di quel minimo di “volo alto” che a gran voce è stato chiesto per 5 anni. Ora che tocca a loro, ci propinano ordinaria amministrazione (doverosa e indispensabile) ma zero prospettive, come chi ha già scelto di galleggiare.

Ho ricordato al Sindaco che restano quattro anni e mezzo per cambiare rotta, che hanno vinto con merito perché sono stati bravissimi a coalizzarsi e a toccare le corde giuste: ma hanno impostato tutto sulla sconfitta di un nemico, senza preoccuparsi, nonostante i tanti soggetti di lunga e lunghissima frequentazione della macchina comunale, di pianificare una visione alternativa degna di questo nome.

Il futuro è di chi se lo immagina

diceva un mandato fa, in questa stessa occasione, l’attuale assessore Garetti. Se questa è l’immaginazione, siamo a posto!

Dio non voglia che a turbare il tranquillo tram tram che si prefigurano arrivino tra capo e collo emergenze come è successo a noi con l’alluvione!

Puntare il dito e continuare a lamentare colpe passate è una scusa che nel lungo periodo non risparmierà dal giudizio dell’esigente elettorato piacentino.

Da minoranza non saremmo d’aiuto a Piacenza se insieme alle proposte non rimarcassimo con puntualità contraddizioni, inoperosità, errori di valutazione. Questo faremo nei prossimi cinque anni. Senza sconti ma senza quei bastoni tra le ruote che, se le premesse di questi primi mesi saranno rispettate, il primo cittadino riceverà in maggior misura dalla sua rabberciata maggioranza e da una squadra che è chiaro ogni giorno di più come lei abbia potuto scegliere solo in minima parte.

Ho chiuso suggerendo a Patrizia Barbieri lo stesso consiglio che Tommaso Foti diede al suo predecessore: si scrolli di dosso questa compagnia cantante di stonati che le sta vicino e cerchi di dire esattamente, Lei che ha vinto, che cosa vuole fare in concreto.

Perché alla fine, gli eventuali meriti li rivendicheranno tutti ma le probabili colpe saranno solo e soltanto sue.

Buon lavoro.

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Un alieno a Sant’Anna

Il Comune di Piacenza ha svoltato a destra e quest’anno a rappresentare la nostra medaglia d’oro al valore militare a Sant’Anna di Stazzema, là dove il 12 agosto del 1944 i nazisti (coi complici repubblichini) sterminarono 560 persone, é andato l’assessore Massimo Polledri.

Pronti – via, il primo segno di tutta la discontinuità possibile col passato: l’arrivo al Parco della Pace con un ritardo tale da impedire al nostro gonfalone di far bella mostra di sé durante la celebrazione della messa.

A stretto giro, l’inspiegabile assenza, unico tra i delegati in fascia tricolore, nel momento di accompagnare il labaro alla sfilata d’onore al sacrario.

Basta così? Neanche per idea! Non pago di queste mancanze di rispetto per una ricorrenza così importante, il nostro ha deciso di dimostrare a tutti che le molte parole spese dagli oratori presenti, contro ogni fascismo, discriminazione, contro le derive populiste e xenofobe che avanzano nel mondo, gli sono entrate da un orecchio per uscire immediatamente dall’altro.

In spregio alle toccanti testimonianze, forte condanna di molte prese di posizione ahimè più volte sentite proprio da Polledri e sodali vari (gli saranno fischiate le orecchie almeno un po’?), ecco che con la sua dichiarazione di circostanza alla stampa, tra le righe di un testo ben scritto, il leghista ultra cattolico é riuscito a infilare la nota “di parte”, vanificando in un amen il messaggio di un luogo simbolo, patrimonio dell’umanità:

Sant’Anna di Stazzema e la commossa, sentita commemorazione che si è tenuta oggi ci esortano a non chiudere gli occhi davanti agli eccidi del nostro tempo. Come in Nigeria, dove a causa dell’islamizzazione forzata i villaggi e le chiese (16 mila, dal 2000 ad oggi) vengono bruciati, le donne sono vittime di abusi indicibili e oltre 11 mila persone di religione cristiana sono state uccise in otto anni.

Islamizzazione forzata. Punto. Un solo esempio. Mirato.

Avrebbe potuto aggiungere, che ne so, un cenno a quel che stanno facendo in America i suprematisti bianchi della Virginia o ricordare cosa é successo a Srebrenica, perché la violenza si censura senza latitudini o etichette.

Macché: al posto dello spirito di Sant’Anna ha preferito fomentare la narrazione del nemico, insistere sulla crociata, opporre fazioni e ottusa ideologia, odio e divisioni alle suppliche di pace e tolleranza.

Quando si dice che non c’é peggior sordo di chi non vuol sentire

diritti, nuovi cittadini, welfare e sanità
ASP VITTORIO EMANUELE: chissà perché da destra sempre e solo attacchi.
La politica non si salva con le frasi a effetto, ma con il cuore e la passione di chi sente il privilegio, nei diversi ruoli, di rappresentare una comunità intera. Con la disponibilità di chi coglie il dovere di creare condizioni e occasioni per gli adulti del futuro. Con serietà, piedi per terra e coscienza di cosa vuol dire essere “cittadino”. Chi ama la politica cerca le persone, non le categorie. Chi ama la politica, prova a unire.- Stefano Cugini

polledri_girometta_aspGiornata di interrogazioni. Due, entrambe del centro-destra, tutte sull’accoglienza profughi gestite dalla nostra ASP: una della Lega, presentata col solito piglio da Massimo Polledri, l’altra di Forza Italia, affidata a un’imbarazzata Maria Lucia Girometta.

Ma andiamo con ordine:

polledriMassimo Polledri, riferendosi al protocollo firmato tra ASP, Comune, Questura e Prefettura per “un’accoglienza emancipante, in un percorso di integrazione e autonomia“, obietta di atti vandalici nel parcheggio – ovviamente riferendoli ai migranti accolti – lascia intendere modalità di presa in carico poco efficaci – “al di là del girare in bicicletta, fumare sigarette e oziare durante il giorno” e cerca il colpo gobbo, l’ammissione dell’utilizzo di personale che invece di assistere anziani e disabili, sarebbe destinato ai profughi.

giromettaMaria Lucia Girometta si spinge oltre, con un book fotografico che a suo dire dimostrerebbe un “parcheggio invaso dai rifiuti“, “panni e coperte stese“, “problemi di igiene, decoro, sicurezza“, stranieri che “non rispettano le regole di civile convivenza“. Il Vittorio Emanuele trasformato nei bassifondi di Calcutta, insomma.

Il mondo al contrario. Nelle ultime settimane noi denunciamo con forza la situazione di alcune strutture in cui c’è sovraffollamento, sporcizia, persone in canottiera, calzoncini e infradito in pieno inverno che rincorrono e mangiano nutrie per la fame e niente, da Lega e Forza Italia nessuno leva un dito.

Libertà pubblica il reportage di due visite a sorpresa, una dove si trova degrado e disprezzo per l’umana condizione, l’altra che svela “attenzione e cuore“, “familiarità e cura” e loro che fanno? Scattanti come centometristi olimpici preparano interrogazioni/denuncia su Asp, quella dove “la dignità non é morta” e ci sono “giornate piene“, “educatori che accompagnano“, “un progetto sociale“.

Che dire, l’ennesima dimostrazione di enorme fastidio verso questo Vittorio Emanuele che funziona, risana i conti, aumenta i servizi, inaugura locali e appartamenti, assume personale, si coccola i suoi ospiti anziani e disabili e cerca pure di metterci quella professionalità nella presa in carico di esseri umani deportati – perchè oggi di questo si tratta – che ad altri manca.

Misteri della vecchia politica. Peccato che anche stavolta i detrattori hanno sbagliato bersaglio.

lega-nordObiezione vosto Onore! L’accusa cerca di influenzare la giuria!” Quando mi ricapita di esclamare in aula una battuta da film americano così!

Mi ha dato lo spunto proprio Polledri, in deficit di onestà intellettuale, pronto a rifilare la colpa di qualsiasi evento a “quegli” ospiti, incurante (o forse contento) di creare allarmismo sociale e discriminazione.

Piccoli episodi di vandalismo e furtarelli nel parcheggio del Vittorio Emanuele non sono mai mancati, ma come non era giusto prima – senza prove – puntare il dito contro il SERT giusto dall’altra parte della strada, è sconsiderato accusare per partito preso i profughi adesso.

Tanto quanto insistere sul fatto che passino le giornate nell’ozio, con le mani in mano, anche dopo avergli dimostrato in quante e quali cose siano quotidianamente impegnati con ASP.

Nel solo mese di ottobre abbiamo coinvolto 43 persone nei corsi di italiano organizzati dal CPIA e impegnato tutte le restanti in corsi interni con 4 insegnanti volontari. Per quanto riguarda le attività di volontariato, abbiamo una squadra ASP di 11 persone per la cura del verde e la piccola manutenzione (tinteggiatura, montaggio e smontaggio mobili ecc…), oltre a un gruppo di donne che gestisce lai distribuzione dei capi di vestiario per tutti i cittadini stranieri accolti e altre 21 persone inserite nel patto con il Comune di Piacenza per opere di diserbo manuale delle vie del centro e dei parchi giochi, secondo la mappa fornita dagli uffici comunali – settore ambiente.

Per intenderci:

  • Lunedì 3 ottobre diserbo nei pressi della Scuola Giordani e in Stradone Farnese;
  • Martedì 4 ottobre diserbo in Piazza S. Antonino e Parcheggio Cavallerizza.
  • Mercoledì 5 ottobre diserbo in Piazza S. Antonino , in Vicolo Chiostri e Via San Vincenzo.
  • Giovedì 6 ottobre diserbo in Via San Giovanni, Via delle Asse; in Via Molineria San Giovanni, Via Campagna, Via San Sepolcro.
  • Venerdì 7 ottobre diserbo in Via Taverna, Viale Malta; in Via Castello, Via Maddalena.
  • Lunedì 10 ottobre diserbo in Via Gazzola, Via Santa Margherita, Via San Marco; Via Mazzini.
  • Martedì11 ottobre diserbo in Via Cittadella, Via Bertè; Via Baciocchi, P.zza Cittadella.
  • Lunedì 17 ottobre diserbo in via Pozzo, via Torricella, via Tibini; via Madoli, via Sansone, via Alberoni; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio.
  • Martedì 18 ottobre diserbo in Via Benedettine, via Giordano Bruno; via della Ferma, via Montagnola; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio.
  • Mercoledì 19 ottobre diserbo in Via Leonardo da Vinci, Via Passerini; giardino/parco di Via Santa Franca.
  • Giovedì 20 ottobre diserbo in Via XXIV Maggio, giardino/parco di Via Santa Franca.
  • Venerdì 21 ottobre diserbo in Via Boselli, giardino/parco di Via Caduti sul Lavoro.
  • Lunedì 24 ottobre giardino/parco di Via Caduti sul Lavoro.
  • Martedì 25 ottobre diserbo in Via Sanzio, Via Lanza Via Grandi, Via Rogerio; giardino/parco di Via Caduti sul Lavoro.
  • Mercoledì 26 ottobre diserbo in Via Montebello Via Pavia, Via Serravalle Libarna, Via Pizzi; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio angolo Via Santa Franca.
  • Giovedì 27 ottobre diserbo in Via Asti, Via Casteggio, giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio angolo Via Santa Franca.
  • Venerdì 28 ottobre diserbo in Via Stradella, Via Broni; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio angolo Via Santa Franca.
  • Sabato 29 ottobre un gruppo di ragazzi ospitati presso la struttura di via Scalabrini al piano terra accompagnati dagli educatori ha partecipato insieme ai volontari del gruppo piacentino di Legambiente alla pulizia, raccolta differenziata e pulizia del parco di via Molinari e del piazzale antistante al campo sportivo della società sportiva Libertas Piacenza.

Nonostante tutto, imperterrito, ha provato a far passare – un’altra volta ancora – l’altra leggenda metropolitana per cui in ASP toglieremmo personale dalle cure ad anziani e disabili per dedicarlo ai profughi.

Il Comune di Piacenza NON utilizza, per la gestione dei richiedenti asilo, personale dedicato ad anziani e disabili. La prima volta che mi è stata fatta questa domanda ho accettato di buon grado che fosse “legittimo immaginare” questa situazione. Dalla seconda volta in avanti è solo bieca strumentalizzazione, una balla colossale a cui spero di essermi opposto per l’ultima volta.

Maria Lucia Girometta mi ha dato l’idea di rappresentare idee di altri. Troppo lontana questa interrogazione dalla sensibilità personale della consigliera, dalla quale mi dividono molte posizioni ideologiche, ma che stimo come brava persona, educata e di cuore.

Mi ha stupito sentirla presentare un documento triste, esempio dello scadimento del confronto politico che sembra non avere limite, tutto incentrato sulle presunte condizioni di degrado del cortile interno al Vittorio Emanuele, dove ci sono le strutture che ospitano i richiedenti asilo.

  • Per colpa dei profughi il parcheggio è invaso dai rifiuti

RISPOSTA: in Asp ci sono 200 ospiti incontinenti. 3 ausili + 1 traversa monouso al giorno fanno circa 800 pannoloni usati, a cui aggiugere gli scarti di 500 pasti, i mobili da eliminare, le attrezzature sanitarie dismesse, i girelli e le carrozzine da buttare. Se si fotografa lo stato del cortile, area smaltimento rifiuti, prima del passaggio di IREN, il quadro è questo. Si può immaginare il contributo dei profughi quanto può incidere su questa mole di sporcizia!

  • Con i profughi ci sono panni e coperte stesi sulle recinzioni, e quindi degrado e problemi di igiene

RISPOSTA: Vero. In realtà ora non più, li abbiamo dotati di stendi biancheria. Si tratta comunque di panni puliti! Santo cielo, ma nessuno di voi è cresciuto nelle case popolari quando da bambini ci divertivamo a correre tra le lenzuola stese sui fili tirati tra un palazzo e quello vicino, sostenuti dai pali di legno? Avrei voluto vedere le massaie che ci rincorrevano urlanti per evitare che sporcassimo panni puliti giocandoci in mezzo, cosa avrebbero fatto allo sventurato che si fosse permesso di parlare di degrado, decoro, igiene pubblica! Ah, altri tempi…

Dico, ma è mai possibile arrivare a questo livello di intolleranza? Può esserci vera convinzione in questi attacchi privi di senno, o sarà solo voglia di allarmare il prossimo per alimentare quella tensione tanto utile quanto più ci si avvicina alle elezioni?

Continuate così. Al senso di responsabilità ci pensiamo noi.

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diritti, in evidenza, nuovi cittadini, welfare e sanità
PROFUGHI: tra chi parla e chi fa
La politica deve essere operaia, fatta di esempio e sacrificio. Senza il primo non c’è credibilità. Senza il secondo manca la spinta al miglioramento.- Stefano Cugini

polledri-ruggito-del-coniglioA Massimo Polledri piace liquidare questioni serie con espressioni al vetriolo e prese in giro, offrendo spesso contorni caricaturali dell’avversario di turno.

Così se io seguo una sua “ronda” al Quartiere Roma sono “Gatto Silvestro” e quando sollevo il problema dei minori non accompagnati, son “pane e volpe“.

Se ci mettiamo di punta contro una gestione incoerente dell’accoglienza dei profughi sul territorio, il nostro è il “ruggito del coniglio“.

Furbo lui, scemi tutti gli altri.

D’altro canto, acqua di rose per uno che il segno del suo passaggio romano lo ha lasciato soprattutto per aver dato prova di discriminazione (agli annali le offese a una deputata in sedia a rotelle e l’ammiccamento macho/sessista a un’altra collega – «se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te»), omofobia e razzismoL’omosessualità è una condizione di infelicità che può essere reversibile», «Se i miei figli fossero gay non sarei contento, sarebbe come se mia figlia mi dicesse mi faccio suora o mi sposo con un marocchino. Anzi, questo sarebbe uno dei peggiori casi che possano capitare») Wikipedia per credere.

maroni-profughi-repubblicaLa fa semplice, lui, al riparo dei suoi tre mandati parlamentari, due da deputato e uno da senatore, con vitalizio e privilegi vari in saccoccia. Belli gli slogan, vero Massimo?

Per curiosità, dov’eri quando il tuo governo ha prodotto la Bossi-Fini, in materia di immigrazione? Perché l’hai votata, ti ricordi?

Dagli scranni del Parlamento, lato maggioranza, cosa hai fatto allora per “mandare tutti a casa” e assicurarti che questo vostro illuminato programma politico fosse concreto e non piuttosto aria fritta da imbonitori di piazza?

Cosa hai detto al tuo ministro e collega di partito Maroni quando sosteneva pari pari il concetto della ripartizione tra territori, al grido di «tutti devono accogliere profughi e clandestini»?

 

Se davvero il nostro è il ruggito del coniglio, perché tu non la smetti di fare il leone da tastiera e vieni con me?

Portami al Consolato albanese, vieni con me in Questura la notte a dire NO come consiglia il tuo segretario federale Matteo Salvini. Dimostra che quello che dici non sono cazzate sparate al vento ma conquiste possibiliAccompagnami in giro e rischia con me denunce varie. Tu magari nemmeno quelle, con lo status perenne di ex parlamentare, vero?

Fino ad allora, continua pure a divertirti sull’altrui lavoro e sulla fatica di chi non può nemmeno contare su un centesimo della tua esperienza. Magari però ripassa con il tuo amico Bitonci, lo sceriffo ex Sindaco di Padova, appena silurato dai suoi. Vatti a rivedere quanto è stata efficace, al netto dei proclami celoduristi, la sua azione autoritaria, tutta volta alla tensione sociale, alla divisione, all’esclusione, in disprezzo cioè della complessità delle relazioni umane.

Un trionfo, nevvéro?

 

nuovi cittadini, partecipazione, rassegna stampa, società
ASP. Chi sa, fa. Chi non sa, scrive balle e lancia falsi allarmi!
La politica deve essere operaia, fatta di esempio e sacrificio. Senza il primo non c’è credibilità. Senza il secondo manca la spinta al miglioramento.- Stefano Cugini

Vittorio EmanueleFarla semplice è una dote. Banalizzare è invece indice di pigrizia mentale o ipocrisia.

libertà 21 lugliolibertà 21luglio (2)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è una politica che ha fatto il suo tempo. E che deve andare a casa. È quella della polemica continua e pianificata, quella della delegittimazione a prescindere del lavoro degli altri. Chi, come me, vive la prima esperienza politico/amministrativa, fatica ad accettarlo, eppure resistono quelli che se la cantano e se la suonano su questa linea per nulla virtuosa. È un brutto atteggiamento, che contagia anche le nuove leve e fa perdere un sacco di tempo. Oggi c’è da parlare meno, studiare di più e agire meglio, per risalire la china e riparare i danni dei troppi che per anni si sono impegnati poco e pure male.

A Piacenza, gira che ti rigira, torna sempre in ballo Asp. Nell’ultimo consiglio comunale ho risposto all’ennesima interrogazione, stavolta di Forza Italia.

Se ne facciano una ragione: i conti tornano, gli impegni sono rispettati, i servizi aumentano e la soddisfazione è grande. Non è che a ripetere in continuo le solite domande, si può sperare di avere responsi diversi.

A stretto giro arriva la “sentenza” di Massimo Polledri. È il turno della Lega Nord, che tira in ballo lo sfratto, a suo dire improvviso, dei Nati Stanchi dai locali del Vittorio Emanuele per far spazio, parrebbe, ai profughi.

Lo schema del consigliere Polledri è un cliché noto in casa Lega Nord: si prende un argomento, lo si estrapola dal contesto, si riducono le informazioni all’osso, incuranti di alterare il dato di realtà e si dà il tutto in pasto all’opinione pubblica.

Come quegli uccelli che nutrono i piccoli masticando prima il cibo fino a renderlo poltiglia. Di questo stiamo parlando, di melma creata ad arte sul presunto sfratto improvviso dei Nati Stanchi dai locali del Vittorio Emanuele, per far spazio – si dice – ai profughi.

E allora andiamo con ordine. Prima di tutto, la sede occupata dal 2002 (ma quali 51 anni!) da una fra le più meritevoli associazioni di cui Piacenza può vantarsi, non è tornata nelle disponibilità di Asp perché destinata all’accoglienza dei migranti, cosa non vera, ma all’ampliamento della comunità minori non accompagnati.

Come Polledri sa, non foss’altro perché la cosa è stata spiegata più volte (anche nella commissione welfare che presiede e non riesce a portare a termine), la presa in carico di chi non ha raggiunto la maggiore età, straniero o italiano non importa, è un dovere di legge in capo ai Comuni.

Siamo di fronte a numeri in costante aumento e io stesso ho più volte pubblicamente lanciato l’allarme, tanto a livello locale, quanto regionale e nazionale.

Nemmeno per noi è stato facile prendere questa decisione ma con quale motivo di interesse pubblico avremmo giustificato il costo di affitto di un’altra struttura per adempiere a un obbligo di legge, avendone una di proprietà contigua al medesimo servizio che dobbiamo obbligatoriamente sviluppare?

Quando Polledri parla di sfratto senza dilazione è nel torto. Si è informato male o le spara tanto per spararle? Proprio perché riconosciamo il valore dell’attività dei Nati Stanchi, abbiamo più volte prorogato l’uscita e il collega Bisotti, pur senza obblighi di legge in capo al Comune, si è impegnato al massimo per trovare una soluzione alternativa che, come poi è avvenuto, soddisfasse appieno le esigenze del sodalizio.

Nel mentre nessuno è stato lasciato senza casa, dato che Asp ha messo a disposizione la propria sala cinema di via Campagna, oltre a un magazzino per il ricovero degli arredi, in attesa del trasferimento nella nuova sede, i depositi della legna e l’orto che tuttora curano.

La cosa peggiore è leggere, ancora una volta, l’accusa di snaturare Asp, privilegiando l’accoglienza de profughi all’assistenza ad anziani e disabili.

Qui siamo nel campo dello sciacallaggio politico bello e buono, ai limiti della calunnia. Dato che Massimo Polledri è persona scaltra e navigata, e considerato il numero di chiarimenti sul tema, si può trattare solo di strumentalizzazione.

D’altronde, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Lo dico chiaro ai piacentini: nessun locale di Asp sarà mai sottratto ai nostri anziani e ai nostri disabili. Prova ne sia che l’appartamento del caso era adibito a sede dei Nati Stanchi, non a ospitare gli ospiti della Casa di cura. Nessuna unità di personale di Asp sarà mai distolta dai compiti tradizionali per dedicarsi ai profughi.

Con regolare gara europea la gestione dei richiedenti asilo è stata affidata a un soggetto terzo, mentre Asp sarà impegnata per gli adempimenti burocratici e il coordinamento del servizio.

Mi chiedo le ragioni profonde per cui ogni occasione diventa funzionale a qualcuno per gettare fango su Asp e sull’Amministrazione.

So di ripetermi, ma è tempo di scelte, complesse e coraggiose. Lo dico con la serenità di chi opera davvero per il bene comune, cercando il meglio possibile per tutti, Nati Stanchi compresi.

Capisco il disagio momentaneo, causato da una burocrazia di cui il Comune è la prima vittima, ma anche questo va inserito in un contesto più ampio, fatto di priorità da mettere in ordine. I responsabili dell’associazione, volontari dall’animo grande, sono i primi a capirlo e non hanno certo bisogno di improvvisati difensori d’ufficio.

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curiosità, rassegna stampa, società
COMMISSIONE WELFARE: Lo sai che non sono riusciti a “smontare” i tuoi servizi sociali?

Che dopo quasi un anno di commissione ‪#‎welfare‬, mesi di lavori, audizioni, documenti, richieste e chi più ne ha più ne metta, ora, nell’evidente imbarazzo di non riuscire a fare sintesi, si provi a girare la frittata dicendo «non ci hanno consentito di pensare a dove tagliare» è tragicomico.

Già solo la richiesta di proroga la dice lunga sull’efficacia dello strumento. Eh si, perché eccola qui la nobile complessità. Sembrava così semplice “leggere” il ‪#‎welfare e decidere dove sforbiciare.

«Serve un approccio aziendalista! Bisogna limitarsi a quello che impone la legge. Basta sprechi!» Ne ho sentite molte di queste perle dai consiglieri di opposizione. Ci sono stati chiesti dati e abbiamo dato dati, ci sono state fatte domande e abbiamo risposto.

E ora? L’empasse… Dura ammettere che quattro mesi di analisi alla ricerca delle falle di una gestione ne hanno invece rivelato le virtù, vero?

In pieno conflitto di interessi, concordo con la consigliera Reggiani: stiamo facendo i miracoli. Guai a rallentare, volare basso e schivare i sassi, alzare sempre l’asticella. Tutto doveroso. Ma stiamo facendo i mi-ra-co-li.

commissione welfare polemica politica

commissione welfare

Spiace però che altri consiglieri di minoranza (persone serie e appassionate peraltro) riescano a sostenere che la commissione è nata  «per tagliare alcuni costi del welfare» e allo stesso tempo lamentare la mole di documenti ricevuta e dire che non tocca a loro «interpretare i dati, contabilizzarli», ma «dare principi, essere propositivi, non indagare», perché «non abbiamo la bacchetta magica».

Ne esce un quadro abbastanza chiaro del livello di consapevolezza e assunzione vera di responsabilità

commissione welfare2

Che dire: benvenuti nel mondo reale dove, oltre le carte, c’è la vita delle persone in carne e ossa.

 

 

 

 

 

 

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nuovi cittadini, partecipazione
PORTA GALERA. Per la Lega è “Cugini Gatto Silvestro” :-)
In politica vanno di moda quelli che sono “fedelissimi” di qualcun altro (che poi il “qualcun altro” cambi nel tempo è discorso a parte); io invece sono fedele ai valori che mi ha trasmesso la mia famiglia e alle idee che mi sono formato crescendo. E sono leale con chi è coerente nell’interpretare queste idee e questi valori.- Stefano Cugini

gatto-silvestroPiacenza‬ é medaglia d’oro al valor militare, é terra di ‪#‎resistenza, sacrificio, solidarietà.

Ho seguito tutta la ‪#viacrucis della #leganord. Da orgoglioso rappresentante di un’amministrazione che si sta impegnando molto e gira per queste strade a testa alta. Altissima.

Dal Carroccio zero proposte, tanti slogan, voglia di dividere. Non basta che gli organizzatori dicano che è stata una manifestazione pacifica. Ci mancherebbe altro!

C’è che le parole pesano e cantare in coro “boia chi molla” è da fascisti; fare “uhhh uhhh” a dei ragazzi di colore in via Roma è da razzisti; allontanare da una panchina dei ‪#‎giardiniMerluzzo‬, con un inequivocabile “fatti i c…i tuoi“, una mamma (straniera) con neonato in braccio, solo perché un giovane padano deve salire sul muretto per bofonchiare al megafono è da prepotenti.

boia chi molla lega

Non ci siamo gente. Vergogna!

La ‪#‎democrazia‬ è imperfetta e richiede tanta maturità. Ammiccare a un passato tragico, proponendosi come risposta per il futuro è legittimo ma inquietante. E io, convinto, ai vostri antipodi.

Poi ci mancava pure Gatto Silvestro. Non mi sento Gatto Silvestro, né poliziotto ombra (come mi ha definito Tommaso Foti): solo persona per bene. Hanno invitato la gente onesta e io mi sono presentato. Forse ho frainteso e non ho capito che volevano solo quelli che apprezzano la Lega.

Mannaggia! Però fatico a capire tanta agitazione per la mia presenza pacifica e silenziosa.

via crucis lega

Il Sindaco sul territorio ci vuole sempre, nei momenti di festa e quando c’é da prendersi le critiche. Dalla nostra, la tranquillità di poterci mettere la faccia per un impegno sotto gli occhi di tutti.

centro famiglie2 centro famiglie

 

 

 

 

Eccola qui la nostra contro manifestazione: bambini e famiglie in festa ai ‪#‎giardiniMargherita. Questa è la risposta più bella.

Non é che questa linea dá fastidio a chi, tra la gente, in effetti si vede solo per qualche spot di propaganda?

 

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