FATTO! Carcere, rivoluzionato il CLEPA: lo voglio più snello e operativo
La politica non si salva con le frasi a effetto, ma con il cuore e la passione di chi sente il privilegio, nei diversi ruoli, di rappresentare una comunità intera. Con la disponibilità di chi coglie il dovere di creare condizioni e occasioni per gli adulti del futuro. Con serietà, piedi per terra e coscienza di cosa vuol dire essere “cittadino”. Chi ama la politica cerca le persone, non le categorie. Chi ama la politica, prova a unire.- Stefano Cugini

carcere arancioCarcere di Piacenza. Il Governo ci aveva chiesto un progetto in un mese. In meno di 30 giorni abbiamo fatto di più: ci siamo dati una nuova forma, un metodo e una visione complessiva.

Ieri si è ufficialmente insediato il nuovo CLEPA (Comitato Locale Esecuzione Penale Adulti), che riunisce tutti gli enti e le associazioni del territorio impegnate sul tema della popolazione carceraria.

La presidenza di questo coordinamento è in capo al Comune di Piacenza, nella figura dell’assessore ai servizi sociali, in virtù della titolarità sulle iniziative afferenti il Carcere inserite nella programmazione sociale dei Piani di Zona locali.

Parola d’ordine: operatività. Si è pensato a un contenitore capace di sterilizzare il rischio di autoreferenzialità, a un organismo snello nella composizione e reattivo nella programmazione, capace di intercettare solo quei progetti che hanno un effettivo vantaggio per i detenuti. Tutti i soggetti coinvolti hanno colto e condiviso il senso di questa impostazione.

La sfida sta nel dimostrare che pur riducendo della metà la composizione numerica, si può valorizzare l’inclusionedare visibilità a chiunque abbia un’idea utile. Poche persone con l’onere di portare la voce del territorio e spazio ai tecnici per mettere in pratica le linee di indirizzo. Tempi certi e tappe predefinite.

Avanti con proposte concrete, dunque. Tre i filoni sui quali convergere:

  1. sport/cultura
  2. formazione lavoro
  3. scuola

Questo, prevalentemente – ma non solo – per una questione di sano “egoismo civico“.

Siccome abbiamo a cuore il benessere della comunità, crediamo che umanizzare le condizioni di detenzione e fornire occasioni di socializzazione e formazione professionale sia il modo migliore per traguardare il vero reinserimento. Confidiamo nella possibilità di riscatto umano e pensiamo che solo restituendo soggetti non marginalizzati e reduci da una reclusione priva di stimoli si possa sperare di ridurre i rischi di recidiva, di limitare il numero di chi vedrà ancora nella delinquenza l’unico modo per tirare avanti.

Chi ha sbagliato deve avere la possibilità di redimersi e di tornare a produrre capitale sociale e valore aggiunto per la collettività cui farà riferimento.

Il compito di creare queste condizioni spetterà, oltre al Comune di Piacenza (anche per il tramite del Garante dei diritti delle persone private di libertà) e al Direttore della Casa circondariale, alle rappresentanze di Provincia, Prefettura, Asl, scuola, associazionismo, cooperazione, mondo dello sport.

Particolarmente significativo l’ingresso nel CLEPA della Fondazione di Piacenza & Vigevano, che ho inteso quale soggetto da inserire a pieno titolo nelle fasi di valutazione della progettualità e non semplicemente come destinatario delle richieste di finanziamento ex post.

Tornando ai progetti, non solo si è convenuto di rimettere in circolo quelli consolidati per valutarne punti di forza e criticità nella logica di premiare la reale capacità di fare rete tra associazioni.

Il vero scatto in avanti viene dalla nuova progettualità, mai come ora ricca e interessante.

Si va dall’agricoltura sociale ad alcune ipotesi di imprenditoria intramuraria già ben strutturate, passando per l’attività sportiva organizzata.

Il filo rosso che tiene tutto è la convinzione di trasferire valori, cultura dello studio e del lavoro, del rispetto per sé e per il prossimo, occupando in modo produttivo tempi altrimenti morti e fornendo occasioni per un futuro migliore.

In tutto ciò trova il suo spazio anche il progetto di attivazione dei laboratori artigianali di cui già si era parlato con i Sottosegretari Ferri e Reggi durante la loro visita del 29 aprile.

Quella discussa ieri ci è sembrata una gran bella proposta, che mira a fornire un’adeguata “cassetta degli attrezzi” ai futuri dimittendi, per inserirsi nel mondo del lavoro con competenze adeguate.

Il settore di riferimento sarà quello edile: la partecipazione e il superamento dell’esame finale permetterà di acquisire Certificati di Qualità o di Competenza, previsti dalla Regione Emilia Romagna e riconosciuti in tutta l’area UE. Ora è il turno degli esperti, che si troveranno nei prossimi giorni per valutare tutti i parametri più tecnici e operativi.

Il concetto di sussidiarietà deve essere riempito di contenuti tangibili, altrimenti resta solo un termine chic per i programmi elettorali.

A prima vista, siamo sulla strada giusta.

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