Meglio tardi che mai…
Il titolo del giornale fa sembrare l’esatto contrario del contenuto, ma la sostanza sta nel cambio di rotta dell’amministrazione che, smentendo se stessa, va in continuità con chi c’era prima e decide davvero per il bene del territorio, mantenendo in capo ad Asp la gestione dei profughi.
Altro tabù (fortunatamente) sfatato. Altro caposaldo della campagna elettorale della destra caduto sotto i colpi del buonsenso: suggerito, difeso e infine ascoltato.
Anni di attacchi, la fine del protocollo di accoglienza profughi come fiore all’occhiello della propaganda leghista che parla alla pancia come pochi altri e ora, costretti ad accettare il fatto che governare é un po’ diverso da sparar panzane qualunquiste, la forzata presa d’atto che chi c’era prima non era un buonista stolto e connivente con il business dell’immigrazione, ma un amministratore serio che ha provato a usare gli strumenti a sua disposizione per fare il meglio possibile al momento a favore dei suoi cittadini.
Mi torna alla mente, tra le tante dichiarazioni, l’intervista doppia che Thomas Trenchi ha fatto a maggio a me e a Luca Zandonella, dove il futuro assessore, sulla questione, si credeva molto sicuro. (guarda il video, minuto 2:35).
Non bastasse, tra la copiosa rassegna stampa, ecco le dichiarazioni in consiglio comunale di un altro leghista rampante:
Davide Garilli (Lega) invece dice chiaramente di non avere “intenzione di rimangiarsi quanto detto in campagna elettorale. Abbiamo detto che questo servizio doveva essere eliminato” (PiacenzaSera, 18 settembre 2017)
Anche Libertà (19 settembre) riportava la stessa linea:
E la Lega Nord che in aula marca il territorio (…) ribadendo poi quanto scritto nero su bianco sul programma elettorale: «L’Asp deve eliminare il servizio di accoglienza dei richiedenti asilo».
D’altronde, solo gli stupidi non cambiano mai idea. Incoerenza per una volta virtuosa.
Chissà però cosa ne pensano i piacentini che hanno votato Lega proprio convinti che magicamente sarebbero spariti i clandestini brutti e cattivi… 😉
Parlare di provocazione dopo le affermazioni su chi ospita migranti, che nemmeno un probabile colpo di calore possono giustificare, è una toppa peggiore del buco.
Io penso che il Partito Democratico, specie ora che vive una fase di crisi che solo il tempo dirà se irreversibile, abbia l’obbligo morale di prendere distanze non solo formali da stupidaggini come questa, su un tema che per ampiezza, gravità e complessità non va certo sottostimato ma nemmeno affrontato con vocabolari che non ci appartengono.
La responsabilità con cui si interpretano i valori che fondano una comunità di persone deve tornare a essere qualcosa che distingue chi in quella comunità ha senso che esprima il suo impegno politico e chi invece é buona cosa che ne stia alla larga.
Il modo in cui si affronta la questione non è banale. I cittadini sono allo stremo della sopportazione non tanto per i numeri, quanto per il fatto che si sentono scalzati da altri nella concessione di privilegi e nel riconoscimento dei diritti.
Quando ero assessore ho sempre detto che il grande errore della politica del governo è di non fare niente per tenere agganciati due concetti base come quelli di solidarietà umana ed equità sociale. Ho preso posizioni scomode e che dalla mia parte non tutti hanno gradito o compreso.
Un conto è il sacrosanto dovere di alzare i toni con il proprio partito e il governo, è proprio questo che deve fare un Sindaco. Altra cosa è proporre soluzioni (ammesso che siano perseguibili) che colpiscono direttamente i cittadini e le loro scelte di solidarietà. La battaglia perché non ci sia accoglienza indiscriminata, sparametarata nei numeri o non si riconoscano diritti e privilegi ai richiedenti asilo sottraendoli ai cittadini va fatta in altro modo e con altri interlocutori.
Chi si è candidato e ha l’onore di fare il Sindaco o comunque l’amministratore, ha una quota di responsabilità in più. Se ha scelto di rappresentare certi principi e si è iscritta a un partito, le questioni deve affrontarle con prese di posizioni coerenti.
Troppo facile rincorrere le paure. Vuol farlo? Liberissima, ma esistono altre forze politiche che meglio si addicono a quel modo di porsi.
Voglio un partito dall’identità chiara, in cui capire al volo se posso riconoscermi o se devo cercare altrove chi mi rappresenta. Il Sindaco di Codigoro non lo fa: o io o lei nel PD stiamo sbagliando casa.
Blitz dei Carabinieri all’ex mercato ortofrutticolo: 16 pattuglie e un bel ripulisti da occupanti abusivi e disgraziati vari.
Dalla Prefettura, con piglio autoritario, la disposizione al Comune affinché
“intervenga con urgenza per bonificare i siti, attraverso una radicale pulizia e con le chiusure degli accessi, ove necessario, per evitare occupazioni abusive”. “Vengano effettuati con immediatezza gli interventi di pulizia degli immobili dove la sporcizia e il degrado sono intollerabili”.
Siamo al collasso della coerenza. Ormai è tale e tanta la facilità con cui, non solo gli oppositori politici in fibrillazione da campagna elettorale, ma pure gli interlocutori istituzionali si accaniscono contro il quotidiano impegno di chi amministra, che sorprendersi diventa perfino inutile.
Facile parlare quando non si deve rendere conto direttamente ai cittadini.
Ma come, quando siamo noi a chiedere controlli e rigore sui soggetti gestori dell’accoglienza profughi, quando supplichiamo interventi per ripristinare la decenza dopo che i sopralluoghi dell’AUSL svelano condizioni da far accapponare la pelle, quando lamentiamo le falle di un meccanismo che permette alle prefetture di espellere soggetti dai percorsi e trasformarli in fantasmi che vagano in città senza più possibilità di controllo (e vanno a rifugiarsi all’ex mercato ortofrutticolo!), nessuno ci ascolta.
Anzi, proprio dalla Prefettura sale alta l’irritazione per l’assessore che non smette di creare problemi e il Comune che non sta al suo posto. I verbali diventano inaccessibili, gli esposti alla Procura scompaiono nei cassetti, la collaborazione e lo scambio di informazioni si interrompono e, soprattutto, chi è stato colto sul fatto a tenere persone tra sporcizia e blatte, ne esce candido come un bimbo appena nato.
Quando invece si scopre un lenzuolo fuori posto in Asp ecco scattare una relazione veloce come il fulmine o la visita – nientepopodimeno – delle Nazioni Unite. Quando si trovano abusivi in locali comunali di cui sono stati forzati gli accessi, ecco senza indugio la forte presa di posizione pubblica.
E’ necessario il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza cittadina, attraverso telecamere dotate del sistema di lettura delle targhe degli autoveicoli che, laddove realizzato, sta sortendo ottimi risultati”. “La Polizia municipale, oltre a offrire la dovuta collaborazione deve mettere a disposizione almeno nei fine settimana pattuglie notturne per la rilevazione degli incidenti stradali”
Ma si! Avanti con la fiera delle ovvietà. Chissenefrega se tutti questi bei consigli pesano sulle tasche dei piacentini! Tanto, mica è un problema della Prefettura il bilancio del Comune.
Ci ricordi piuttosto con quale efficacia ha trasferito al Ministero la nostra richiesta di poter disporre dei militari per le pattuglie miste su strada. Se non mi tradisce la memoria, l’illustre Sig. Prefetto nell’occasione ha preferito raccomandare ai cittadini di farsi la porta blindata e mettere le inferriate alle finestre.
Che dire delle pattuglie notturne di Polizia Municipale? E chi le paga? La Prefettura forse? Certo che no, sempre i piacentini. Vorrà dire che sospenderemo qualche assegno di cura ai disabili o l’integrazione rette per le case di riposo per gli anziani per far saltare fuori i soldi che ci chiede il Prefetto.
Poi magari, arriverà pure il momento in cui il legislatore si deciderà una volta per tutte a dirimere la questione, perché gli agenti di Polizia Municipale non possono essere trattati da poliziotti o impiegati in divisa a seconda delle occorrenze. Se si equiparano alla Polizia, devono averne tutte le tutele e le prerogative. Altrimenti si lasci alle amministrazioni la reale possibilità di impiegarli nei compiti strettamente attinenti alle loro mansioni. In questo, piena solidarietà ai sindacati.
Come si può facilmente leggere sul sito, a livello provinciale la figura del Prefetto è caratterizzata da un duplice ruolo: egli, infatti, è preposto all’attuazione delle direttive ministeriali e al coordinamento delle forze di polizia, ed è anche responsabile provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Ancora una volta la denuncia di una situazione di scaricabarile intollerabile spetta a questo rompiscatole di un assessore. Quanto mi piacerebbe la solidarietà di tutte quelle forze politiche sempre pronte a sbraitare nei comunicati ma così deferenti quando ci sarebbe invece da prendereposizione concreta e solidale a difesa del territorio, come abbiamo fatto noi.
Ma questa è utopia. In generale. Figuriamoci sotto elezioni.
In politica vanno di moda quelli che sono “fedelissimi” di qualcun altro (che poi il “qualcun altro” cambi nel tempo è discorso a parte); io invece sono fedele ai valori che mi ha trasmesso la mia famiglia e alle idee che mi sono formato crescendo. E sono leale con chi è coerente nell’interpretare queste idee e questi valori.- Stefano Cugini
Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta.- Dante Alighieri, Inferno, canto III
Mi ripeto, con la preoccupazione di chi, nel nome della sacrosanta alternanza democratica, corre il rischio di essere amministrato da questi produttori seriali di banalità.
Chi guida una città deve agire conoscendo le leggi, i “si può” e i “non si può”. Ci vuole concretezza e onestà, perché col “piove governo ladro” non risolvi i problemi dei tuoi cittadini.
A fare gli gnorri per entrare in empatia con l’opinione pubblica son buoni tutti. Ma va bene se fai opposizione. Amministrare comporta invece la disponibilità a far scelte impopolari e non immediatamente comprensibili se non spiegate.
Gli scienziatoni si sprecano ma poi la badila in mano per spalare la sanno tenere in pochi, quando arrivi al dunque. Il bene pubblico comporta responsabilità.
La sicurezza non la ottieni solo strillando. Non è questione di finti 💪💪 da mostrare, ma di da avere. O le hai, o non te le puoi far prestare.
La Lega Nord dice che quando governerà la città metterà subito fine alla convenzione Asp-Prefettura per l’accoglienza profughi, cioè sceglie di fare un favore ai gestori privati interessati solo ai soldi e non al rispetto delle regole, eliminando il più grande presidio di integrazione ben fatta, dove il riconoscimento della dignità umana è la premessa per l’insegnamento dei doveri. Se persone in queste condizioni non sono messe all’interno di un contesto educativo, è chiaro ed evidente che finiscano per delinquere.
Ne deduco che, tutti presi dagli slogan, non pensino di domandarsi di chi sia il merito se a Piacenza non avvengono fatti criminosi come altrove. Inutile lamentarsi di Mafia Capitale e poi voler togliere uno strumento che contrasta situazioni come quelle.
Siamo di fronte all’autodenuncia di incapacità amministrativa, dato che non capire che una gestione ben fatta significa sicurezza per la comunità è la strada migliore per rendere la città più a rischio.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società- Art. 4 Costituzione
L’Afghanistan é un Paese in guerra. Se quattro persone, tra cui due minori, scappano a piedi dalle loro case e si fanno mezzo mondo per finire nel cassone di un Tir all’Ikea di Piacenza, la mia coscienza mi dice di preoccuparmi del loro stato di salute.
Credo nel principio di “restare umani”, come premessa. Prima di consegnarli ai servizi sociali, di espellerli o di classificarli clandestini, potenziali terroristi e inneggiare alle dissennate politiche migratorie di Trump.
Da piacentino ringrazio i Carabinieri, uomini veri, dentro una divisa da onorare. Ciò detto, subito dopo penso ai cittadini esasperati, che hanno ragioni da vendere, lasciati soli dalla politichetta dell’eterna polemica tra populismo e buonismo.
Oggi la gente é vittima di un sistema senza credibilità, litigioso e diseducativo. Che da destra non sembri vero passare all’incasso su un simile argomento è nell’ordine delle cose. Mi chiedo invece quando a sinistra, dove ci si è battuti per la libertà, la lotta alle disuguaglianze, la solidarietà tra popoli, ci si darà una sveglia.
Che un sindacalista mi confessi, mesto, come ormai anche tra gli iscritti dire dei profughi sia tabù (“abbiamo imparato a non andare sull’argomento”), è un grave segno dei tempi. La colpa è di chi parla di “percezione” come se si trattasse di un’allucinazione collettiva, di chi non si espone, perché oggi si perde consenso a girare il dito in questa piaga, di chi si ostina a proporre un “vogliamoci bene” fatto solo di diritti e mai di doveri.
Il diffuso malcontento è figlio di un’accoglienza fatta di approssimazione, scaricabarile e presunti privilegi, che contrasta con il sentimento comune del cittadino italiano, schiacciato da fisco, burocrazia e inefficienze, in una realtà dove il merito si vede col binocolo e la giustizia va al rallentatore. Si aggiungano crisi e conflitti su scala planetaria, si mescoli il tutto e come si fa poi a non capire chi cerca nell’altro un nemico su cui scaricare colpe e frustrazioni.
È giusto? No! Sono razzisti gli italiani? Macché! L’accoglienza è un valore universale, laico, imprescindibile. Finché esistono spazi, risorse e possibilità di farla in modo dignitoso e armonico con la tenuta sociale di un territorio. Però é altrettanto un valore il diritto al buon vivere dei cittadini ospitanti, che non devono essere messi nelle condizioni di pensare che altri stiano ricevendo aiuto a loro discapito (cosa peraltro non vera).
Altro che “cambiare argomento”! Qui bisogna tornare a dialogare, dare risposte e soluzioni, per disinnescare la radicalizzazione ideologica, con le sue spinte xenofobe e nazionaliste. O la semplice, ma non meno preoccupante, incazzatura del pensionato che ne ha le scatole piene.
La sicurezza si ottiene in primis con regole chiare, il rigore di farle rispettare, sanzioni certe. Cose che un Comune non può fare da solo. A Piacenza, dall’inizio del fenomeno, abbiamo tenuto in equilibrio solidarietà umana ed equità sociale. Sulle battaglie che servivano, servono e serviranno l’amministrazione c’è da prima, con più forza e più efficacia di chiunque altro: parlano i fatti, sfido chi se la sente a confutarli nel merito. Ma c’é ancora tanto da fare.
Dopo la fiacca gestione Alfano, il nuovo inquilino del Viminale, Marco Minniti, pare aver intrapreso la strada nel senso e col piglio giusti. A livello locale finché potremo, continueremo a proporre una politica dalla schiena dritta, che ritiene inconcepibile desistere di fronte ai tanti muri di gomma. Perché poi, al netto del risultato finale, é il modo in cui si gioca la partita che qualifica gli interpreti.
Ci spaventano le cose che non conosciamo, ma a volte è meglio conoscere una cosa per provarne una sana e consapevole paura.- Stefano Cugini
Come per i minori stranieri albanesi, anche per i profughi adulti non smetterò di denunciare una situazione grave, che incide sulla mancanza di un sistema d’accoglienza di qualità.
Per i piacentini noi dobbiamo continuare a battagliare, mettendoci tutto il senso di responsabilità necessario, anche supplendo a quello che a volte sembra mancare ad altri, specie a chi dovrebbe garantirci sonni tranquilli.
Siamo al paradosso. Che la Prefettura disponga l’esclusione dall’accoglienza di un profugo in dimissione dall’ospedale in seguito a una crisi psicotica è intollerabile.
Già è grave che il Comune non sia stato avvisato tempestivamente del caso, figuriamoci poi la scelta di buttare in mezzo a una strada una persona affetta da una patologia, a lungo ricoverata e compensata con farmaci specifici, un soggetto potenzialmente pericoloso per sé e per gli altri, confezionando un limbo che lo trasforma da accolto a fantasma, appunto.
È inaudito che gli uffici territoriali del governo, cui spetta la supervisione dell’ordine e della sicurezza, responsabili dell’immigrazione, pensino di risolvere in questi termini una questione così delicata, scaricando costi, impegno e rischi sull’ente locale.
Chi crea problemi va tenuto d’occhio, non disperso tra la folla. Se si decide di allontanarlo dal progetto di accoglienza, si prendono accordi con Bologna o Roma per ricollocarlo, magari in un CIE (centri di identificazione ed espulsione).
Finiamola di dare addosso ai Comuni, diffondendo rischi, sfiducia, disordine e preoccupazione. Un allontanamento una tantum poteva servire da monito. Ora è una procedura di cui si sta abusando, un escamotage per liberare posti per altre accoglienze.
Ai piacentini non interessa avere chi elimina dalla contabilità i soggetti problematici per poter dire altri “si” quando il ministero chiama per le consegne.
Da amministratore non voglio fantasmi per le strade della mia città: senza controllo, senza regole, senza documenti. O aspettiamo che succeda qualcosa d’irreparabile per affrontare il problema con la giusta responsabilità e le dovute competenze?
«Il fatto spiegato da Cugini é stato ieri NEGATO dalla Prefettura».
Si può essere in disaccordo su molte cose, pure su tutto, ma quando una persona é seria e commenta dei fatti, é oggettiva. Siccome sono una persona seria, CONFERMO la ricostruzione della vicenda parola per parola.
Per fare buona politica non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie, la buona fede, la serietà e l’impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare.- Piero Calamandrei
Giornata di interrogazioni. Due, entrambe del centro-destra, tutte sull’accoglienza profughi gestite dalla nostra ASP: una della Lega, presentata col solito piglio da Massimo Polledri, l’altra di Forza Italia, affidata a un’imbarazzata Maria Lucia Girometta.
Ma andiamo con ordine:
Massimo Polledri, riferendosi al protocollo firmato tra ASP, Comune, Questura e Prefettura per “un’accoglienza emancipante, in un percorso di integrazione e autonomia“, obietta di atti vandalici nel parcheggio – ovviamente riferendoli ai migranti accolti – lascia intendere modalità di presa in carico poco efficaci – “al di là del girare in bicicletta, fumare sigarette e oziare durante il giorno” e cerca il colpo gobbo, l’ammissione dell’utilizzo di personale che invece di assistere anziani e disabili, sarebbe destinato ai profughi.
Maria Lucia Girometta si spinge oltre, con un book fotografico che a suo dire dimostrerebbe un “parcheggio invaso dai rifiuti“, “panni e coperte stese“, “problemi di igiene, decoro, sicurezza“, stranieri che “non rispettano le regole di civile convivenza“. Il Vittorio Emanuele trasformato nei bassifondi di Calcutta, insomma.
Il mondo al contrario. Nelle ultime settimane noi denunciamo con forza la situazione di alcune strutture in cui c’è sovraffollamento, sporcizia, persone in canottiera, calzoncini e infradito in pieno inverno che rincorrono e mangiano nutrie per la fame e niente, da Lega e Forza Italia nessuno leva un dito.
Libertà pubblica il reportage di due visite a sorpresa, una dove si trova degrado e disprezzo per l’umana condizione, l’altra che svela “attenzione e cuore“, “familiarità e cura” e loro che fanno? Scattanti come centometristi olimpici preparano interrogazioni/denuncia su Asp, quella dove “la dignità non é morta” e ci sono “giornate piene“, “educatori che accompagnano“, “un progetto sociale“.
Che dire, l’ennesima dimostrazione di enorme fastidio verso questo Vittorio Emanuele che funziona, risana i conti, aumenta i servizi, inaugura locali e appartamenti, assume personale, si coccola i suoi ospiti anziani e disabili e cerca pure di metterci quella professionalità nella presa in carico di esseri umani deportati – perchè oggi di questo si tratta – che ad altri manca.
Misteri della vecchia politica. Peccato che anche stavolta i detrattori hanno sbagliato bersaglio.
“Obiezione vosto Onore! L’accusa cerca di influenzare la giuria!” Quando mi ricapita di esclamare in aula una battuta da film americano così!
Mi ha dato lo spunto proprio Polledri, in deficit di onestà intellettuale, pronto a rifilare la colpa di qualsiasi evento a “quegli” ospiti, incurante (o forse contento) di creare allarmismo sociale e discriminazione.
Piccoli episodi di vandalismo e furtarelli nel parcheggio del Vittorio Emanuele non sono mai mancati, ma come non era giusto prima – senza prove – puntare il dito contro il SERT giusto dall’altra parte della strada, è sconsiderato accusare per partito preso i profughi adesso.
Tanto quanto insistere sul fatto che passino le giornate nell’ozio, con le mani in mano, anche dopo avergli dimostrato in quante e quali cose siano quotidianamente impegnati con ASP.
Nel solo mese di ottobre abbiamo coinvolto 43 persone nei corsi di italiano organizzati dal CPIA e impegnato tutte le restanti in corsi interni con 4 insegnanti volontari. Per quanto riguarda le attività di volontariato, abbiamo una squadra ASP di 11 persone per la cura del verde e la piccola manutenzione (tinteggiatura, montaggio e smontaggio mobili ecc…), oltre a un gruppo di donne che gestisce lai distribuzione dei capi di vestiario per tutti i cittadini stranieri accolti e altre 21 persone inserite nel patto con il Comune di Piacenza per opere di diserbo manuale delle vie del centro e dei parchi giochi, secondo la mappa fornita dagli uffici comunali – settore ambiente.
Per intenderci:
Lunedì 3 ottobre diserbo nei pressi della Scuola Giordani e in Stradone Farnese;
Martedì 4 ottobre diserbo in Piazza S. Antonino e Parcheggio Cavallerizza.
Mercoledì 5 ottobre diserbo in Piazza S. Antonino , in Vicolo Chiostri e Via San Vincenzo.
Giovedì 6 ottobre diserbo in Via San Giovanni, Via delle Asse; in Via Molineria San Giovanni, Via Campagna, Via San Sepolcro.
Venerdì 7 ottobre diserbo in Via Taverna, Viale Malta; in Via Castello, Via Maddalena.
Lunedì 10 ottobre diserbo in Via Gazzola, Via Santa Margherita, Via San Marco; Via Mazzini.
Martedì11 ottobre diserbo in Via Cittadella, Via Bertè; Via Baciocchi, P.zza Cittadella.
Lunedì 17 ottobre diserbo in via Pozzo, via Torricella, via Tibini; via Madoli, via Sansone, via Alberoni; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio.
Martedì 18 ottobre diserbo in Via Benedettine, via Giordano Bruno; via della Ferma, via Montagnola; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio.
Mercoledì 19 ottobre diserbo in Via Leonardo da Vinci, Via Passerini; giardino/parco di Via Santa Franca.
Giovedì 20 ottobre diserbo in Via XXIV Maggio, giardino/parco di Via Santa Franca.
Venerdì 21 ottobre diserbo in Via Boselli, giardino/parco di Via Caduti sul Lavoro.
Lunedì 24 ottobre giardino/parco di Via Caduti sul Lavoro.
Martedì 25 ottobre diserbo in Via Sanzio, Via Lanza Via Grandi, Via Rogerio; giardino/parco di Via Caduti sul Lavoro.
Mercoledì 26 ottobre diserbo in Via Montebello Via Pavia, Via Serravalle Libarna, Via Pizzi; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio angolo Via Santa Franca.
Giovedì 27 ottobre diserbo in Via Asti, Via Casteggio, giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio angolo Via Santa Franca.
Venerdì 28 ottobre diserbo in Via Stradella, Via Broni; giardino/parco di Viale Pubblico Passeggio angolo Via Santa Franca.
Sabato 29 ottobre un gruppo di ragazzi ospitati presso la struttura di via Scalabrini al piano terra accompagnati dagli educatori ha partecipato insieme ai volontari del gruppo piacentino di Legambiente alla pulizia, raccolta differenziata e pulizia del parco di via Molinari e del piazzale antistante al campo sportivo della società sportiva Libertas Piacenza.
Nonostante tutto, imperterrito, ha provato a far passare – un’altra volta ancora – l’altra leggenda metropolitana per cui in ASP toglieremmo personale dalle cure ad anziani e disabili per dedicarlo ai profughi.
Il Comune di Piacenza NON utilizza, per la gestione dei richiedenti asilo, personale dedicato ad anziani e disabili. La prima volta che mi è stata fatta questa domanda ho accettato di buon grado che fosse “legittimo immaginare” questa situazione. Dalla seconda volta in avanti è solo bieca strumentalizzazione, una balla colossale a cui spero di essermi opposto per l’ultima volta.
Maria Lucia Girometta mi ha dato l’idea di rappresentare idee di altri. Troppo lontana questa interrogazione dalla sensibilitàpersonale della consigliera, dalla quale mi dividono molte posizioni ideologiche, ma che stimo come brava persona, educata e di cuore.
Mi ha stupito sentirla presentare un documento triste, esempio dello scadimento del confronto politico che sembra non avere limite, tutto incentrato sulle presunte condizioni di degrado del cortile interno al Vittorio Emanuele, dove ci sono le strutture che ospitano i richiedenti asilo.
“Per colpa dei profughi il parcheggio è invaso dai rifiuti“
RISPOSTA: in Asp ci sono 200 ospiti incontinenti. 3 ausili + 1 traversa monouso al giorno fanno circa 800 pannoloni usati, a cui aggiugere gli scarti di 500 pasti, i mobili da eliminare, le attrezzature sanitarie dismesse, i girelli e le carrozzine da buttare. Se si fotografa lo stato del cortile, area smaltimento rifiuti, prima del passaggio di IREN, il quadro è questo. Si può immaginare il contributo dei profughi quanto può incidere su questa mole di sporcizia!
“Con i profughi ci sono panni e coperte stesi sulle recinzioni, e quindi degrado e problemi di igiene“
RISPOSTA: Vero. In realtà ora non più, li abbiamo dotati di stendi biancheria. Si tratta comunque di panni puliti! Santo cielo, ma nessuno di voi è cresciuto nelle case popolari quando da bambini ci divertivamo a correre tra le lenzuola stese sui fili tirati tra un palazzo e quello vicino, sostenuti dai pali di legno? Avrei voluto vedere le massaie che ci rincorrevano urlanti per evitare che sporcassimo panni puliti giocandoci in mezzo, cosa avrebbero fatto allo sventurato che si fosse permesso di parlare di degrado, decoro, igiene pubblica! Ah, altri tempi…
Dico, ma è mai possibile arrivare a questo livello di intolleranza? Può esserci vera convinzione in questi attacchi privi di senno, o sarà solo voglia di allarmare il prossimo per alimentare quella tensione tanto utile quanto più ci si avvicina alle elezioni?
Continuate così. Al senso di responsabilità ci pensiamo noi.
La politica deve essere operaia, fatta di esempio e sacrificio. Senza il primo non c’è credibilità. Senza il secondo manca la spinta al miglioramento.- Stefano Cugini
A Massimo Polledri piace liquidare questioni serie con espressioni al vetriolo e prese in giro, offrendo spesso contorni caricaturali dell’avversario di turno.
Così se io seguo una sua “ronda” al Quartiere Roma sono “Gatto Silvestro” e quando sollevo il problema dei minori non accompagnati, son “pane e volpe“.
Se ci mettiamo di punta contro una gestione incoerente dell’accoglienza dei profughi sul territorio, il nostro è il “ruggito del coniglio“.
Furbo lui, scemi tutti gli altri.
D’altro canto, acqua di rose per uno che il segno del suo passaggio romano lo ha lasciato soprattutto per aver dato prova di discriminazione (agli annali le offese a una deputata in sedia a rotelle e l’ammiccamento macho/sessista a un’altra collega – «se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te»),omofobia e razzismo («L’omosessualità è una condizione di infelicità che può essere reversibile», «Se i miei figli fossero gay non sarei contento, sarebbe come se mia figlia mi dicesse mi faccio suora o mi sposo con un marocchino. Anzi, questo sarebbe uno dei peggiori casi che possano capitare») Wikipedia per credere.
La fa semplice, lui, al riparo dei suoi tre mandati parlamentari, due da deputato e uno da senatore, con vitalizio e privilegi vari in saccoccia. Belli gli slogan, vero Massimo?
Per curiosità, dov’eri quando il tuo governo ha prodotto la Bossi-Fini, in materia di immigrazione? Perché l’hai votata, ti ricordi?
Dagli scranni del Parlamento, lato maggioranza, cosa hai fatto allora per “mandare tutti a casa” e assicurarti che questo vostro illuminato programma politico fosse concreto e non piuttosto aria fritta da imbonitori di piazza?
Cosa hai detto al tuo ministro e collega di partitoMaroni quando sosteneva pari pari il concetto della ripartizione tra territori, al grido di «tutti devono accogliere profughi e clandestini»?
Se davvero il nostro è il ruggito del coniglio, perché tu non la smetti di fare il leone da tastiera e vieni con me?
Portami al Consolato albanese, vieni con me in Questura la notte a dire NO come consiglia il tuo segretario federale Matteo Salvini. Dimostra che quello che dici non sono cazzate sparate al vento ma conquiste possibili. Accompagnami in giro e rischia con me denunce varie. Tu magari nemmeno quelle, con lo status perenne di ex parlamentare, vero?
Fino ad allora, continua pure a divertirti sull’altrui lavoro e sulla fatica di chi non può nemmeno contare su un centesimo della tua esperienza. Magari però ripassa con il tuo amico Bitonci, lo sceriffo ex Sindaco di Padova, appena silurato dai suoi. Vatti a rivedere quanto è stata efficace, al netto dei proclami celoduristi, la sua azione autoritaria, tutta volta alla tensione sociale, alla divisione, all’esclusione, in disprezzo cioè della complessità delle relazioni umane.
Un politico può promettere. Un amministratore deve dimostrare.- Stefano Cugini
Bene ha fatto il Presidente della Provincia, Francesco Rolleri, a convocare un’incontro tra Prefettura e Sindaci, per provare a riallacciare rapporti e collaborazione, ridotti ormai ai minimi termini.
Tentar non nuoce e la buona volontà va sempre apprezzata: ciò nonostante, i cocci rotti prima di essere rimessi in sesto – posto che sia possibile – hanno bisogno di tanta cura.
L’andamento dell’assemblea era ampiamente prevedibile. Questo è il motivo che ci ha convinto, come Comune capoluogo, in qualità di esempio virtuoso di accoglienza e responsabilità, a non partecipare.
Se davvero è stata addotta la scusa di impegni del Sindaco, se davvero l’ha tirata in ballo il Signor Prefetto, siamo ancora più lontani di quanto pensassi dalla ripresa di corretti rapporti istituzionali.
La nostra assenza è squisitamente politica, densa di significato e mirata a mandare un messaggio chiaro alla Prefettura e al resto del territorio.
Accogliere secondo le linee che invochiamo da tempo, in termini di quantità e di qualità, non è buonismo: al contrario è un’azione di tutela forte per i propri cittadini. Così un’amministrazione presidia il territorio e quello che succede, riconoscendo diritti e pretendendo doveri. Da tutti, persone accolte e soggetti gestori di questa sgangherata accoglienza.
Visto che – volenti o nolenti – gli arrivi saranno collocati, fino a prova contraria, vorrei sapere dai cittadini se preferiscono un Sindaco che continua a dire “NO” e a disinteressarsi di quello che comunque viene organizzato da altri in casa sua o un primo cittadino che supervisiona e coordina con rigore la presa in carico e la serietà di chi la gestisce. Per me non c’è dubbio su quale sia la strada da preferire: basta solo riflettere con la propria testa senza lasciarsi trasportare da semplificazioni inutili e dannose.
Non è più tempo per le parole. La nota riportata nell’articolo qui sopra dice in modo molto chiaro cosa ci aspettiamo in segno di serietà e buona volontà. E anticipa come e quanto la disponibilità a mettersi in ascolto in mezzo a sordi sia ormai al lumicino.
In politica vanno di moda quelli che sono “fedelissimi” di qualcun altro (che poi il “qualcun altro” cambi nel tempo è discorso a parte); io invece sono fedele ai valori che mi ha trasmesso la mia famiglia e alle idee che mi sono formato crescendo. E sono leale con chi è coerente nell’interpretare queste idee e questi valori.- Stefano Cugini
Qualità non è privilegio, non è dare a qualcuno e togliere ad altri. Qualità é un modo di intendere, una filosofia che si traduce in azione. Ci può essere qualità e dignità anche in un’accoglienza o in una sistemazione modesta ed essenziale: ce lo hanno insegnato i nostri nonni in tempo di guerra e carestia.
Oggi, anno del Signore 2016, con soldi pubblici in gioco, in un contesto avanzato come quello emiliano romagnolo, la qualità é una scelta, l’intervallo di confidenza tra il margine di profitto che un imprenditore cerca e che lo rende diverso da chi si concentra invece sull’aiuto umanitario e la tenuta sociale collettiva.
Venderla diversamente, aggrappandosi all’idea di emergenza, é una scusa misera.
Dalla Prefettura il fastidio per le mie parole. Non mi sono mai sottratto alle domande dei cronisti, su nessun argomento, per rispetto del lavoro altrui e perché io non ho niente da nascondere o di cui vergognarmi.
Finché godrò della fiducia del Sindaco, svolgerò il mio ruolo a testa alta, facendo scelte indipendentemente dalla loro popolarità, assumendomi responsabilità e accettandone le conseguenze. Quando dico qualcosa, si basa su presupposti di verità dimostrabili.
Sua Eccellenza il Prefetto deve rispondere ad Angelino Alfano. Io invece alla mia coscienza e a ogni singolo cittadino di Piacenza, la mia città.
Perciò si, parlo alla mia gente anche attraverso la stampa, in omaggio a quella trasparenza, a quell’idea di amministrazione come “casa di vetro” che o si pratica, o son solo parole al vento.
Se qualcuno non condivide questa abitudine, ne spieghi i motivi alla comunità.
Il bello di tutta questa vicenda è che pure il gestore ha trovato il coraggio di parlare, dimostrandosi poco coordinato, sul piano della comunicazione, con chi dovrebbe coordinarlo. Ho letto attentamente le sue dichiarazioni, ricavandone tre semplici domande:
lunedì 14/11 ho risposto a un’interrogazione del consigliere Putzu e, a precisa richiesta, leggendo una nota della Prefettura, ho escluso arrivi diretti dagli sbarchi. Come mai il Sig. Loranzi dichiara che «i profughi di Lampedusa arrivano direttamente alla Bossina senza altri filtri»?
Se, come dichiarato dal Sig. Loranzi, «la Bossina é una struttura che offre da lavorare a 10 persone», dove si trovavano e quale supervisione esercitavano questi dipendenti nel mentre in cui gli ospiti si divertivano a dare la caccia, scuoiare e cucinare una nutria nel cortile?
A fronte di «fatture su fatture, che attestano spese per migliaia di euro, inerenti cibo, farmaci, indumenti» come giustifica il Sig. Loranzi il verbale di Ausl, laddove cita «condizioni igieniche della struttura in generale, e in particolare di stanze e servizi igienici, fortemente carenti in conseguenza della mancanza di una regolare pulizia, dell’assenza di personale dedicato e della sostanziale assenza nella struttura di materiali e prodotti utili allo scopo»? O dove constata «condizioni personali degli ospiti molto carenti, abbigliamento indossato inadeguato alla stagione, o comunque evidentemente di recupero», con gli stessi ospiti a lamentare «la mancata fornitura di indumenti e scarpe adeguati, di coperte e di prodotti per l’igiene personale (sapone, shampoo)? O – ancora – un locale cucina con «attrezzature obsolete, supporti di sostegno invasi da ruggine, frigorifero e congelatore non adeguati, condizioni di pulizia scarse per arredi, attrezzature, utensili, boiler con portata d’acqua insufficiente», ecc ecc ecc?