MINORI: ecco la breccia nel consolato albanese!
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società- Art. 4 Costituzione

woman albaniaTra brutte figure sulle TV nazionali e diffide legali patetiche, spunta dal Consolato d’Albania qualche atto concreto. E che atto!

Ho letto tutto d’un fiato: abbiamo davvero segnato il primo punto.

Davide ha tirato uno sganascione a Golia e stavolta pare non avergli fatto solo solletico.

Dopo la nota degli avvocati che di fatto chiede a Prefetti e Questori di Milano e Piacenza di tenermi lontano dagli uffici diplomatici di via Pirelli (ai quali darò presto adeguata risposta), ecco finalmente un’altro scritto dai toni molto più concilianti, che indica nell’oggetto nientepopodimeno che:

  • RIMPATRIO ASSISTITO RELATIVO AI MINORI

nota-albania-rimpatrio_2Piacenza ha creato quel precedente per il quale mi batto da agosto. Basta infinita burocrazia tra i servizi sociali e le commissioni ministeriali a Roma, per supplicare indagini nei paesi di provenienza. Basta stare mesi con le dita incrociate perché qualcuno ci scriva che forse ci sono le condizioni per chiedere ai ragazzi se ci danno il permesso per essere rispediti a casa (hai capito bene, di questo si tratta quando parliamo di “rimpatrio VOLONTARIO assistito“)

Ci siamo rivolti direttamente all’Albania, chiedendo:

“di contattare tempestivamente la famiglia del minore affinché si attivi per riprenderlo in consegna o, in alternativa, indichi se sul territorio nazionale siano presenti parenti che possano prenderlo in affidamento e assumerne la tutela”

Abbiamo fatto presente che (ed è questo che è stato indicato in diffida come nostra “velata minaccia”):

in caso di mancato riscontro, il Comune di Piacenza si riserva di consegnare entro 15 giorni il minore alle autorità consolari che rappresentano a tutti gli effetti lo stato albanese in territorio italiano

La risposta ci rende merito, chiedendoci di comunicare:

la data, l’ora e il punto di frontiera dal quale si effettuerà il rimpatrio assistito dei minori di cui sopra.

 

È un passaggio spartiacque, ed è solo l’inizio. Guai a fermarsi, questa conquista deve essere lo stimolo per recuperare altro entusiasmo, coinvolgere altri amministratori, far sentire ancora di più la nostra voce.


Se ancora non lo hai fatto, FIRMA la petizione su Avaaz.org: “Presidente della Repubblica d’Albania, fermi il flusso di minori albanesi, in Italia a sfruttare i servizi sociali.


Siamo nel giusto e adesso lo riconosce anche l’Albania.

Alla luce di questa svolta, rivendico l’efficacia del mio comportamento fuori dalle righe, almeno per l’ortodossia di una certa politica, molto brava a parlare e poco abituata ai fatti. Vorrei chiedere cosa hanno da dire adesso quelli che, comodamente seduti davanti alla tastiera di un computer, mi hanno accusato di campagna elettorale o piagnistei e propaganda.

A parlare sono buoni più o meno tutti. A urlare anche l’ultimo dei peones non fa fatica. Alla gente però serve chi lavora: ancora una volta sono indispensabili dei sani operai della politica che ci credono e buttano il cuore oltre l’ostacolo.

Per i cittadini, per i piacentini che pagano le tasse, è stata più concreta un’amministrazione pronta a rompere gli schemi e far saltare il banco o quelle opposizioni politiche che invece di unirsi in una causa sacrosanta e dare forza alla nostra azione, si sono limitate al tiro al bersaglio polemico e improduttivo?

Vale per questa partita, come – purtroppo – per tantissime altre, più o meno note all’opinione pubblica.

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Oggi un amministratore deve muoversi con i valori che lo guidano, facendo quello che crede sia l’interesse di tutti, a prescindere dalle appartenenze politiche. Deve farlo mettendosi in gioco, dimostrandosi disposto a rischiare in prima persona per un bene superiore, perché non si muove per se stesso, ma rappresenta una comunità intera.

Faccio mio il messaggio di Papa Francesco in un suo discorso al Consiglio d’Europa, in cui ha richiamato:

“un costante cammino di umanizzazione, cui servono memoria, coraggio, sana e umana utopia”.

Memoria, coraggio, sana e umana utopia

 

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