Promesse tradite
Vincere le elezioni promettendo di tagliare le tasse e sistemare un enorme buco di bilancio. Fatto. Sentirsi dire dai revisori dei conti che il buco é una tua invenzione da propaganda. Fatto.
Confermare le aliquote IRPEF che si era detto non si sarebbero applicate e prevederle anche per gli anni successivi. Fatto.
Raccontare la favola che tanto chi c’era prima ti ha messo tutte le tasse al massimo e sgranare gli occhi quando un modesto consigliere di minoranza quale sono io ti spiega che
Piacenza riceve meno trasferimenti di risorse da Roma proprio perché, per il ministero, dispone ancora di “margini contributivi” autonomi, scoprendo che chi ti ha preceduto si é rifiutato proprio di portare al massimo le tanto odiate tariffe.
Fatto.
Questa é #piacenzaverdenera.
Come scritto dall’amico Luigi Gazzola, ex assessore al bilancio:
Chi afferma di aver ereditato conti in disordine o è un bugiardo o un ignorante avendo votato e quindi avallato con l’assestamento di luglio e le variazioni di ottobre e novembre che i conti ereditati erano in perfetto equilibrio e rispettosi dei vincoli di finanza pubblica. Ciò con il parere favorevole dei Revisori dei Conti. Ora la conferma delle tariffe e delle aliquote (addizionale Irpef compresa, dopo aver introdotto anche l’imposta di soggiorno entrambe a suo tempo assai avversate).
In tempi di poche gratificazioni politiche, la magra soddisfazione di vedere dimostrato che il vituperato impianto del bilancio continua a reggere senza modifiche e che, chi si riempie la bocca della parola “cambiamento” in realtà vuole cambiare affatto ma solo prendere il tuo posto.
Per ora siamo di fronte a un centro-destra che segna una continuità disarmante, smentendo punto per punto, sui temi importanti, i cavalli di battaglia che lo hanno portato alla vittoria elettorale.
Buona notizia per chi era convinto di amministrare bene nelle scorso mandato, compatibilmente con le risorse a disposizione. Non credo sia altrettanto una piacevole sorpresa per gli elettori che continuamente ci hanno mandato a casa.