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POLITICA: la Lega Nord strizza l’occhio a Mafia Capitale!
Per fare buona politica non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie, la buona fede, la serietà e l’impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare.- Piero Calamandrei

Mi ripeto, con la preoccupazione di chi, nel nome della sacrosanta alternanza democratica, corre il rischio di essere amministrato da questi produttori seriali di banalità.

Chi guida una città deve agire conoscendo le leggi, i “si può” e i “non si può”. Ci vuole concretezza e onestà, perché col “piove governo ladro” non risolvi i problemi dei tuoi cittadini.

A fare gli gnorri per entrare in empatia con l’opinione pubblica son buoni tutti. Ma va bene se fai opposizione. Amministrare comporta invece la disponibilità a far scelte impopolari e non immediatamente comprensibili se non spiegate.

Gli scienziatoni si sprecano ma poi la badila in mano per spalare la sanno tenere in pochi, quando arrivi al dunque. Il bene pubblico comporta responsabilità.

La sicurezza non la ottieni solo strillando. Non è questione di finti 💪💪 da mostrare, ma di  da avere. O le hai, o non te le puoi far prestare.

La Lega Nord dice che quando governerà la città metterà subito fine alla convenzione Asp-Prefettura per l’accoglienza profughi, cioè sceglie di fare un favore ai gestori privati interessati solo ai soldi e non al rispetto delle regole, eliminando il più grande presidio di integrazione ben fatta, dove il riconoscimento della dignità umana è la premessa per l’insegnamento dei doveri. Se persone in queste condizioni non sono messe all’interno di un contesto educativo, è chiaro ed evidente che finiscano per delinquere.

Ne deduco che, tutti presi dagli slogan, non pensino di domandarsi di chi sia il merito se a Piacenza non avvengono fatti criminosi come altrove. Inutile lamentarsi di Mafia Capitale e poi voler togliere uno strumento che contrasta situazioni come quelle.

Siamo di fronte all’autodenuncia di incapacità amministrativa, dato che non capire che una gestione ben fatta significa sicurezza per la comunità è la strada migliore per rendere la città più a rischio.

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MINORI: le IENE a Piacenza.
Ci spaventano le cose che non conosciamo, ma a volte è meglio conoscere una cosa per provarne una sana e consapevole paura.- Stefano Cugini

le-ieneQuella sui minori stranieri non accompagnati albanesi è prima di tutto una battaglia etica, di civiltà e giustizia sociale.

Non ci si può fermare, per correttezza nei confronti dei cittadini che pagano le tasse e dei minori che davvero hanno bisogno di aiuto dai servizi sociali, tra cui anche qualche albanese, che adesso rischia di finire nel mazzo.

Il video servizio de “Le Iene” dice molto. Le interviste in Albania e quella ai ragazzi, fatta qui a Piacenza, sono pugni nello stomaco a chi crede nei valori della fiducia, della giusta accoglienza e della solidarietà.

Adesso la legge che mi impone di farmi prendere in giro, pure dal Console (che figura che ci fa!), va cambiata. Così non può continuare. 

 

Dal blog “sportelloquotidiano.com” di Thomas Trenchi, scopro che a precisa domanda, Matteo Salvini comincia la solita tiritera da politicante di lungo corso:

il livello locale deve dire di no. Deve iniziare a dire dei no alle imposizioni che arrivano da Roma e dalle Prefetture, ma poi è un problema che si risolve a livello nazionale

Bene, e bravo il nostro Matteo! Tanto per sapere, oltre a parole al vento buone per tutte le stagioni, lui cosa ha concretamente fatto quando era al Governo e al Ministero dell’Interno c’era il suo amico Bobo Maroni? A quali strumenti ha pensato o ha proposto da quel di Bruxelles per permettere a noi amministratori locali di “dire di no” senza fare collezione di denunce? Il suo partito a Roma si è attivato in qualche modo, oltre a sbraitare “tutti a casa loro”, per proposte concrete, utili a risolvere a livello nazionale il problema che ricade sulle teste dei singoli comuni?

Se non avete soluzioni, finché non portate risposte, qualunque sia la vostra casacca, state zitti. Ci avete stufato! Maschere e parole, da ogni latitudine politica, a infrangersi contro la forza silenziosa degli operatori dei servizi sociali d’Italia, che lavorano giorno e notte con l’orgoglio della loro professionalità e la frustrazione per chi invece di venir loro in soccorso, si perde tra convegni e comparsate TV.

Mi ricorda un verso di Gabriele D’Annunzio:

Teco porti lo specchio di Narciso? Questo è piombato vetro, o mascheraio. Aggiusta le tue maschere al tuo viso, ma pensa che sei vetro contro acciaio.

 

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ESPERIMENTO SOCIAL: meglio la forma o la sostanza?
Non é tempo per gli infallibili e per quelli che “la colpa é sempre di qualcun altro”. I miei supereroi sono gli onesti operai con le borse sotto agli occhi per la fatica quotidiana e il sorriso pronto di chi ha sogni da inseguire e condividere.- Stefano Cugini

facebookSe si legge un bisogno, la soluzione va cercata in una logica di rete e, possibilmente, deve servire a promuovere relazioni e senso di comunità.

Il volontariato mi ha fatto imparare che ci si muove così e io fatico, anche da amministratore, a rispettare liturgie diverse da questa impostazione immediata e genuina.

Capita così che servono un po’ di soldi per comprare i libri di testo a due minori appartenenti a una famiglia in condizioni di fragilità assoluta e che, d’istinto, mi venga l’idea di fare l’appello su Facebook.

Quel che è seguito nel gruppo, dà il conto di quanto ogni testa sia capace di farsi un film tutto suo, anche di fronte a una richiesta semplice semplice: mi dai un euro? Soprattutto fa capire come la partecipazione e l’idea stessa di mettersi in gioco e in discussione, per qualcuno, siano concetti vaghi, molto più facili da enunciare che da agire.

appello facebook libri di testo

 

 

 

 

 

Ecco il testo dell’intervista di Thomas Trenchi, pubblicata su sportelloquotidiano.com:

Con quel messaggio, non ha temuto di trasmettere un senso di impotenza dell’amministrazione?

«No, forse con un po’ di incoscienza. Vengo dal mondo del volontariato, ho questo limite: se intravedo un bisogno, mi attivo per risolverlo. Sono orgoglioso del lavoro dei servizi sociali locali, in questo caso non si trattava di sopravvivenza ma di diritto allo studio. È stata una bella occasione, mi sono buttato nel canale dei social e ho proposto qualcosa di positivo, alla faccia delle tante bestialità divulgate ogni giorno. Non capisco di cosa dovrei vergognarmi».

Sul sito del Comune di Piacenza, è disponibile il bando per richiedere la fornitura gratuita dei libri scolastici. Lei invece si è affidato a Facebook, piuttosto che utilizzare uno strumento pubblico. Ha perso fiducia nelle istituzioni?

«Stiamo parlando di bandi che prevedono dei rimborsi. Per rimborsare qualcosa, occorre avere i soldi per procedere all’acquisto. Questa famiglia non ha denaro da anticipare, perciò mi è sembrato molto più semplice trovare un modo per comprarli».

Durante il suo operato, ha già intrapreso iniziative di questo tipo?

«Una sola volta. Avevo bisogno dell’arredamento per una camera da letto per una famiglia bisognosa. Ho pensato di chiedere aiuto su un gruppo Facebook con  molti iscritti. Dopo ventiquattro ore, avevo raccolto il necessario».

Qual è il livello di povertà a Piacenza?

«La capacità di copertura del welfare in città è circa del 25% rispetto al bisogno, un dato in linea con quelli nazionali. Riusciamo a intercettare le nuove povertà. Al contrario, le numerose condizioni di marginalità sono difficilmente mappabili, anche a causa della titubanza ad esporsi».

Diversi piacentini hanno disapprovato l’azione di Cugini, poiché non avrebbe adottato un piano programmatico capace di far fronte all’emergenza a trecentosessanta gradi, andando in soccorso solamente ad una delle tante famiglie che attraversano momenti non facili. L’assessore, tuttavia, ringrazia chi si è gia recato alla libreria Romagnosi per donare: «Sono stati presi due piccioni con una fava: si è creato un senso di comunità e si sta risolvendo un problema senza utilizzare soldi pubblici». Con ostinazione, annuncia: «Quando avrò a disposizione tutti i libri, posterò una foto sul gruppo».

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