MINORI Orio al Serio – Tirana, sola andata.
Luçiano, Elvis, Qani, Ernest, Albulen, Franc: così si chiamano i primi 6 ragazzi imbarcati all’Aeroporto internazionale di Bergamo, direzione Tirana. Nuovo anno in famiglia. Addio Piacenza.
Ho parlato di persona a questi giovani, e lo farò con tutti quelli che seguiranno. Li ho guardati negli occhi e garantisco che, a prescindere da tutto e nella convinzione di essere nel giusto, l’impatto emotivo di dire a dei minorenni che il loro progetto di vita (migliore) finisce lì e che un aereo li sta aspettando per far rientro a casa, non è cosa da poco.
Le reazioni sono diverse, a seconda della consapevolezza, della sensibilità, dell condizione personale di ognuno. Sicuro che non mi hanno ringraziato.
Sono soddisfatto? Certo, a patto che questo sia solo l’inizio, che si mettano insieme le piccole e grandi conquiste di questa azione caparbia e si portino a sistema, codificandole in nuove fonti normative che aiutino tutti.
Sono felice? No, per tante ragioni. Perché allontanare è peggio che accogliere; perché finora questa partita la stiamo giocando più o meno da soli; perché abbiamo ottenuto più noi con la perseveranza di chi ha una missione da compiere che tanti altri, con i loro contatti e le loro risorse, che in teoria i problemi agli enti locali dovrebbero risolverli, non farseli risolvere.
Pazienza. Credo che quello che stiamo ottenendo possa diventare un grande insegnamento per tutti e una bella iniezione di fiducia nei cittadini, che hanno potuto constatare che non è vero che la politica se ne frega sempre e comunque di loro.