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La grande fuga sul verde

Pensano a Cugini invece che al TAR

Da IlPiacenza del 12/2/20

«Nel sottolineare che la sentenza del Tar non rileva illegittimità tali da annullare il contratto già stipulato con il raggruppamento temporaneo di imprese – garantendo la prosecuzione del servizio senza interruzioni né disagi per l’utenza – l’Amministrazione respinge, ora e per il futuro, ogni strumentale accusa volta a screditare la Giunta e a ledere la reputazione degli uffici competenti, sul cui operato non vi è stata né può esservi alcuna ingerenza politica. Qualsiasi interferenza da parte del sindaco e degli assessori, sul lavoro dei dipendenti comunali, sarebbe infatti da considerarsi illecita e di gravità tale da configurarsi come reato penale».

«L’Amministrazione ritiene quindi inaccettabili pretestuosi attacchi – si riferisce a quello del Partito Democratico, rappresentato dal capogruppo Stefano Cugini, ndr – a maggior ragione se provengono da chi ha rivestito in passato la carica di assessore, fingendo di scordarsi delle inadempienze delle precedenti Giunte di centro-sinistra che sono costate, ai contribuenti piacentini, oltre 4 milioni di euro a seguito del contenzioso legale per la riqualificazione dell’ex Macello. Ribadendo il rispetto per la professionalità del personale, cui competono interamente le procedure concorsuali e di gara dalla stesura dei bandi all’affidamento degli appalti, l’Amministrazione comunale intende tutelare tale professionalità sino a quando non si dimostri che vi sono stati comportamenti e atti in malafede, a scapito del bene pubblico e dell’efficienza del Comune; in tal caso, chi ne fosse responsabile dovrà risponderne nelle sedi opportune».


stato confusionale

  • quando parlano al passato sono le “inadempienze delle precedenti giunte di centrosinistra”
  • se in ballo ci sono loro, invece, qualsiasi interferenza da parte del sindaco e degli assessori, sul lavoro dei dipendenti comunali, sarebbe infatti da considerarsi illecita e di gravità tale da configurarsi come reato penale e, ancora, è al personale che competono interamente le procedure concorsuali e di gara dalla stesura dei bandi all’affidamento degli appalti.

Il Pd non cerca gogne: stiamo solo chiedendo chiarezza. Dovrebbe pretenderla anche il Sindaco.

Non è stata l’opposizione a parlare di illecito da imputare alla responsabilità del Comune di Piacenza, bensì il TAR. Non è stata la minoranza a mettere nero su bianco che “L’amministrazione ha consentito volontariamente o comunque colposamente, tramite una modifica illegittima del bando di gara, che il raggruppamento controinteressato conseguisse un appalto per cui non possedeva un requisito essenziale di partecipazione”, bensì il TAR.

Banale, persino scontata la replica dell’amministrazione, che – al solito – si premura di mostrare i muscoli accusando di strumentalizzazione chiunque osi muovere una critica.

Per inciso, il PD non cerca gogne per nessuno: stiamo solo chiedendo chiarezza e questo dovrebbe trovare comunione d’intenti trasversale.

Intanto, si eviti di mistificare la realtà sottolineando che la sentenza non rileva illegittimità tali da annullare il contratto: il motivo è altro e ben dettagliato:


il contratto è inoltre in stato di esecuzione avanzato e il vizio ravvisato dal Collegio comporterebbe comunque, per la stazione appaltante, l’obbligo di rinnovare l’intera gara”.


Pure ribadire che non deve esserci ingerenza politica nell’operato degli uffici, precisazione che sa tanto di excusatio non petita, può servire forse ad auto convincersi delle buone prassi da rispettare, non certo a impartire lezioni.

Invece di perdere tempo a redarguire con la penna blu i consiglieri che svolgono il loro ruolo su mandato dei cittadini, sarebbe più opportuno cominciare a dare spiegazioni pubbliche su cosa – per quanto intender possano i nostri amministratori – sancisce il TAR con quei due avverbi, “volontariamente” o “colposamente”, che pesano come macigni.

Illegittimità significa mancata tutela del pubblico interesse. Il Sindaco, per prima, dovrebbe farsi garante della volontà della gente di capire. Ribadiamo pertanto la necessità di creare un’occasione utile per porre tutte le domande del caso ai vari soggetti coinvolti.

Sarà un caso, ma giusto ieri é arrivato ai capigruppo un laconico whatsapp, privo di spiegazioni, per comunicare che lunedì prossimo non ci sarà Consiglio comunale. Ma guarda un po’…

casta e dintorni
Volontariamente o colposamente

Dì, Giusèp, et sintì che regò ca l’e dre vegn fòra in sal verd? Ma cusa ien dre fè, insuma?

Ma tès, la, Mario. As capisa po’ gninta!

Più o meno, domani, al bar sentiremo conversazioni di questo tipo.

Perché adesso è il TAR a dire che qualcosa di bello grande non va nell’appalto per la gestione del verde, quello che tanto sta facendo parlare i piacentini da mesi.

Sotto il profilo della responsabilità della stazione appaltante (il Comune di Piacenza), sussistono sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo dell’ILLECITO extracontrattuale, costituito dall’aver illegittimamente precluso alla ricorrente principale l’aggiudicazione della gara.

L’amministrazione ha consentito VOLONTARIAMENTE o comunque COLPOSAMENTE, tramite una modifica illegittima del bando di gara, che il raggruppamento controinteressato conseguisse un appalto per cui non possedeva, nella sua composizione definitiva, un requisito essenziale di partecipazione.

Parole pesantissime, che lasciano pochi dubbi sul pasticcio che si è venuto a creare nella disgraziata gestione di un appalto pieno di ombre fin dal principio.

Basta recuperare la cronaca degli ultimi mesi o, ancora meglio, guardarsi in giro, per capire che i conti non tornano.

Giusto ieri ho chiesto conto, con un’interrogazione in Consiglio, del mancato impiego di tre persone appartenenti a categorie protette da parte di chi ha vinto il bando. Mi è stato risposto che non si poteva rispondermi perché c’era in ballo un ricorso e si aspettava la pronuncia della magistratura. Ecco. Ora è arrivata.

VOLONTARIAMENTE o COLPOSAMENTE“.

Roba da andarci coi piedi di piombo…

In poche parole, i cittadini di Piacenza dovranno pagare i danni a qualcuno perché il Comune ha modificato illegittimamente – in corso d’opera – un bando, permettendo a chi non avrebbe potuto nemmeno partecipare, addirittura di vincere.

Io personalmente voglio sentire quanto prima il Dirigente che ha preso la sciagurata decisione, chiedergli cosa lo ha spinto a farlo (perché cambiare un bando in corsa non è una cosa che si vede tutti i giorni) e come ha fatto a non valutare la mancanza di requisiti di chi ha poi vinto.

Posto questo primo passo verso la tutela del pubblico interesse e della trasparenza nei confronti dei cittadini, non guasterebbe se nel mentre il Sindaco – che già sull’argomento verde pubblico era stata costretta a scusarsi con la città, ci dicesse cosa ha intenzione di fare per rimediare a questa ennesima figuraccia.

Ci spieghi anche, l’assessore (in)competente in materia, su quali basi durante questi mesi ha lasciato intendere ai cittadini che era tutto sotto controllo, prima della doccia gelata.

E intanto che siamo in ballo, ci dica infine il capogruppo della Lega se in futuro si sperticherà ancora di lodi e ringraziamenti verso il suo collega di partito, titolare politico di questo clamoroso patatrac, imperterrito a perseverare nonostante lo avessimo più volte avvisato.

“VOLONTARIAMENTE o COLPOSAMENTE”.

E meno male che in Giunta sono quasi tutti avvocati

leggi la sentenza del TAR
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Tarzan della Giunta!

La Lega ripudia il verde

"Che la metamorfosi verso un pensiero politico sempre più NERO sia in corso è un dato di fatto ma, perbacco, arrivare a disinteressarsi del VERDE in modo così smaccato ci sembra un'esagerazione bella e buona!”

| manifesta incapacità

Non c'è niente di personale contro Paolo Mancioppi. Pensiamo solo che, a fronte di disastri di queste proporzioni, dopo mesi senza soluzione, un amministratore abbia il dovere di fare un passo indietro.

Leggo la nota di scuse del Sindaco nei confronti dei cittadini per la disastrosa gestione del verde pubblico.

Bene. Ormai era un atto dovuto, per quanto giunto dopo la tirata di giacca del gruppo di Fratelli d’Italia. D’altronde c’era da aspettarselo, stante il silenzio della Lega locale, che, dopo lo scippo del casello di Piacenza nord, dimostra ancora una volta abilità nel mettersi nei guai da sola ma non altrettanta prontezza a uscirne.

Annunciata dal primo cittadino la caccia ai responsabili, vien da chiedersi, a ruoli invertiti, quanto tempo ci avrebbero messo gli attuali governanti a scagliarsi contro la parte politica, puntando il dito su immobilismo e incompetenza. Quante ne ha sentite Paolo Dosi!

Coerentemente, diciamo al Sindaco, di non guardare troppo in là alla ricerca di colpevoli. Due nomi, presto detti:

Paolo Mancioppi e Patrizia Barbieri.

D’altronde, onori e oneri.

Questa è la giunta che si vanta di curare con sano realismo le piccole cose quotidiane, senza farsi distrarre da progetti faraonici, e invece lascia la città in balia di se stessa, con panchine che scompaiono sotto strati di erbacce e spazi pubblici più adatti ai safari che al tranquillo tempo libero di mamme, bambini e nonni.

Ironia a parte, la questione è molto seria, se si considera il rischio per la salute di persone e animali da compagnia causato da zecche, processionaria, insetti e parassiti vari che si annidano tra le sterpaglie, o il peggioramento delle condizioni per i tanti soggetti allergici.

Qualcosa si sta muovendo negli ultimi giorni, ma sbaglia chi pensa che con una passata di tosaerba sia tutto sistemato.

Considerato che uno sfalcio così ritardato produce danni alla vegetazione non più recuperabili, non sarebbe male ci spiegassero come mai sono ancora in mezzo al guado con l’appalto per la manutenzione, che tante polemiche sta suscitando.

Eppure adesso è venuta meno anche la scusa della mancanza di soldi.

Eppure, su altre questioni – come la soppressione degli spazi educativi – lor signori dimostrano insolito tempismo e convinzione.

Dice il teorema che chi non sa programmare, non sa amministrare. Che anche i più accondiscendenti prima o poi se ne convincano è solo questione di tempo.

Oggi in consiglio comunale è all’ordine del giorno il dibattito sul regolamento del verde e l’assessore si è affrettato a dire che la cosa non c’entra con l’appalto (?), lasciandoci il dubbio se sia più confuso o nervoso.

A questo punto, si dimetta. Ritroverà un po’ di serenità perduta e allo stesso tempo faciliterà il Sindaco nella ricerca di qualcuno a cui dare la responsabilità.

Niente di personale.