INVISIBILI. Ci metto la faccia e mi gioco il posto. Può bastare?
Noi dobbiamo essere quelli che girano tra la gente, tendono le mani, lanciano messaggi, mostrano volti, propongono esempi. Partigiani dell’azione civile in un mondo con poca memoria, che prova ostinato a ripetere errori passati. ‪”Mai piú‬” o si costruisce giorno per giorno, o resta uno slogan che sa di muffa e ipocrisia.- Stefano Cugini
invisibili propostaAncora una volta una storia di (stra)ordinario disagio, in cui i protagonisti si raccontano in un’atmosfera da libro Cuore, per poi concludere con l’accusa al Comune di non fare niente per dare aiuto.
Mi chiedo a chi giova questa bugia, diventata ormai cliché.
Chi trae vantaggio da alimentare la sfiducia nel lavoro dei servizi sociali? Come sempre potrei “aprire il libro” e raccontare una realtà oggettiva ben diversa.
Dovrei, ma non posso. Per responsabilità e rispetto.
La rete di supporto a questa e altre vulnerabilità a Piacenza è forte: oltre al Comune cito Caritas, solo per fare l’esempio più immediato. Il fatto è che, per quanto sembri impossibile, esistono adulti dotati di libero arbitrio, per nulla sconosciuti o “invisibili” ai servizi, che scelgono come vivere e rifiutano molte delle soluzioni alternative a loro quotidianamente proposte.

https://youtu.be/JqHTcgLktxA

Salvo poi lanciare accorati appelli nella speranza di ottenere scorciatoie o trattamenti personalizzati a loro discrezione.

https://youtu.be/wkaNGEOKHSI

Si tratta di un “cinema” a cui qualche persona crede, tanto da trovare nuova linfa per scagliarsi contro questi amministratori insensibili e distanti.
Dato però che non ho nulla da temere e so quanto sto facendo, non mi nascondo e rispondo per le rime, perché l’orgoglio e la dignità del proprio lavoro e delle persone con cui si collabora vanno tutelati. Sempre. Io, per dimostrare quanto sono certo dei fatti che riporto, ho messo sul piatto le mie dimissioni.

Anche basta. Oltre ad aver bisogno di aiuto, occorre anche volerlo accettare.

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